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Somalia, l’ong di Mogadiscio: “Voto con incubo corruzione”

"In Somalia ci sono più di 11 milioni di abitanti ma a decidere sono solo in 14 mila", dice il direttore dell'ong Marqaati

Pubblicato:08-02-2017 17:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:53

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ROMA – “In Somalia ci sono più di 11 milioni di abitanti ma a decidere sono solo in 14 mila; un problema, per la democrazia e soprattutto per la corruzione”: Mohammed Mubarak, direttore dell’ong Marqaati, risponde da Mogadiscio alle domande della DIRE sull’elezione del presidente. A scegliere il nuovo capo dello Stato, l’ex primo ministro Mohamed Abdullahi Farmajo, sono stati oggi 275 deputati e 54 senatori. Parlamentari non eletti a suffragio universale ma designati da 14.025 delegati, espressione di 135 rappresentanti di clan. Il meccanismo di voto è emerso dopo oltre 20 anni di conflitto civile ma, secondo Mubarak, finisce per alimentare irregolarità, pressioni e addirittura compravendita di preferenze.

Mohamed Abdullahi Farmajo

“Queste elezioni sono state un’occasione d’oro per Al Shabaab” dice il direttore di Marqaati, in riferimento al gruppo islamista in lotta contro l’esecutivo di Mogadiscio e le truppe dell’Unione Africana che lo sostengono: “Dall’inizio delle votazioni il governo ha perso ancora più legittimità”. Secondo un’inchiesta rilanciata oggi dal ‘New York Times’, in coincidenza con le elezioni parlamentari di ottobre sono passati di mano in modo illegale almeno 20 milioni di dollari. Dati compatibili con quelli diffusi dai ricercatori dell’ong Transparency International: nel 2012, quando fu eletto presidente Hassan Sheikh Mohamud, per scegliere il deputato “giusto” diversi capoclan avrebbero intascato l’equivalente di 5000 dollari.

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