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Coghe (Pro Vita): “La legge sul fine vita è rischiosa e inopportuna”

Il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia: "È un tema molto divisivo e pericoloso, grave lasciare allo Stato una decisione di questo tipo"

Pubblicato:08-02-2022 17:41
Ultimo aggiornamento:08-02-2022 17:41

pro vita e famiglia
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ROMA – “Domani ribadiremo la nostra posizione per quel che riguarda il testo di legge sul fine vita. Lo faremo con la partecipazione di medici, rappresentanti della Chiesa e delle associazioni pro vita. Si tratta di un tema molto divisivo e pericoloso. Il rischio, infatti, nonostante i paletti messi dai relatori, è che questi paletti vengano buttati giù. Ci chiediamo inoltre se sia il momento opportuno di portare avanti leggi di questo tipo in un momento di crisi profonda e sociale“. Lo ha detto il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia, Jacopo Coghe in un’intervista con il direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

“Qualcuno dovrà giudicare i singoli casi – prosegue Coghe – ci saranno i comitati etici e forse un giudice che dovrà decidere quale vita sia degna di essere vissuta. Lasciare in mano allo Stato una decisione di questo tipo ci sembra un atto molto grave. Il rischio è che una volta aperto il recinto i buoi scappino. Solo 12 Paesi in tutto il mondo hanno un testo di legge sul suicidio assistito“, rimarca il vicepresidente della Onlus.

A proposito della libertà di scelta nella morte, Coghe spiega: “Il ‘bene vita’ viene tutelato dallo Stato e dalla Costituzione e non è un qualcosa di cui non possiamo disporre. Se un uomo prova a gettarsi dal ponte arriva il poliziotto a salvarlo e non a spingerlo, questo perché la tutela della vita a 360 gradi è ribadita più volte nella Costituzione”.


Infine, sul referendum eutanasia promosso, tra gli altri, dai Radicali, che ha ottenuto le firme necessarie ed è in attesa del vaglio della Corte costituzionale, il vicepresidente di Pro Vita e Famiglia osserva: “Su questo saremo ascoltati dalla Consulta e il 15 verrà presa una decisione sull’ammissibilità del quesito dei Radicali sull’eutanasia che di fatto è una grande propaganda. Se si dovesse andare al referendum è un pericolo enorme, verrebbe sdoganato l’omicidio“, avverte Coghe.

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