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Intervista a Riccardo Mularoni

Nome: Riccardo Cognome: Mularoni Nato a: San Marino il 7 gennaio 1969 Professione: Imprenditore Residenza

Pubblicato:07-11-2016 12:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

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Nome: Riccardo

Cognome: Mularoni


Nato a: San Marino il 7 gennaio 1969

Professione: Imprenditore

Residenza a San Marino: dalla nascita

Domicilio a San Marino: dalla nascita

Partito: C10

 

1) Cominciamo dalla legislatura ormai volta al termine. Può dirci cosa, secondo la sua opinione, ha funzionato bene e cosa no o comunque meno? Per quali ragioni?

Va certamente riconosciuto alle forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale di questa legislatura il fatto che tutte hanno dovuto confrontarsi con problemi enormi. Seppur l’emersione di fatti disdicevoli altrui, rappresenta per chi ha fatto politica con onestà, una conferma del proprio rigore morale, l’impatto degli avvenimenti, continui e scadenzati, ha certamente provocato un forte disorientamento nell’intera classe politica e questo va considerato nel valutare il percorso politico generale del Consiglio Grande e Generale. Un percorso negativo, ma con qualche scusante.
Mi sarei aspettato però, soprattutto da quelle forze politiche più coinvolte da quelle degenerazioni, (non subito ma presto), uno scatto d’orgoglio capace di tutelare le componenti positive ed oneste, allontanando se non altro, le mele “bacate” dal cesto.
Ciò non è avvenuto con convinzione e questo ha causato il secondo grosso stop alla propulsione dell’azione politica e questa volta di Governo, causando forte danno al Paese intero. I componenti dell’esecutivo hanno dimostrato di non fidarsi l’uno dell’altro, generando una divisione d’intenti ed un individualismo decisionale imbarazzante che ha fatto implodere, la già fragile architettura della maggioranza.

2) Nella prossima legislatura, quali sono i tre punti prioritari che la nuova maggioranza dovrà mettere al centro dell’agenda politica nei primi 100 giorni? Perché?

Certamente l’obiettivo nel quale tutte le forze politiche dovranno spendere le migliori risorse è la ripresa economica che è però possibile solo risolvendo a monte i problemi che la stanno tenendo bloccata. Il più evidente è l’incapacità di alcuni settori della pubblica amministrazione di svolgere e fornire un servizio snello ed efficiente in favore di operatori economici e cittadini, costretti ad assumersi costi ingiustificabili, per ottemperare ai loro impegni fiscali, ottenere risposte esaustive su loro bisogni amministrativi e/o procedurali. Tempo e risorse dedicati alla corretta compilazione di inutili certificati, dichiarazioni, autocertificazioni quasi sempre già presentati negli archivi della P.A., provocano un’insostenibile aumento di costi, soprattutto per le piccole imprese che già stremate dal dover fare i salti mortali per poter resistere alla crisi economica, si trovano piene di idee ma prive di liquidità per sfuggire alla crisi. E da questo stato di cose, la disoccupazione inesorabilmente aumenta. Credo allora che debba essere dato subito un forte segnale di incoraggiamento, un vero colpo di reni che smuova la parte del Paese che produrrebbe reddito e lavoro da subito. Per questo inserirei tra i primi tre punti dell’agenda politica della maggioranza e del Governo, i seguenti:

1) interventi per rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente e capace di SUPPORTARE il ruolo economico delle imprese serie e contributive e nello stesso tempo, esigere il rispetto degli impegni presi da quei soggetti, già oggi non puntuali con il fisco sammarinese. La P.A. dovrà essere in grado, di ridurre di molto, il suo IMPATTO BUROCRATICO e certamente il suo costo di gestione.

2) con il medesimo risparmio conseguito, predisporre un plafond anche a fondo perduto, da utilizzare subito, in favore delle imprese esistenti aventi meno di 5 dipendenti, che non stiano facendo ricorso a nessun contributo statale, che vogliano implementare la propria attività aziendale legata, ad un obbiettivo di aumento occupazionale. detto plafond, dovrà essere utilizzabile anche per i nuovi operatori che vogliano intraprendere, il loro primo percorso imprenditoriale sammarinese, mantenendo per questi priorità di chi per farlo, rinuncia anticipatamente alla mobilità.

