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In ufficio fino al parto? Il ginecologo tuona: “È un ricatto”

BOLOGNA - Preconizzando rotture delle acque in ufficio davanti a un cliente, ed elencando le numerose difficoltà che una donna

Pubblicato:08-01-2019 18:04
Ultimo aggiornamento:08-01-2019 18:04

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BOLOGNA – Preconizzando rotture delle acque in ufficio davanti a un cliente, ed elencando le numerose difficoltà che una donna al nono mese di gravidanza dovrà affrontare lavorando fino a poco prima del parto, il presidente della commissione tecnico consultiva sul percorso nascita della Regione Emilia-Romagna, Giuseppe Battagliarin, è andato all’attacco della nuova norma sul congedo di maternità.

“Premuratevi di istruire fin d’ora colleghe e colleghi perché in seguito non si preoccupino vedendovi cambiare espressione ed aumentare la frequenza respiratoria per colpa delle contrazioni uterine e soprattutto non dimenticate di tenere a portata di mano pannoloni per assorbire il liquido amniotico evitando di trovarvi inondate e fradice nel bel mezzo di una riunione di lavoro o mentre parlate con un cliente”. E questa è solo una delle tante considerazioni che il presidente della commissione nascita ed ex primario di Ginecologia all’ospedale di Rimini ha pubblicato in un lungo post su Facebook, rilanciato da alcuni quotidiani on line e ora anche lodato del Popolo della famiglia. Infatti Battagliarin viene ringraziato “per aver evidenziato che questa legge non apporta alcun beneficio alle future mamme, ma rischia di divenire invece un vero e proprio ritorno ad antiche schiavitù”, scrive in una nota Marcello Faustino, vicepresidente del Popolo della Famiglia di Ravenna.

“Dimenticate le conquiste femministe, ora sì che siete super donne”

E, prosegue ironicamente Battagliarin, rivolto alle donne: “Dopo anni di coercizioni a cui sono state obbligate coloro che vi hanno preceduto dovendosi assentare dal lavoro al settimo o all’ottavo mese, per colpa delle inutili conquiste ottenute dal movimento delle donne e delle lavoratrici”, ora “finalmente potete vedere riconosciuta e sancita la vostra innata e fisiologica capacità di essere super donne“.


Elencando tutte le impellenze che una donna deve affrontare, con l’aggiunta delle difficoltà al nono mese, come l’aumento di peso fino a 12 chili, o la fatica a riposare la sera quando il bambino scalcia, o le gambe pesanti o il reflusso gastrico, o ancora il bisogno di andare spesso in bagno e il possibile incremento della glicemia, il presidente della commissione regionale nascite avvisa la “super donna”. E afferma che “la norma suona come un sottile ed implicito ricatto: ti piacerebbe stare con tuo figlio cinque mesi filati con uno stipendio garantito? Allora lavora fino all’insorgenza del travaglio”. Insomma, attacca Battagliarin, “sono stati davvero generosi i legislatori nell’elargire ciò che era già di vostra proprietà. Una cosa è certa: questa idea non è venuta ad una donna“.

“Avremo quindi eroine obbligate ad un pericoloso super lavoro”

Chi ha scritto quella legge, aggiunge, dimentica che “le donne italiane hanno uno dei più bassi tassi di riproduzione al mondo e uno dei più alti indici disoccupazione tra i paesi industrializzati”. E questo per il ginecologo “significa che avremo quindi eroine obbligate ad un pericoloso super lavoro perché desiderano una gravidanza mentre la maggior parte delle altre non potranno permettersi un figlio, pur avendo il tempo di farlo, per mancanza di risorse economiche essendo disoccupate”.

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“La responsabilità scaricata su un ginecologo”

Infine, il tema del medico che dovrà decretare l’idoneità a lavorare anche al nono mese “sollevando da ogni responsabilità il pilatesco legislatore sarà un ginecologo”. Ora questo dovrà certificare l’idoneità a “distanza di tre mesi sapendo che le possibili patologie del terzo trimestre sono più frequenti e spesso possono essere imprevedibili, prima tra tutti: il parto prematuro“.

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