Palermo ricorda il piccolo Claudio Domino, la sua morte un mistero lungo 38 anni

Cerimonia nel quartiere San Lorenzo

Pubblicato:07-10-2024 14:39
Ultimo aggiornamento:07-10-2024 14:39

commemorazione Claudio Domino a Palermo
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PALERMO – Il 7 ottobre del 1986, a Palermo, nel quartiere San Lorenzo, veniva ucciso il piccolo Claudio Domino, bambino di undici anni. La madre era proprietaria di una cartolibreria, il padre era titolare di una società che si era aggiudicata l’appalto per le pulizie all’interno dell’aula bunker del carcere Ucciardone, dove si stava tenendo il Maxi processo alla mafia.

UNA VERITÀ MAI VENUTA A GALLA

La verità sull’omicidio del piccolo Domino non è mai stata appurata. “Oggi Palermo ricorda l’assassinio di Claudio Domino, uno dei delitti più atroci e ancora oggi insoluti”, ha detto il presidente della commissione Antimafia dell’Ars, Antonello Cracolici, intervenendo all’iniziativa in memoria del piccolo Domino sul luogo dell’omicidio. Con Cracolici c’erano anche i genitori del piccolo Claudio e Roberta Schillaci, componente M5s della commissione Antimafia.

LUCI DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA SUL CASO DOMINO

“Nessuna verità è stata accertata e nessuna attività investigativa ha portato alla luce le ragioni di quell’omicidio – ha aggiunto Cracolici -. La sua uccisione ha provocato una reazione forte, segnando un momento drammatico per la città, nella cui memoria Claudio è rimasto ancora un bambino, 48 anni dopo. La commissione regionale Antimafia all’Ars, dopo aver audito i genitori di Claudio, proverà a riaccendere le luci su questo delitto, affinché giustizia venga fatta. Il grido di verità portato avanti dai genitori è il nostro grido di verità”.

Il piccolo Claudio Domino è stato ricordato anche da Marco Intravaia, deputato di FI in commissione Antimafia: “un omicidio efferato, fra tanti altri, che svela il vero volto dalla criminalità organizzata, senza onore e nemmeno pietà – ha affermato Intravaia -. La vicenda giudiziaria è tutta da chiarire e i familiari attendono ancora la verità. Tante vittorie sono state messe a segno dallo Stato negli ultimi anni, ma ancora c’è molto da combattere e tante risposte da dare alle famiglie delle vittime innocenti. La memoria è un valore da preservare – ha concluso Intravaia – affinché le nuove generazioni imparino ad apprezzare e vivere secondo i valori della legalità e della trasparenza”

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