3) attuare da subito una Asset Quality Review (AQR) nel sistema creditizio, capace di valutare precisamente lo stato dei crediti realmente non performanti (NPL) e con ciò, in grado di fissare livelli di responsabilizzazione sulle banche e sui loro debitori, prima che le banche stesse, possano ricevere ulteriore sostegno pubblico. Questo considerando che le risorse dello Stato, che fino ad ora sono state a mio avviso disperse ingiustificatamente, siano ora davvero utilizzate in modo corretto e non a pioggia e nel caso lo Stato eroghi ulteriori contributi, essi vengano valorizzati in quote azionarie statali, all’interno delle quote societarie degli istituti sovvenzionati dallo Stato stesso. ritengo che il sistema creditizio, debba tornare ad essere da subito ed insieme alla p.a., uno dei motori dell’economia produttiva e non certo di quella “finanza eterea” che non genera reale ricchezza per la comunità sammarinese.

3) Ci sono delle tematiche politiche che sente maggiormente vicine e per le quali desidera impegnarsi in prima persona? Come mai?

Ritengo che essere un capace politico significhi avere una chiara visione d’insieme delle problematiche che affliggono il Paese, ascoltando le istanze provenienti dalla società civile che troppo spesso e per troppo tempo sono state accantonate. Credo che la più importante perché il suo corretto funzionamento incide a cascata, sul buon risultato o meno di tutti gli altri settori sociali, sia la gestione corretta della pubblica amministrazione che va trasformata da “apparato del governo” quale oggi in parte è, a strumento che coadiuva e semplifica la vita dell’impresa seria, tutela e supporta il cittadino contribuente, genera opportunità di sviluppo perché rende il paese efficiente e concorrenziale agli occhi di chi si chiede se sia utile investire in produttività dal nostro stato. Tutte le altre tematiche se pur importanti, non possono svilupparsi compiutamente se non si agisce in prima battuta su questa. Rispondendo alla sua domanda, io lavoro nel settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, sono molto attento alle tematiche ambientali, avendo contribuito in prima persona dal 2005, alla nascita del settore rinnovabili ed al suo successivo sviluppo, sul territorio sammarinese.

4) In questa fase si parla sempre più di sviluppo dell’economia del Paese ma il concetto è legato all’idea di sviluppo che ognuno ha. Secondo la sua, quali sono le direzioni da seguire per ottenere i traguardi in tale ambito? A cosa non bisogna rinunciare per farlo?

Prima di tutto non bisogna rinunciare al nostro territorio perché limitato ma che ha fortissime potenzialità, moltissime solo parzialmente espresse che vanno ulteriormente sviluppate quali il turismo ambientale, quello del benessere, le produzioni agricole nel settore del biologico, legate a processi di permacoltura.
I nove castelli hanno tutti vocazioni ormai ben evidenti, in parte generate dall’attività antropica, altre perché fortunatamente non ancora coinvolte in tali processi. dette vocazioni vanno sviluppate perché possano contribuire a generare plusvalore utile all’intera comunità. il comparto produttivo ed artigianale ad esempio, in particolare quest’ultimo, va completamente ricostruito, utilizzando la cultura quale motore generante economia. La finanza da domani, deve prestare il proprio apporto per supportare chi produce economia reale e non carta straccia come è invece avvenuto in troppi esempi, nel recente passato. I settori legati ai servizi, siano essi di carattere intellettuale che di prestazioni d’opera (nelle costruzioni, nell’impiantistica e non solo), devono poter avere facile accesso al mercato italiano ed internazionale, e ciò potrà avvenire solo rivedendo e riscrivendo, gli accordi bilaterali con l’Italia in primis. non possiamo permettere che le nostre imprese subiscano un confinamento forzato. Dobbiamo altrettanto aprire i nostri confini ma nello stesso tempo però, far rispettare le nostre leggi a chi viene a produrre reddito nel nostro territorio, se sussistono tangibili impegni di reciprocità (ripeto reale reciprocità). Il settore dell’energia lo ritengo strategico per l’autonomia politica del nostro stato, ha certamente valenza economica ma mai paragonabile a quella politica. a mio parere questo settore va sviluppato con decisione soprattutto nel settore dello sfruttamento delle risorse rinnovabili ed in ogni caso differenziando le fonti produttive, impedendo fortemente la costituzione di monopoli che ci riporterebbero inesorabilmente allo stato odierno, di dipendenza pressoché totale da altri soggetti. Ritengo che le infrastrutture, sia legate alle reti di distribuzione energetica che telematica, debbano diventare e/o rimanere di proprietà assoluta dello stato per le quali allora, la gestione potrà essere ben svolta da soggetti privati.

