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Regionali, diecimila a Bologna per Bonaccini: c’è anche qualche ‘sardina’ e Prodi

la manifestazione di Piazza Maggiore è all'insegna dei partiti e delle liste elettorali a sostegno del presidente. Ampia maggioranza di bandiere Pd

Pubblicato:07-12-2019 16:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43
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BOLOGNA – Diecimila persone in piazza Maggiore per il comizio di Stefano Bonaccini. È la stima ufficiale degli organizzatori quando è ormai entrata nel vivo la manifestazione di apertura della campagna elettorale del centrosinistra

“Sardine” presenti a titolo personale, la manifestazione di Piazza Maggiore è all’insegna dei partiti e delle liste elettorali a sostegno del presidente. Ampia maggioranza di bandiere Pd. 


“Era tanto tempo che non cominciavamo una campagna elettorale in piazza. Ci siamo accollati un rischio ma ne valeva la pena”, dice Bonaccini. Poi l’affondo ai leghisti: i “nostri avversari dicono che vogliono liberare l’Emilia-Romagna. Noi siamo già liberi da 74 anni”, cioè dalla liberazione ad opera dei partigiani. Ed è “grazie a quella libertà che possono venire qua a dire queste stupidaggini”.

Esulta il deputato Pd bolognese, Andrea De Maria: “Piazza Maggiore si è riempita. Tante bandiere del Partito Democratico, tanti cittadini”, commenta. “È l’Emilia-Romagna democratica, solidale e antifascista pronta alla sfida delle elezioni regionali. La strada è ancora lunga fino al 26 gennaio ma quella di oggi è una bellissima partenza. È così che possiamo e dobbiamo vincere. Con la nostra gente. Casa per casa e strada per strada”, conclude.

C’è anche l’ex premier Romano Prodi in piazza a Bologna per ascoltare il governatore uscente e ricandidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna. Con lui la moglie Flavia e la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. “Sono contento- commenta il prof- Qui c’è tanta gente. E’ un bel segnale”.

SE ALZI MURI EMILIA-ROMAGNA MUORE

“Se alzi i muri uccidi l’Emilia-Romagna”. Stefano Bonaccini immagina una regione aperta, “di ponti”, dal punto di vista sociale ed economico. “Se uccidi questi valori, non c’è più questa terra”, ammonisce dal palco di piazza Maggiore, ricordando i record nell’export e nell’attrattività di investimenti dall’estero e difendendo l’unità della regione. “Il trattino tra Emilia e Romagna unisce. Eppure, c’è una destra che vuole dividere in due parti la regione, come se la forza venisse dalla separazione e dal conflitto”, scandisce il governatore, in corsa per un secondo mandato in viale Aldo Moro.  “Solo se non hai senso delle istituzioni puoi dire di voler ‘prendere’ la Regione. Una terra non appartiene a un presidente, che è lì pro tempore, ma ai suoi cittadini”, continua Bonaccini, sul palco in giacca di velluto, maglietta scura, jeans e gli immancabili occhiali a goccia. “Se dici che che qui lavora solo chi ha una certa tessera in tasca, offendi quelle migliaia di persone che ce la fanno grazie alle loro qualità e al loro impegno”, tuona respingendo uno per uno gli attacchi ricevuti in queste settimane dalla candidata del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, e dal leader del Carroccio, Matteo Salvini.

Poco prima di salire sul palco di piazza Maggiore Bonaccini lancia un segnale chiaro all’elettorato M5s, forse decisivo per le regionali del 26 gennaio. In questi mesi “ai 5 stelle- ricorda- ho offerto di sedersi e discutere di programmi. Peraltro in questi ultimi sei mesi in Regione abbiamo praticamente votato insieme tutte le leggi più importanti”. Bonaccini, parlando in collegamento tv, fa però ancora un passo in più. “Non mi sono mai permesso di dire di essere migliore di Lucia Borgonzoni. Certamente siamo molto diversi e tutti sanno, anche gli elettori M5s, che vinceremo o io o lei. Possono anche scegliere in base all’idea di Emilia-Romagna che hanno“.

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