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Intervista a Luca Boschi

Nome: Luca Cognome: Boschi Luogo e data di nascita: Piacenza, 29/12/1972 Professione: Consulente Aziendale Residenza

Pubblicato:07-11-2016 12:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:16

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luca_boschi_c10_smNome: Luca

Cognome: Boschi

Luogo e data di nascita: Piacenza, 29/12/1972


Professione: Consulente Aziendale

Residenza a San Marino: dalla nascita

Domicilio a San Marino: dalla nascita

Eventuale/i altra/e cittadinanza/e: no

Partito: C10

1) Cominciamo dalla legislatura ormai volta al termine. Può dirci cosa, secondo la sua opinione, ha funzionato bene e cosa no o comunque meno? Per quali ragioni?

Mi risulta sinceramente difficile individuare elementi positivi nell’operato del governo durante l’ultima legislatura perché anche i pochi risultati ottenuti sono stati conseguiti con tempistiche assolutamente inaccettabili. Come si può, ad esempio, annoverare come un successo l’uscita di San Marino dalla Black List, dopo che per anni le aziende sammarinesi hanno dovuto scontrarsi con una barriera insormontabile ogni qualvolta oltrepassavano il confine? La valutazione dei tempi di azione è fondamentale nel giudizio di qualsiasi intervento politico e per questo motivo abbiamo deciso di indicare, nel programma che stiamo presentando agli elettori, la tempistica di attuazione di ciascun obiettivo programmatico. In linea generale mi pare evidente che, rispetto a 4 anni fa, le condizioni di vita dei cittadini sammarinesi siano oggettivamente peggiorate sia dal punto di vista economico che sociale. Ci è venuta a mancare una prospettiva, un’indicazione di dove il nostro Paese stesse andando. Molto probabilmente perché mancava un’idea chiara della direzione da seguire e il governo è stato costretto a navigare a vista.

2) Nella prossima legislatura, quali sono i tre punti prioritari che la nuova maggioranza dovrà mettere al centro dell’agenda politica nei primi 100 giorni? Perché?

La prima attività necessaria sarà, purtroppo, un’attenta analisi della situazione economica, contabile e finanziaria in cui versa il nostro paese. Le informazioni che abbiamo a disposizione in questo momento sono assolutamente lacunose e poco chiare. Si passerà poi ad introdurre le importanti iniziative a favore dello sviluppo che sono espresse, in modo preciso, nel nostro programma.

Infine, bisognerà issare, a tutti i livelli, la bandiera della trasparenza e della legalità. San Marino deve assolutamente tornare ad essere il Paese della Legalità.

3) Ci sono delle tematiche politiche che sente maggiormente vicine e per le quali desidera impegnarsi in prima persona? Come mai?

Il mio background lavorativo e la mia esperienza di imprenditore mi spingono a sentire particolarmente vicini i bisogni e le problematiche delle piccole e medie imprese del nostro territorio. Non si può pensare ad alcuna politica di sviluppo seria e strutturale senza mettere al centro del progetto le PMI e le aziende commerciali. A San Marino c’è un ritardo nella cultura d’impresa di almeno 20 anni. E’ da qui che bisogna ripartire.

4) In questa fase si parla sempre più di sviluppo dell’economia del Paese ma il concetto è legato all’idea di sviluppo che ognuno ha. Secondo la sua, quali sono le direzioni da seguire per ottenere i traguardi in tale ambito? A cosa non bisogna rinunciare per farlo?

Al centro di qualsiasi politica di sviluppo a San Marino ci deve essere il rilancio delle piccole e medie imprese e dell’attività turistica. Lo stato deve avere una funzione di coordinamento e, attraverso il dialogo costante con i vari operatori, deve indicare gli obiettivi fornendo gli strumenti per raggiungerli. Ma deve essere il privato il protagonista della prossima riscossa. Senza l’iniziativa privata non ci può essere ripresa e quindi sviluppo. Credo, quindi, che più che rinunciare a qualcosa, la popolazione sammarinese debba essere chiamata ad un cambio di mentalità. Meno assistenzialismo e più iniziativa privata per affrontare al meglio le sfide del mercato con un governo amico che la sostenga e la incentivi.

5) Qual è il convincimento che ha maturato in questi anni nel rapporto che sarebbe giusto si instaurasse tra San Marino e Unione Europea?

La politica estera è uno strumento fondamentale per migliorare il livello di competitività del nostro paese. A tale fine si deve agire in maniera coordinata sui tre fronti principali: l’Italia, L’Europa e le Organizzazioni Sovranazionali. Lo spirito comune che deve caratterizzare qualsiasi nostra attività deve essere quello di una maggiore integrazione al livello normativo, al fine di eliminare le barriere burocratiche che le nostre imprese e i nostri cittadini trovano nei rapporti con l’estero. San Marino è, però, un paese con delle caratteristiche peculiari che sono intrinseche proprio della sua stessa ragione di esistere e che non possono diventare materia di trattativa.