5) Qual è il convincimento che ha maturato in questi anni nel rapporto che sarebbe giusto si instaurasse tra San Marino e Unione Europea?

San Marino rappresenta nel contesto internazionale un’eccezione essendo oggi, l’unica vera “Citta Stato” evolutasi in una democrazia contemporanea, dal lontano periodo comunale. Come sappiamo ben tutti, “simili” al nostro Stato in Europa, sopravvivono pochi altri esempi, ma nessuno ha il livello d’indipendenza che appartiene invece alle nostre istituzioni almeno dalla seconda metà dell’800 d.C. San Marino non deve sottovalutare questa sostanziale differenza e l’Europa se ne deve far carico.

6) Nella storia di San Marino, anche recente, c’è una figura politica a cui si ispira o almeno in cui si riconosce per ideali e valori?

Me ne vengono in mente certamente tante, gli ideali a cui mi ispiro, sono quelli universali e non sono appartenenti solo ad un ambito politico, talune figure sono sempre ricordate e spesso (una in particolare), commemorata e forse strumentalizzata, dopo la sua prematura scomparsa. Avendone io invece un grandissimo rispetto e stima, non la nomino. Rispondo perciò alla Sua domanda indicandoLe un’altra figura che si è prodigata, anche lui per il bene del Paese, in un periodo storico difficilissimo, quello della seconda guerra mondiale, nel silenzio del suo tempo. Un grande sammarinese, uno di Serravalle: Ezio Balducci.

7) Nello scenario politico internazionale, attuale o passato, c’è un personaggio di cui stima l’azione politica? Se si, per quali motivi?

Mi balenano alla mente quattro personaggi di cui, due politici e non i restanti: Abraham Lincoln, Aldo Moro, Karol Józef Wojtyła, Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (Madre Teresa di Calcutta), perché senza saperlo, hanno ognuno nel proprio ambito, impresso un’evoluzione alla specie umana.

8) Ci sono delle esperienze nella sua formazione, nel suo lavoro, nella sua vita (anche politica) che considera propedeutiche o comunque importanti per svolgere nel migliore dei modi il mandato per cui si candida?

Le rispondo in questo modo: il ruolo di un Consigliere è quello di sottoporre al Consiglio Grande e Generale le istanze provenienti dalla popolazione non limitandosi a rappresentare unicamente le richieste del suo elettorato. La capacità dello stesso Consigliere si misura a mio parere con la sua attitudine a proporre norme il più largamente condivisibili, capaci di rispondere in favore delle istanze ricevute. La mia esperienza deriva anche dal mondo del lavoro dipendente da quando, da ragazzo mentre studiavo, mi allenavo praticando nuoto agonistico e nei pomeriggi più liberi, lavoravo svolgendo l’attività di istruttore di nuoto nella piscina dei Tavolucci, cosa che feci anche durante la mia formazione universitaria, seguita poi dall’apertura di una posizione contributiva autonoma, quale disegnatore tecnico e progettista, fino a costituire nel 2006, quindi da imprenditore, la società nella quale tuttora lavoro e che amministro. Sono nato e vissuto in una famiglia che si è sempre adoperata e spesa per l’impegno sociale ed anche per alcuni suoi componenti, in impegno politico. Dico questo perché considero certamente propedeutico il mio vissuto di quarantasettenne per svolgere al meglio, il mandato per cui mi candido, tenendo conto che tali esperienze hanno toccato differenti ambiti che compongono parte del tessuto economico e sociale del Paese.

9) Ci sono momenti in cui si sente orgoglioso del suo Paese? Quando l’ultima volta?

