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Maltempo, Zaia: “In montagna è un casino, state a casa e non intralciate per fare le storie di Instagram”

Il governatore del Veneto sta lavorando ad un'ordinanza: "Già aperto lo stato di crisi, ora dobbiamo far lavorare i nostri uomini per riaprire le strade"

Pubblicato:07-12-2020 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:42

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BOLOGNA – “Faccio appello ai cittadini: non intralciate il traffico in montagna, perché siamo nei casini. Non escludo anche un’ordinanza, la stiamo già abbozzando”. A dirlo è il governatore del Veneto, Luca Zaia, durante la conferenza stampa di questa mattina.

Dopo l’ondata di maltempo di ieri, segnala, “abbiamo frane ciclopiche e strade chiuse: è solo una rotta di palle se venite lì. Fatele altrove le storie di Instagram. Non abbiamo bisogno del turismo del macabro“. Quindi, ribadisce il governatore, “non intasate le strade di montagna, muovetevi solo per estrema necessità. Evitiamo di fare giri per andare a vedere quanto fango c’è. Adesso abbiamo bisogno di fare lavorare con tranquillità i nostri uomini, per riaprire le strade in sicurezza”.

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APERTO LO STATO DI CRISI: DANNI PER MEZZO MILIARDO DI EURO

Secondo Zaia la stima dei danni causati dal maltempo ieri in Veneto viaggia già intorno a mezzo miliardo di euro: “Ho già dichiarato lo stato di crisi”. Ora, insieme ai sindaci, partirà la conta esatta dei danni per poi aspettare la dichiarazione di stato di emergenza da parte del Governo. “C’è ancora in piedi quella per la Sardegna- sottolinea il governatore- credo che metteranno insieme più stati di crisi, penso ad esempio anche all’Emilia-Romagna per l’esondazione del Panaro. Peraltro abbiamo ancora in piedi il fortunale estivo: spero che venga recuperato, perché anche quella è una partita importante”.

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Il governatore ci tiene a sottolineare che la “tragedia di queste ore non è da poco. Non sto qua a dire di frane, evacuati e strade chiuse. Mi interessa dire piuttosto che c’è stata più acqua del 2010“. Dieci anni fa caddero 586 millimetri di pioggia, che mandarono sott’acqua 235 Comuni con 10.040 famiglie allagate, ricorda Zaia. Ieri invece sono caduti circa 624 millimetri di pioggia. Eppure, rivendica il presidente della Regione, “Vicenza non è andata sott’acqua grazie alle opere che abbiamo fatto. Senza quelle, città come Vicenza andavano sott’acqua e molti altri paesi”. Quindi, insiste Zaia, “le opere hanno funzionato. Però sui giornali non vedo parlare della Regione. Noi abbiamo fatto il nostro dovere, ma non posso non ricordare le battaglie in questi anni coi comitati, gli espropri e le segnalazioni alle autorità”. Il governatore poi aggiunge: “La natura tenta di riappropriarsi del territorio ogni giorno, non possiamo pensare di essere invincibili. Il dissesto ci sarà sempre, noi dovremo fare in modo che l’impatto sia il minore possibile. Ma un po’ di sfogo glielo dobbiamo lasciare”.

ZAIA NON ESCLUDE UNA NUOVA ORDINANZA

Il periodo di Natale con “le compere e le passeggiate per i negozi” preoccupa il governatore del Veneto, che sta valutando un’ulteriore ordinanza restrittiva per evitare gli assembramenti. “Non lo escludo. Siamo in un periodo difficile, che è quello del Natale- spiega il presidente- quindi quello delle compere e delle passeggiate per negozi. Dovremo evitare gli assembramenti e le occasioni di diffusione del virus”. Zaia lancia dunque l’ennesimo appello. “I cittadini devono collaborare: la maggioranza si comporta in maniera ineccepibile, ma c’è sempre qualcuno che pensa che il virus non esiste. Ho visto delle foto di questo fine settimana, non siamo al livello delle luminarie inaugurate sabato (a Riccione, ndr), ma ci vuole coscienza che il virus esiste“.

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Zaia ribadisce poi la sue perplessità anche sul Dpcm natalizio del Governo. “Continuo a dire che è sperequativo– afferma- si sappia che se l’obiettivo è evitare assembramenti e cenoni con 30 persone, nelle grandi città non cambierà nulla. Anche il Cts ha condiviso le mie osservazioni”. “Ci sono timide flessioni delle curva, questo è innegabile- commenta Zaia- abbiamo raggiunto la parte apicale dell’infezione, ora si tratta di capire se torna a ripartire o se pian piano scende”. La pressione sugli ospedali però “c’è, in maniera visibile. Sono pieni, abbiamo raggiunto numeri importanti: abbiamo 572 terapie intensive occupate, tra covid e non, che sono 50 in più rispetto a marzo, quando però avevamo il lockdown e quindi non avevamo altre patologie”. A conti fatti, comunque, “siamo ancora tra quelli bassi per le terapie intensive- afferma Zaia- abbiamo molte Regioni sopra la nostra. Siamo al 30,8% nelle intensive e al 43% negli altri reparti: non abbiamo numeri sballati” rispetto alle soglie nazionali rispettivamente del 30% e 40%. “Il nostro potenziale è di mille terapie intensive– aggiunge Zaia- per chi vuole vedere una a una dove sono dislocate, abbiamo un dossier con le planimetrie dove i letti sono anche georeferenziati. Per dire a che livello abbiamo fatto la programmazione. Potremmo ampliare anche di più ma il fattore limitante è il personale: ogni settimana facciamo manifestazioni di interesse”. Nel complesso, però, “la macchina si è messa in moto bene”, afferma Zaia.

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