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ROMA – Il giudice del tribunale di piazzale Clodio ha confermato gli arresti domiciliari per Tiziano Lovisolo, l’attivista arrestato sabato 5 ottobre negli scontri al corteo non autorizzato per la Palestina. L’accusa, come si apprende, è di lesioni gravi e resistenza a pubblico ufficiale. La Procura aveva chiesto il carcere. La difesa ha contestato la natura delle accuse, che sarebbero state mosse unicamente “a partire dai resoconti degli agenti di polizia”.
Si tratta dell’unico dimostrante arrestato alla manifestazione di Roma, in un Piazzale Ostiense blindato dalle forze di sicurezza, con almeno 8mila partecipanti, poi degenerata in scontri mentre le persone stavano cominciando ad andare via.
Il 24enne è originario delle Marche, ed era partito da Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, per unirsi alla manifestazione per la pace in Palestina e Libano organizzata dai Giovani palestinesi in Italia e dall’Unione democratica arabo-palestinese (Udap).
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A Radio Onda d’Urto Yasmine, una delle amiche del giovane, racconta: “La situazione era diventata pericolosa, eravamo in mezzo a fumogeni e lacrimogeni, lui cercava di proteggermi. C’erano anche famiglie e bambini che si sono ritrovati in mezzo senza riuscire a scappare perché circondati dalla polizia. Hanno preso l’unico ragazzo indifeso che era lì da solo, eravamo un ragazzo e una ragazza, hanno preso lui. Non sarebbe mai andato contro la polizia da solo”.
La giovane continua: “Dopo le repressioni di questo anno di genocidio e apartheid è bruttissimo prendersela con un ragazzo che ha deciso di stare dalla parte giusta della storia e difendere i palestinesi senza voce. È un cittadino che è andato alla manifestazione come era suo diritto, ma è stato preso come capro espiatorio. Lui stava manifestando pacificamente”, continua Yasmine, “ma è stato picchiato e portato via col manganello“. Secondo la giovane, “è incredibile che la parola della polizia sia più forte di un cittadino che esercitava un suo diritto. Tiziano è mio amico ma poteva capitare a chiunque di noi”.
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