6) Nella storia di San Marino, anche recente, c’è una figura politica a cui si ispira o almeno in cui si riconosce per ideali e valori?

La storia politica sammarinese è certamente ricca di persone serie, oneste e capaci che hanno operato per il bene del Paese. Ci sono diversi esempi in tutti gli schieramenti. Non mi sento però di indicare un nome in particolare perché penso che si debba passare dalla politica delle ideologie a quella della realizzazione di azioni concrete. I valori che ritengo indispensabili nei miei interlocutori politici sono due: la trasparenza e l’onestà. Perché solo con un atteggiamento trasparente e onesto nei confronti di tutti i cittadini si può avere la autorevolezza e la legittimazione popolare per affrontare concretamente i problemi.

7) Nello scenario politico internazionale, attuale o passato, c’è un personaggio di cui stima l’azione politica? Se si, per quali motivi?

Penso che, a livello mondiale, non stiamo vivendo una fase storica entusiasmante. Molte figure internazionali che avevano suscitato il mio interesse si sono dovute scontrare con le una situazione globale molto complessa e sono dovute, giocoforza, scendere a compromessi perdendo così la spinta iniziale. Se dovessi indicare 2 figure politiche internazionali che negli ultimi 50 anni hanno lasciato un segno tangibile nello scacchiere mondiale penserei, a costo di sembrare banale, a John Fitzgerald Kennedy e Mikhail Gorbaciov.

8) Ci sono delle esperienze nella sua formazione, nel suo lavoro, nella sua vita (anche politica) che considera propedeutiche o comunque importanti per svolgere nel migliore dei modi il mandato per cui si candida?

Nel corso della mia attività lavorativa ho sempre dovuto gestire team di collaboratori che hanno permesso di raggiungere risultati importanti e che mi hanno regalato un’esperienza umana impagabile. E’ proprio questa propensione al gioco di squadra e al raggiungimento di risultati comuni che mi piacerebbe portare nella politica sammarinese. Sinergia e non individualismo, inclusione e non esclusività.

9) Ci sono momenti in cui si sente orgoglioso del suo Paese? Quando l’ultima volta?

San Marino è una terra meravigliosa che ti offre ogni giorno motivi di orgoglio. Purtroppo la gestione imbarazzante della politica negli ultimi 20 anni ne ha limitato l’enorme potenziale e, spesso, ha creato situazioni vergognose. Io mi sento orgoglioso del mio Paese ogni qualvolta leggo negli sguardi dei visitatori stranieri un sentimento di positiva sorpresa per il carattere cordiale, ospitale e fiero di noi sammarinesi.

10) Quali sono gli aspetti del suo carattere che ritiene maggiormente importanti per fare politica?

Ho sempre cercato di affrontare le situazioni della mia vita lavorativa e personale con un atteggiamento serio, responsabile e razionale ma, al tempo stesso, positivo e ironico. Penso che affrontare la vita con il sorriso possa aiutarmi anche in un ambiente spesso troppo serioso come quello della politica.

11) Quando è nata nella sua vita l’aspirazione all’impegno politico con lo spirito di servizio per la nostra Repubblica? É giunta legata a un fatto scatenante particolare o si è costruita gradualmente nel tempo?

La mia scelta di impegnarmi in questa nuova avventura si è sviluppata gradualmente ed è sicuramente collegata all’idea, maturata nella quotidianità del mio lavoro a San Marino, di una carenza di esperienza imprenditoriale nelle istituzioni e nei vari uffici pubblici del nostro Paese. Il secondo fattore scatenante è stata la mia esperienza di padre, io sono soprattutto un padre, e il mio desiderio di contribuire in prima persona al tentativo di lasciare ai miei tre splendidi figli e a tutti i giovani sammarinesi un paese più giusto, più moderno e più sano. Un paese migliore.

12) Nella sua vita privata, anche passata, ci sono delle passioni (sport, hobbies, interessi) che ha coltivato e che hanno lasciato il segno dentro di lei? Se si, quali insegnamenti ne ha ricavato?

Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di imbattermi nel Golf uno sport meraviglioso che mi ha permesso di misurarmi con una disciplina tecnicamente molto impegnativa, di frequentare posti incantevoli, e, soprattutto, di conoscere persone interessanti con cui ho stretto rapporti di sincera amicizia. Toccatemi tutto ma non il mio golf…

13) Con la preferenza unica crediamo che gli elettori valuteranno la competenza, le capacità del candidato, le sue motivazioni e l’entusiasmo. Cosa può dire a proposito riguardo le sue?

La preferenza unica ha sicuramente contribuito a personalizzare ulteriormente la comunicazione politica. Ogni è elettore deve scegliere una coalizione, un movimento ma soprattutto un solo candidato tra gli oltre 250 che si sono presentati nelle varie liste. E per fare ciò è necessario che si istauri un rapporto di fiducia. Invito quindi tutti gli elettori a scegliere leggendo attentamente i programmi ma concentrandosi soprattutto sulle persone. L’individuo deve essere sempre al centro di qualsiasi successo nella vita privata, nel lavoro e anche nella politica.

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