Mi sento spesso orgoglioso del mio Paese, ultimamente lo sono stato quando ha saputo sottolineare senza ombra di dubbio cosa intende per democrazia, cancellando con il Referendum di maggio 2016, il quorum da ogni sua consultazione referendaria. Lì, me lo lasci dire, sono stato orgoglioso anche di me stesso e dell’impegno prestato in modo attivo in tale causa. Ne sono stato orgoglioso quando, in occasione della commemorazione dell’Arengo dei Capifamiglia del 1906, proprio il 25 marzo di quest’anno, la Reggenza ha voluto invitare in udienza, l’eminente costituzionalista Gustavo Zagrebelski, il quale ha ricordato in modo egregio tutta l’evoluzione storica della libertà dei sammarinesi e della loro indipendenza definendola, non un caso ma “l’eccezione che conferma la regola”. Ogni sammarinese ne dovrebbe poter riascoltare le acute considerazioni e spero che il Consiglio Grande e Generale se ne faccia carico al più presto. Ed ancora, quando ne considero la capacità, di potersi fare rappresentare nella sua più alta carica istituzionale (la Reggenza), da ogni suo cittadino volenteroso, compresi mio nonno, mia madre.

10) Quali sono gli aspetti del suo carattere che ritiene maggiormente importanti per fare politica?

Io non so se questi aspetti siano importanti per fare politica ma posso dirLe come sono io: sono dotato di una forte introspezione ben celata ma altrettanto ben presente, con la quale giudico prima me stesso per comprendere meglio gli altri, sono aperto al cambiamento se è propedeutico ad una reale evoluzione sociale. Non condivido chi costruisce confini, muri, simboli. A San Marino, diffido di “chiunque sventoli” una bandiera diversa da quella che rappresenta il nostro Stato.

11) Quando è nata nella sua vita l’aspirazione all’impegno politico con lo spirito di servizio per la nostra Repubblica? É giunta legata a un fatto scatenante particolare o si è costruita gradualmente nel tempo?

Nel pormi questa domanda, Lei usa il termine aspirazione, io invece intendo l’impegno politico un dovere di ogni cittadino, in quanto considero la politica unicamente un servizio per gli altri che, se ben svolto, gratifica più di ogni altra cosa materiale. La politica onesta, seria, costa tanto a chi la svolge correttamente ed è per questo che spesso, la definisco un lusso che non tutti si possono permettere. Chi non comprende questo, spesso ne fraintende il valore ed altrettanto spesso, cade in facili ed opportunistici ambiti a discapito di tutta la comunità. In me vi è sempre stato l’impulso di esprimermi in questo ambito, provengo infatti da una famiglia che per generazioni, non si è sottratta a svolgere il suo dovere civico.

12) Nella sua vita privata, anche passata, ci sono delle passioni (sport, hobbies, interessi) che ha coltivato e che hanno lasciato il segno dentro di lei? Se si, quali insegnamenti ne ha ricavato?

Lo sport ha rappresentato un ambito molto importante della mia formazione caratteriale. Il nuoto in particolare, praticato a livello agonistico dall’età di 10 anni, fino ai primi anni universitari, ha certamente lasciato un segno nel mio modo di confrontarmi nella società. È uno sport dove ogni atleta, prima di ogni altra cosa, deve saper “fare i conti con se stesso” per poi esprimere il miglior risultato a beneficio della squadra che rappresenta e sono ancora oggi orgoglioso, di aver potuto rappresentare il mio Paese, fino ai più alti livelli agonistici: i mondiali di nuoto di Madrid del 1996.

13) Con la preferenza unica crediamo che gli elettori valuteranno la competenza, le capacità del candidato, le sue motivazioni e l’entusiasmo. Cosa può dire a proposito riguardo le sue?

Ne ha dimenticata una: l’onesta’, l’unica che si incide nel carattere di ognuno di noi, attraverso l’esempio educativo ricevuto fin da piccoli. Da essa si determina anche la motivazione e l’entusiasmo personale nel trasferirne il valore all’intera comunità. La competenza certamente importantissima, si impara facilmente “anche da grandi” e certo, può essere più o meno sviluppata ma solo in funzione della qualità della prima. Delle altre, le dico che ho 47 anni e ne ho maturate tante anch’io.

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