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Strage in Senegal, i ribelli accusano i contrabbandieri

I separatisti dell'Mfdc: "Consolidare la tregua e fermare i becchini della pace"

Pubblicato:08-01-2018 15:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:19

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ROMA – L’impegno a favorire la fine del conflitto armato, consolidando una tregua sottoscritta nel 2014, e’ stato ribadito dai ribelli del Mouvement des forces democratiques de Casamance (Mfdc) dopo un agguato che in questa regione del Senegal ha provocato 13 morti. In una nota pubblicata oggi sul loro sito internet, i responsabili dell’Mfdc sostengono di “condannare in modo fermo” la strage e di non volersi fare “distrarre o disorientare dai becchini della pace”.

Nell’agguato sarebbero rimasti uccisi 13 giovani, alcuni dei quali adolescenti, sorpresi mentre stavano raccogliendo legna in un bosco.

L’esercito di Dakar, in lotta contro i separatisti del Mouvement dal 1982, ha collegato la strage al recente rilascio di due militanti dell’Mfdc.


I ribelli hanno negato ogni coinvolgimento e puntato il dito contro responsabili amministrativi e ufficiali locali, “alla guida di un’ampia rete clandestina che si arricchisce con il contrabbando del teck”.

Stretta tra il Senegal e la Guinea Bissau, la Casamance e’ una regione ricca di foreste, a forte componente cristiana in un Paese perlopiu’ musulmano. Le violenze erano diminuite dopo l’accordo di cessate il fuoco del 2014 ma il rischio di nuove escalation e’ confermato indirettamente dall’impegno anche internazionale a sostegno del processo di pace.

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