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Il giudice stoppa la richiesta della trasfusione no vax per il figlio. Il pediatra: “Genitori scellerati”

Il Tribunale di Modena dà ragione all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, che si era opposto alla richiesta di una famiglia di non utilizzare sangue proveniente da persone vaccinate per l'intervento al cuore del figlio di 2 anni

Pubblicato:08-02-2022 14:07
Ultimo aggiornamento:08-02-2022 16:27

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ROMA – Il Tribunale di Modena dà ragione all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, nella disputa contro una famiglia che aveva chiesto di non utilizzare sangue proveniente da persone vaccinate contro il Covid-19 per l’intervento al cuore a cui sarà sottoposto il figlio di 2 anni, in caso di trasfusione.

IL PEDIATRA DI MAURO: “IMPROPONIBILE LA POSIZIONE DEI GENITORI”

Una decisione che trova d’accordo il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), Giuseppe Di Mauro: “Plaudo alla alla decisione del giudice tutelare di Modena che ha accolto il ricorso dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, stabilendo che il bimbo deve essere operato. Non consentire una trasfusione al proprio figlio che ne ha bisogno è assurdo, è davvero impossibile pensare che possa accadere una cosa del genere. Si tratta di una questione di vita o di morte. Anteporre i propri ideali alla salute del proprio figlio è davvero improponibile“.

“BENE IL GIUDICE, SI RISCHIAVA UN PERICOLOSO PRECEDENTE”

Di Mauro insiste: “Siamo di fronte a due genitori scellerati, che antepongono il loro ideale alla salute del proprio figlio e che stanno giocando con la salute del proprio bambino. Si tratta di una decisione fuori dal mondo. In questi casi è giusto che siano intervenute le autorità giudiziarie. Bene, dunque, la scelta del giudice tutelare, perché se il piccolo fosse morto per il mancato intervento sarebbe stato un dramma nel dramma e si sarebbe creato un pericolosissimo precedente, anche per altre patologie”.


Il presidente della Sipps afferma infine: “Da un po’ di tempo non si sentivano decisioni in tal senso, quando i genitori non volevano vaccinare i propri figli contro il Covid-19. In questo caso, però, si è superato il limite e la scelta di questi genitori è al di fuori di ogni logica: fare questa trasfusione non equivale infatti a far stare bene il loro bambino, significa invece salvargli la vita”, conclude.

CNS: “SANGUE È FARMACO, NON SI PUO’ SCEGLIERE

di Chiara Organtini

Il campione di sangue donato e trasfuso in ragione di un intervento chirurgico non si può scegliere, si deve procedere esclusivamente ad una selezione in funzione della compatibilità del gruppo sanguigno. Il sangue raccolto dalle donazioni è soggetto a controlli per escludere agenti infettivi, è quindi un farmaco e come tale possiamo solo rifiutare di essere curati e quindi di subire una trasfusione di sangue, ma non possiamo scegliere quale tipo di sangue vogliamo ricevere“. Non ci sono incertezze nelle parole di Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue (Cns), costola indipendente dell’Istituto superiore di sanità, che pochi giorni fa ha fatto, sui propri social, un’operazione di debunking, svelando le false notizie su sangue e vaccini anti-Covid. Interpellato dalla Dire, il direttore del Cns interviene sulla vicenda del piccolo in attesa di un intervento cardiologico, i cui genitori hanno chiesto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna di voler utilizzare solo sangue di persone non immunizzate con vaccino anti Covid. L’ospedale si è rivolto al giudice del tribunale dei minori di Modena e il giudice tutelare ha dato ragione all’ospedale, affermando quanto detto anche da De Angelis: “Vi sono tutte le garanzie di assoluta sicurezza nel sangue fornito dall’ospedale, qualsiasi sia la sua provenienza”. Non c’è alcuna ragione scientifica per impedire quindi l’intervento sul bambino, operazione peraltro urgente e necessaria, hanno detto i medici bolognesi. Adesso che la situazione sembra risolta, rischia di lacerarsi però ancora di più il rapporto medico-paziente perché la famiglia potrebbe rifiutare le cure al piccolo. Come se ne esce? “Temo che alla base della decisione dei genitori vi siano informazioni incontrollate e non verificate– prosegue de Angelis- Ricorda quando l’attore Enrico Montesano disse che il sangue donato dai vaccinati si coagulava? Poi si scusò dicendo di aver ricevuto informazioni sbagliate e fece un passo indietro su questo, anche perché le persone che volevano donare non lo fecero per timore che il sangue effettivamente presentasse problemi e venisse gettato”. 

“Io credo che vi siano molte paure e tante informazioni sbagliate in questa vicenda. Abbiamo sentito tante notizie false: che il sangue dei vaccinati trasmette il vaccino e che sempre attraverso il sangue vi si trasmettono cellule animali derivate dal vaccino. Tutto questo non è vero. Se ci sono dubbi dobbiamo fidarci della scienza e delle fonti referenziate- rimarca il direttore del Cns- Intorno al sangue girano troppe false credenze”. Il direttore non ha preso contatto diretto con il sant’Orsola di Bologna “ma, come autorità nazionale competente sul sangue, siamo stati informati dalla regione Emilia Romagna che era in atto questa discussione tra la famiglia del bambino e l’ospedale- spiega de Angelis- La nostra posizione è che non c’è alcuna ragione per precludere l’uso del sangue delle persone vaccinate, anzi. Rispetto a quello delle persone non vaccinate o che non hanno contratto il Covid, è un sangue che ha il vantaggio di avere gli anticorpi, come diversi altri anticorpi che abbiamo nel nostro sangue, a seguito di vaccini e malattie superate e non più trasmissibili. Del resto, con una percentuale così alta di persone vaccinate contro il Covid o che hanno fatto la malattia e non sono poche- continua De Angelis- è molto difficile trovare persone senza anticorpi”.

Resta sullo sfondo la questione da un punto di vista etico: di sangue se ne raccoglie sempre troppo poco e fare appello al sangue dei non vaccinati induce le persone ad allontanarsi dall’atto di donare. “Soprattutto in questo momento in Italia siamo carenti di sangue, a causa della pandemia, delle restrizioni e anche dei timori- conferma De Angelis- l’appello quindi non è ‘fatemi scegliere il sangue’ ma andate a donare. La donazione è anonima, sulla sacca non vi è scritto se il donatore è alto o basso e di che religione è. Il sangue cura, perchè è un farmaco, e l’unico criterio determinante, dopo la sua raccolta, è l’uso che se ne può fare sulla persona da salvare”, conclude il direttore Cns.

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