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Maroni non si candida in Lombardia. “Disponibile per la politica nazionale”

Di Maio? 'E' una Raggi al cubo. Se dovesse andare al governo l'Italia potrebbe finire come Spelacchio'

Pubblicato:08-01-2018 12:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:19
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MILANO – “Confermo che non mi ricandiderò. È una decisione autonoma e personale condivisa con Salvini e Berlusconi tempo fa, coi quali abbiamo convenuto di tenerla segreta fino al momento opportuno, che è arrivato”. Ecco la conferma del governatore lombardo Roberto Maroni sulla sua rinuncia al secondo mandato regionale, durante il dopogiunta a Palazzo Lombardia.

Questa a detta di Maroni è “una valutazione personale per cui chiedo il rispetto. Con la politica ho una lunga storia d’amore lunga un quarto di secolo ricca di passione. Come tutte le storie d’amore quella tra me e la politica non finirà mai, perché fa parte di me. Non ho pretese da fare e non ho bisogno di far carriera, io mi metto a disposizione”.

La disponibilità del governatore lombardo è quella relativa a uno scenario nazionale: “Ho preoccupazione- dice- che Di Maio possa assumere un incarico di governo, Di Maio che Maroni considera “la Raggi al cubo”.


Dunque “se dovesse andare al governo l’Italia potrebbe finire come Spelacchio“, ammette Maroni. Per quanto riguarda il proprio successore, ossia chi andrà a sfidare il prossimo 4 marzo il candidato del centrosinistra a Palazzo Lombardia, Giorgio Gori, Maroni sottolinea che ieri c’è stato “un incontro ad Arcore dove è stato individuato il candidato, una persona che conosco bene e che sosterrò”.

L’annuncio, come specifica il governatore, ci sarà nel pomeriggio, anche se la voce più insistente dà come candidato di centrodestra l’ex sindaco leghista di Varese Attilio Fontana.

“Voglio chiudere il mandato con la firma dell’accordo sull’autonomia”, sottolinea il governatore, che fa sapere la sua presenza domani pomeriggio a Roma “per concludere la fase uno della trattativa”, mentre “a metà gennaio al tavolo di Milano vorrei iniziare a parlare di risorse. Voglio che il prossimo Parlamento ratifichi l’accordo senza entrare più nel merito e, io sono ottimista, che si possa firmare prima”.

Infine, Maroni dribbla le voci di presunti screzi con il segretario leghista Matteo Salvini. “Tutte le decisioni del mio segretario le accetto e le condivido- spiega- e la mia decisione “non ha niente a che fare con dissidi con Salvini. Salvini premier è una candidatura che sostengo”, conclude.

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