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VIDEO | A Napoli un presepe di pizza per celebrare i tre anni di riconoscimento Unesco

Per l'esposizione è stata scelta la basilica di Santa Chiara. Artigiani del presepe e della pizza hanno lavorato per mesi alla realizzazione dell'installazione

Pubblicato:07-12-2020 13:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:42

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https://vimeo.com/488083190

NAPOLI – Un presepe alto due metri e realizzato, interamente a mano, con l’impasto della pizza è visitabile da oggi all’interno della basilica di Santa Chiara, nel cuore del centro storco di Napoli. L’opera nasce per celebrare il terzo anniversario del riconoscimento Unesco all’arte del pizzaiuolo napoletano, iscritta dal 7 dicembre 2017 nell’elenco dei patrimoni immateriali dell’umanità. Artigiani del presepe e della pizza hanno lavorato per mesi alla realizzazione dell’installazione, composta di sughero e legno, ma anche da acqua e farina, gli ingredienti della pizza, cotti in forno cosi’ da tenere insieme tutti gli elementi “classici” che compongono un presepe.

“Celebriamo due arti che si incontrano – ha spiegato Sergio Miccù, presidente dell’associazione pizzaiuoli napoletani – e che non devono perdersi. La pizza e il presepe rappresentano la storia antica della città di Napoli, due arti che vanno valorizzate e preservate”. Per l’esposizione si è scelta la basilica di Santa Chiara anche per le concomitanti festività natalizie e per garantire visibilità all’opera, pur in epoca Covid. Sarà infatti fruibile alle persone che normalmente, nel rispetto delle normative vigenti, si recano in chiesa. Alla maestria dei pizzaioli si è unita quella dei presepiai, capaci di creare un connubio tra le due arti.


“I pizzaioli – ha raccontato l’artigiano e musicista partenopeo Salvatore Iasevoli – hanno impastato questa pasta di pizza, poi conta, con farina e acqua che hanno di fatto sostituito la colla e lo stucco. Sono meravigliato dalla bellezza di quest’opera. La pizza si sposa bene con il legno, è il materiale che consente di cuocerla come si fa a Napoli, ma l’intuizione di unire questa arte con quella dei presepiai mostra quanto la nostra cultura non abbia tempo né frontiere”.

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