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ROMA – Un’operazione da sceneggiatura di Hollywood. Un gruppo di truffatori ha utilizzato software avanzati per clonare la voce del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e ingannare alcuni dei nomi più altisonanti dell’imprenditoria e della finanza italiana. L’obiettivo? Farsi versare ingenti somme di denaro su un conto di Hong Kong, spacciando la richiesta come un intervento di emergenza per il rilascio di giornalisti italiani rapiti all’estero.
La lista delle persone contattate è lunga e di livello: Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera, Diego Della Valle, Patrizio Bertelli, esponenti della famiglia Moratti, Aleotti, Beretta, Caltagirone. Alcuni hanno intuito l’inganno e bloccato ogni comunicazione, ma almeno un paio di imprenditori sono caduti nella rete, convinti anche dalla promessa di un successivo rimborso da parte della Banca d’Italia. Al momento, uno solo ha sporto denuncia dopo aver perso quasi un milione di euro. Ma il numero delle vittime potrebbe salire rapidamente.
La truffa era orchestrata con cura: le vittime ricevevano una telefonata apparentemente dallo staff del ministro Crosetto. In alcuni casi, veniva addirittura utilizzata una voce perfettamente riprodotta grazie a sofisticati software di intelligenza artificiale. A rafforzare la messinscena, un sedicente generale o un fantomatico funzionario “Montalbano” che, con toni autorevoli, spiegava la necessità di un bonifico urgente. Dal 4 febbraio, il gruppo ha tentato più volte di portare a termine il raggiro, fino a quando alcune delle vittime hanno iniziato a insospettirsi ed è scoppiato il bubbone.
Il ministro Crosetto ha scoperto l’inganno grazie a una serie di telefonate sospette. “Un grande imprenditore mi ha chiesto come mai la mia segreteria avesse contattato la sua per avere il suo cellulare. Gli ho detto che era impossibile, avendo già il suo numero”, ha raccontato Crosetto. Dopo poco, un altro imprenditore lo ha chiamato direttamente, dicendogli di aver parlato con lui e con un generale, che gli aveva chiesto un bonifico di ingente valore. Resosi conto della truffa, il ministro ha allertato i carabinieri, che ora stanno lavorando con la procura di Milano, guidata dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola, per bloccare i flussi di denaro nei circuiti internazionali.
Tra le persone contattate dai truffatori c’è anche Massimo Moratti, che ha ammesso la sofisticazione del raggiro: “Questi sono bravi, sembrava tutto vero. Certo, uno non si aspetta una cosa del genere, ma può succedere a tutti”.
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