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Lieto (vicesindaca Napoli): “Appuntamenti come Arkeda rivoluzionano il settore”

Sono stati oltre 10mila i visitatori professionali di Arkeda. L’edizione 2022 ha fatto registrare un incremento di imprese di costruzione, distributori, grossisti

Pubblicato:07-12-2022 13:31
Ultimo aggiornamento:07-12-2022 14:05

laura lieto arkeda
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NAPOLI – “Abbiamo creato quello che mancava in una metropoli come Napoli. Abbiamo indovinato per la sesta volta, perché tante sono le fiere che organizziamo alla Mostra d’Oltremare, con la soddisfazione totale e piena. Credo di aver dato a Napoli, sempre un po’ bistrattata, un’altra opportunità per emergere, finalmente, sulla cronaca buona”. Così Angioletto de Negri, patron di Progecta, commentando la nona edizione di Arkeda, il salone dell’architettura, edilizia, design e arredo che si è chiusa alla Mostra d’Oltremare di Napoli.

Sono stati oltre 10mila i visitatori professionali che hanno affollato i tre padiglioni di Arkeda per fare visita ai 136 espositori presenti. L’edizione 2022 ha fatto registrare un incremento di imprese di costruzione, distributori, grossisti. Spazio alla formazione con quattro laboratori e 18 convegni e corsi di aggiornamento con crediti formativi nonché sei mostre di eccellenza, sei sale tematiche e un teatro delle idee.

Arkeda è un luogo di sperimentazione. Tentiamo sempre nuovi linguaggi – spiega il direttore scientifico della manifestazione, Roberto Cappelli – per coinvolgere la classe professionale degli architetti, il laboratorio è uno di questi. L’azienda si presenta in una arena dove non spiega le caratteristiche commerciali del prodotto ma le caratteristiche tecniche, la filosofia, il modo di usare correttamente la propria ricerca. L’architetto legge l’azienda in modo diverso, nuovo”.


La presenza di un appuntamento come Arkeda a Napoli – sottolinea Laura Lieto, vicesindaca del Comune di Napoli – è rilevante, non soltanto dal punto di vista dell’industria delle costruzioni ma anche dal punto di vista dell’innovazione. Siamo in tempi di Next generation Eu, transizione ecologica. È importante avere uno spazio espositivo dove c’è il meglio dell’innovazione sui materiali, della compatibilità delle prestazioni dal punto di vista energetico, dal punto di vista della sostenibilità. Questa è una cosa che rivoluziona l’industria del settore e credo che l’apporto del design, in particolare del design italiano, sia determinante ai fini di una migliore qualità sia dal punto di vista della produzione degli spazi interni, che degli spazi esterni. È quindi importante che la Mostra d’Oltremare di Napoli continui ad avere uno spazio, con Arkeda alla nona edizione, dove operatori, professionisti, studiosi, e mi auguro anche gli studenti, sempre più numerosi possano partecipare a questo evento e possano far circolare informazioni, modi di fare e pratiche innovative che sono assolutamente fondamentali nell’industria delle costruzioni, dell’interior design e dell’allestimento degli spazi della vita quotidiana“.

Arkeda è un Salone professionale, per definizione un punto di sintesi e di incontro di diverse figure che – sottolinea Lorenzo Capobianco, presidente dell’Ordine degli architetti di Napoli e provincia – ognuno per le proprie competenze hanno a che fare con la trasformazione nello spazio. E questa trasformazione si fa a partire dai materiali di costruzione che hanno il loro aggiornamento, il loro sviluppo di cui tutti devono avere contezza che si incontrano con le competenze di quelle figure con quei materiali sanno dove e come usarli e quindi abbiamo architetti, ingegneri e tutti gli operatori del settore il cui lavoro deve essere necessariamente un lavoro congiunto per la qualità e la cultura del progetto”.

“Siamo contentissimi di stare qui per il nono anno. Siamo sempre stati qui e crediamo in questa manifestazione che – rimarca Raffaele De Rosa, vicepresidente dell’ordine degli Ingegneri di Napoli – rimane l’unica nel Sud Italia, la prima a Napoli, per cui è ben vista dagli ingegneri, anche per i momenti formativi che noi garantiamo attraverso Arkeda, in una simbiosi con gli architetti che sono diventati i nostri fratelli di sangue su cui questa dicotomia, atavica e passata, non c’è più. C’è questa collaborazione continua, una miscellanea di saperi e di competenze che fanno solo bene alla nostra categoria. E la consapevolezza di acquisire maggiore vicinanza fra i due enti può solo migliorare la condizione in cui gli ingegneri e gli architetti si sono trovati e che spero migliorino nel tempo”.

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