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Landini: “Conte ci ascolti, la piazza di domani è solo l’inizio. Non ci fermeremo”

ROMA - "Il governo fino adesso non ci ha ascoltato, abbiamo una piattaforma, chiediamo di aprire una vertenza e il premier,

Pubblicato:08-02-2019 14:05
Ultimo aggiornamento:08-02-2019 14:05

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ROMA – “Il governo fino adesso non ci ha ascoltato, abbiamo una piattaforma, chiediamo di aprire una vertenza e il premier, che è il nostro interlocutore, sa benissimo che non ci fermeremo alla manifestazione di domani visto che le cose vanno sempre peggio”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini, alla Stampa estera.

“MANOVRA SBAGLIATA, RISCHIO NUOVI TAGLI”

Con le previsioni di pil e produzione industriale “le previsioni del governo non sono raggiungibili, c’è il rischio concreto di nuova manovra con nuovi tagli. Che fosse una manovra miope e recessiva l’avevamo detto a ottobre”. dice Landini alla Stampa estera. “Con l’Europa il governo ha portato a casa zero, è solo stata una manfrina elettorale”, sottolinea. “La manovra va cambiata”.

“SU MIGRANTI NEL GOVERNO TUTTI DIETRO A SALVINI, INACCETTABILE”

“Chiudere i porti e rifiutare l’accoglienza come ha fatto Salvini portandosi dietro tutto il governo è inaccettabile. Il problema dell’immigrazione va affrontato ma non così”, afferma ancora il leader della Cgil.


“DI MAIO HA PAURA DI SUA OMBRA, NON REGGE CONFRONTO”

Di Maio non vuole confrontarsi perché ha paura. L’attacco diretto arriva da Maurizio Landini, alla vigilia della manifestazione a Roma di Cgil, Cisl e Uil “per cambiare le scelte dell’Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito”. Al capo politico M5S, che ha criticato l’iniziativa dei sindacati dicendo “non scendevano in piazza contro la Fornero”, il neosegretario della Cgil ha risposto piccato in diretta a Circo Massimo, su Radio Capital: “Forse Di Maio non c’era. Facemmo manifestazioni e scioperi generali sia contro la Fornero che contro il Jobs Act. Come Cgil abbiamo raccolto firme per sostenere referendum e abrogare leggi sbagliate. Di Maio ha paura anche della sua ombra. Dire che non siamo rappresentativi quando abbiamo 12 milioni di iscritti vuol dire che si ha paura del confronto, paura di non essere in grado di reggere il confronto. Lui sa perfettamente che i sindacati hanno consegnato un testo e delle proposte al governo. Non diciamo che quello che il governo ha fatto non ci piace, ma che ci sono tante cose da fare che nella manovra non ci sono”.

“DI MAIO INCONTRA GILET GIALLI E NON NOI”

“È singolare che un rappresentante del governo incontri un movimento francese che contesta il governo francese mentre in Italia non si confronta con i sindacati”. Lo ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini alla Stampa estera. “Se sono così attenti a chi contesta dovrebbero stare attenti anche a chi contesta loro”. La crisi diplomatica con la Francia “preoccupa e aumenta l’isolamento dell’ Italia quando invece per cambiare le cose in Europa abbiamo bisogno di costruire alleanze”.

“MANOVRA MIOPE E RECESSIVA, CENTRI IMPIEGO NON CREANO LAVORO”

La manovra è “miope e recessiva” e i sindacati criticano le misure cardine, a partire dal reddito di cittadinanza: “Noi abbiamo proposte anche sulla lotta alla povertà. La nostra critica è su come la si combatte, se davvero questo è il metodo migliore. La povertà non è solo dare un lavoro, si può essere poveri anche lavorando. Qui si mescola la lotta alla povertà con le politiche del lavoro e si rischia di fare casino su tutti e due”, dice Landini. E continua: “Non sono i centri per l’impiego che creano lavoro ma gli investimenti. E in questa manovra c’è un taglio degli investimenti. Bisogna rilanciarli. E trovo contraddittorio che per creare lavoro stabile si assumono dei navigator precari”.

“PENSIONI D’ORO A SINDACALISTI? ABBIAMO STESSE REGOLE ALTRI”

Per quanto riguarda il taglio alle “pensioni d’oro dei sindacalisti” sbandierato e annunciato da M5S, “sulle pensioni i sindacalisti hanno le stesse regole di tutti gli altri lavoratori. Se qualcuno le ha violate, si intervenga”. Maurizio Landini, neosegretario della CGIL lo dice a Circo Massimo, su Radio Capital. “Vogliono usare una cosa che non c’è. Voglio ricordare che il mio stipendio è pagato dai lavoratori che liberamente si iscrivono al sindacato. Quello dei politici invece lo paghiamo tutti noi”, dice Landini.

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