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Antonella Bellutti candidata alla presidenza del Coni: “Libera contro pregiudizi”

È l'unica atleta azzurra ad aver aver fatto parte della Nazionale di tre differenti federazioni e ad aver gareggiato sia alle Olimpiadi estive che in quelle invernali

Pubblicato:07-12-2020 18:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:43

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ROMA – “Il barone De Coubertin diceva che l’importante è partecipare, non vincere. Però lo diceva solo agli uomini“. Ma Antonella Bellutti, prima candidata donna della storia alla presidenza del Coni, al semplice ‘partecipare’ non pensa proprio: “Questo movimento è nato per tracciare un percorso e ispirare ma io non corro per folklore. Mi candido per portare a casa un risultato, come è sempre stato nella mia storia sportiva“. E lo fa per affrontare un mondo in cui “il sistema di gestione del potere è consolidato e maschile, una vera roccaforte”. Nata a Bolzano, 52 anni, due volte campionessa olimpica con gli ori nel ciclismo su pista ad Atlanta ’96 (inseguimento) e Sydney 2000 (corsa a punti), Bellutti racchiude nella sua storia le infinite peculiarità di chi rompe gli schemi. È l’unica atleta azzurra – sia donna che uomo – ad aver aver fatto parte della Nazionale di tre differenti federazioni (atletica, ciclismo, bob) e l’unica ad aver gareggiato sia alle Olimpiadi estive che in quelle invernali. Laureata in Scienze motorie e preparatrice atletica oltre che manager sportiva, per tre anni ha fatto parte della Giunta Coni: oggi è una scialpinista freerider, ma anche una scrittrice, una chef di cucina vegana ed è proprietaria di una locanda in Trentino. Ma tutto questo universo che negli ultimi anni si è costruita intorno alla sua vita non le ha impedito di tornare a essere protagonista. “Avevo deciso di allontanarmi dal mondo dello sport per capire cosa mi restava della varie esperienze fatte- racconta Bellutti in una conferenza stampa organizzata con il sostegno di Assist (Associazione nazionale atlete)- Grazie alla stabilità che ho ritrovato, ho maturato la consapevolezza di dovermi impegnare in prima persona affinché la possibilità di un cambiamento non fosse ancora delegata solo ad altri. Non potevo rimanere arroccata nella mia ‘comfort zone’ ad aspettare, ma dovevo attivarmi in prima persona”.

Bellutti non parla ancora di programmi elettorali verso il voto del 2021, ma la sua visione del Coni è già chiara. L’obiettivo è “liberare il Comitato dalle logiche di burocrazia, di strumentalizzazione che ho conosciuto e a volte subito. Non è facile decidere di mettersi in gioco e scegliere di esporsi a critiche e difficoltà ma, per la persona che sono, sarebbe più difficile non farlo”. Una decisione non maturata negli ultimi tempi ma già “qualche anno fa” e “necessaria, un modo attraverso cui sento di esprimere la mia gratitudine allo sport”.

Non nuova al mondo della politica sportiva, Bellutti già nel 2001 in conseguenza della riforma Melandri venne eletta nella Giunta del Coni in quota atleti, “sovvertendo i pronostici. Ecco, a 20 anni di distanza vorrei che fossimo capaci di fare un ulteriore salto di qualità e che lo sport fosse diretto non solo da chi ha le competenze manageriali ma da chi lo ha vissuto anche ad alto livello”. Bellutti non porta in dote al Coni ‘solo’ la sua esperienza sportiva, ma anche un bagaglio personale che punta dritto alla rivoluzione culturale. “Le mie scelte, anche nella vita privata, mi hanno consentito di liberarmi felicemente di pregiudizi e discriminazioni- racconta- Non mi sento più vittima di ciò che la discriminazione mi nega, ma mi sento una persona capace di vivere in maniera autentica le proprie scelte con il valore aggiunto di chi vuole contrastare la discriminazione. E sono molto fiera di affrontare questa candidatura come donna, atleta, componente della comunita’ Lbgt+ e vegana: vorrei che tutte queste mie diversità fossero un esempio da accogliere e non da tollerare”.


Bellutti ha sottolineato di aver sentito il presidente del Coni, Giovanni Malagò, “con cui condivido l’amore sconfinato per lo sport e con cui sono sicura costruiremo un confronto ricco, leale e costruttivo”, e di non aver incontrato il ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora. Quanto all’attualità che vive oggi la politica sportiva, alle prese con la Riforma voluta dal Governo e con i “contrasti” tra Coni, Sport e Salute e Ministero, la sua idea è altrettanto chiara. “Hanno impoverito il dialogo riducendolo a uno scontro di potere che rischia di compromettere il lavoro centenario che ci ha portato a essere un’eccellenza in tutto il mondo. La storia del Coni è un riferimento cui tutti devono guardare, c‘è bisogno sicuramente di un rinnovamento ma deve essere costruito intorno a dei punti fermi, tutelato con un ministero dotato di portafoglio, con fondi strutturali e sostegno al territorio“. La strada verso la primavera del 2021, quando il mondo dello sport sceglierà a chi affidare il Coni per il prossimo quadriennio, è tracciata. “Siamo una nicchia piccolissima- conclude Bellutti- ma il valore di questa esperienza resterà come eredità, se dimostriamo che io sono la testa d’ariete di un movimento che mi spinge e di cui la dirigenza del futuro dovrà tenere conto”.

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