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Da luogo di cultura a immobile vuoto, la triste fine di Palazzo Incontro a Roma

Tre anni fa era uno dei luoghi culturali più importanti della Capitale, oggi è abbandonato

Pubblicato:08-01-2018 11:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:19

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ROMA – Tre anni fa era uno dei luoghi culturali più importanti di Roma, l’unico spazio del centro storico dove poter contemporaneamente comprare un libro, visitare una mostra e fermarsi a pranzo. Oggi non è altro che uno dei tanti luoghi polverosi e abbandonati della città. Stiamo parlando di Palazzo Incontro, in via dei Prefetti 22, chiuso a settembre 2015.

La struttura, voluta dalla Provincia di Roma ai tempi della presidenza di Enrico Gasbarra (sulla facciata del palazzo la targa recita: “Dopo anni di abbandono si riconsegna ai cittadini questo prestigioso edificio che prende il nome di Palazzo Incontro – 27 ottobre 2006”) e poi diventata un polmone culturale con il quinquennio di Nicola Zingaretti, si presenta oggi con i portoni sbarrati e le finestre oscurate.


L’immobile da oltre due anni è tornato in mano a Bnp Paribas, la banca che gestisce il fondo in cui confluirono gli immobili della Provincia di Roma. In questo lasso di tempo l’edificio è stato completamente liberato, ma nonostante l’interesse da parte di alcuni investitori privati per acquistarlo, continua a non avere un futuro.

Un peccato considerato che in quella zona della Capitale manca uno spazio culturale di livello, capace tra l’altro di coinvolgere realtà private com’era prima della chiusura, con la casa di produzione Fandango che aveva aperto una libreria e la piattaforma di ristorazione Settembrini che organizzava brunch e caffetteria.

I romani apprezzarono quella proposta culturale e impararono a frequentare Palazzo Incontro sia per le mostre (migliaia i visitatori per Giacomo Manzù, per i disegni di Andrea Pazienza, i reportage fotografici di Tiziano Terzani, gli scatti di Henri Cartier Bresson, Franco Fontana, Elliot Erwitt o Wim Wenders) sia per le presentazioni dedicati ai libri, al cinema e al teatro organizzati da Fandango.

L’auspicio di tanti è che si trovi una soluzione che possa ridare alla Capitale un luogo fruibile e aperto per i cittadini.

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