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Genova, secondo giorno di occupazione all’Ilva di Cornigliano

Oggi i lavoratori hanno deciso di non manifestare per le vie cittadine per evitare ulteriori disagi ai genovesi

Pubblicato:07-11-2017 12:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:52

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GENOVA – Prosegue ma senza corteo la protesta dei lavoratori dell’Ilva di Genova giunta al secondo giorno di occupazione dello stabilimento di Cornigliano, nonostante la spaccatura sindacale tra Fiom, da una parte, e Fim Cisl e Uilm dall’altra. In tarda mattina è atteso l’arrivo di Rosario Rappa della segreteria nazionale della Fiom Cgil, ma è stato deciso di non manifestare per le vie cittadine per evitare ulteriori disagi ai genovesi. Domani mattina, invece, i lavoratori dovrebbero muoversi verso il centro, in direzione del palazzo della Regione in piazza De Ferrari. Sempre domani, ma nel pomeriggio alle 17, il governatore ligure, Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci e l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Edoardo Rixi, incontreranno a Roma il ministro Carlo Calenda per un tavolo istituzionale propedeutico a quelli già previsti con sindacati e rappresentati di AmInvestco il 9 novembre sul nuovo piano industriale e il 14 novembre sulla riqualificazione ambientale.

FIM E UILM CONTRO L’OCCUPAZIONE FIOM

Ieri sera, mentre i lavoratori ricevevano vari generi di conforto offerti dai cittadini, anche Fim e Uilm nazionali, in un comunicato congiunto, avevano attaccato la decisione di occupare la fabbrica, votata ieri mattina a maggioranza durante un’assemblea convocata dalla rsu, definendola un atto “incomprensibile. Una minoranza di lavoratori ha deciso in modo unilaterale di occupare la fabbrica prevaricando la maggioranza”. Secondo i due sindacati, infatti, “su circa 570 presenti al lavoro ieri avevano partecipato all’assemblea solo 200 lavoratori e 350 sono rimasti al posto di lavoro. Tutti i restanti dipendenti non presenti al lavoro (250) sono lavoratori in cassa integrazione. Un vero capolavoro di democrazia diretta tanto decantata dalla Fiom”.


Per Fim e Uilm, “al corteo indetto dalla stessa hanno partecipato non più di 150 persone nonostante abbiano attuato forzature in azienda contro gli iscritti Fim e Uilm e non, che non partecipavano alla loro iniziativa. Inoltre, si sono impossessati, senza autorizzazione, di un’area Ilva sulla quale hanno piazzato una tenda con l’intento di bloccare tutti i lavoratori che non intenderanno scioperare”.

LA FIOM DISERTERA’ IL TAVOLO A ROMA

La Fiom genovese, invece, che non parteciperà agli incontri del 9 e del 14, chiede un tavolo specifico dedicato alla situazione dello stabilimento di Cornigliano e al rispetto dell’accordo di programma del 2005.  “Su 1.500 occupati- ricorda il segretario provinciale della Fiom, Bruno Manganaro- secondo ArcelorMittal ci sarebbero 600 esuberi e pure qualche taglio di salario e di diritti. Se qualcuno pensa di mettere in discussione l’occupazione deve sapere che si mettono in discussione anche le aree, circa un milione di metri quadri che l’accordo di programma assicura in concessione per 60 anni assieme alla garanzia dei livelli di produzione, occupazione e salario”.

di Simone D’Ambrosio, giornalista professionista

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