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ROMA – Il 7 novembre 1988, quando ancora sulle reti Fininvest non andavano in onda i tg, da un’intuizione di Antonio Ricci nacque il telegiornale satirico Striscia la notizia, a oggi “il più longevo programma televisivo satirico di informazione per numero di puntate al mondo” (certificato Guinness World Records nel 2011).
“Buon compleanno, Striscia la notizia! Tutta Canale 5 festeggia il 36esimo anniversario del tg-show, ideato dal suo geniale demiurgo Antonio Ricci”, dichiara Giancarlo Scheri, direttore di Canale 5. E aggiunge: “L’edizione della ‘complottenza’ rinnova l’impegno dello storico programma dell’access prime-time dell’ammiraglia Mediaset, di leggere il quotidiano attraverso gli occhi della satira. 36 candeline, ma l’impegno di Striscia non cambia: leggerezza e ironia, mantenendo sempre alta la guardia su diritti civili e sociali“.
In questi 36 anni il tg satirico di Antonio Ricci ha realizzato innumerevoli inchieste, condotto campagne sociali, combattuto contro i poteri forti e, grazie ai fuorionda, svelato la falsità che si cela dietro a molti personaggi pubblici. Impossibile citare tutti i casi che hanno fatto la storia del programma.
Come dichiarato da Silvio Berlusconi, il fuorionda in cui Rocco Buttiglione proponeva un mega inciucio ad Antonio Tajani, portò nel 1994 alla caduta del suo primo governo. Parlando di poteri forti, il tg satirico ha rivelato in anteprima i nomi di due politici coinvolti nello scandalo di Tangentopoli: Maurizio Prada e Antonio Del Pennino, dopo pochi giorni arrestati nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite. Restano poi indimenticabili l’intervista a Enrico Cuccia di Mediobanca, uno degli uomini più potenti d’Italia, il Tapiro consegnato al governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio per non aver vigilato sulle obbligazioni Cirio e lo scandalo della Banca popolare di Lodi. Dalla Fiat alla Telecom, dalle Ferrovie dello Stato ad Alitalia, dalle multinazionali delle sigarette a quelle delle acque minerali, molte grandi aziende sono state coinvolte in casi di pubblicità occulta smascherati dal tg satirico. Uno dei più recenti è quello di John Travolta all’ultimo Festival di Sanremo, per il quale la Rai è stata sanzionata.
Tante, le battaglie sociali e ambientali condotte e portate a termine dal tg satirico. Si devono a Striscia la prima denuncia degli effetti devastanti dell’uranio impoverito, la campagna contro l’infibulazione delle donne musulmane, il caso dell’elettrosmog delle antenne di radio Vaticana e la prima inchiesta sulla “terra dei fuochi”. Oltre alle tante lotte contro i maltrattamenti di animali, come la battaglia culminata con la chiusura dell’ultimo canile lager esistente in Italia, Green Hill, dove grazie a Striscia sono stati liberati e poi affidati 2.639 Beagle.
Tra gli scoop memorabili, il tg satirico ha scoperto la truffa del Tubo Tucker, che prometteva di ridurre notevolmente i consumi energetici e le emissioni inquinanti delle caldaie, smascherato la finta beneficenza ai bambini poveri dell’associazione CIAK di Edoardo Costa, mostrato due navi da guerra irachene ancorate nel porto di La Spezia durante la Guerra del Golfo (prova del fatto che l’Italia avrebbe venduto armi all’Iraq) e scovato container destinati ai terremotati dell’Umbria abbandonati da sei anni in un deposito militare di Pizzighettone (CR).
Il tg satirico di Antonio Ricci è diventato negli anni un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini che si rivolgono, spesso esasperati, proprio a Striscia per denunciare ingiustizie, truffe e sprechi di denaro pubblico. Basti pensare che, dal 1992 al 2010, grazie alle sue denunce, il tg satirico ha aiutato lo Stato a recuperare la cifra record di 7 miliardi e 800 milioni di euro. Il dato è stato pubblicato in una ricerca condotta dall’Università Bocconi (La rilevanza sociale, culturale ed economica di Striscia la notizia dalla nascita ad oggi). E se si tiene conto che da allora è trascorso più di un decennio, non è da escludere che la cifra possa essere raddoppiata.
Sempre senza mai guardare in faccia a nessuno, il tg satirico di Antonio Ricci da sempre denuncia anche le magagne che si celano nei programmi tv. Quello che da sempre Striscia la notizia propone “è un lavoro di smontaggio, di messa a nudo di quei meccanismi che sono in grado di rivelare al telespettatore la natura di finzione della tv”, così scrive Antonio Ricci nella prefazione al suo libro Striscia la tivù (Einaudi).
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