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Dalla Barcolana allarme microplastiche: “Sono dappertutto”

In occasione della Barcolana a Trieste è stato allestito un progetto di educazione ambientale sulle microplastiche: "Arrivano dai ghiacciai"

Pubblicato:07-10-2022 17:44
Ultimo aggiornamento:09-10-2022 21:28

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TRIESTE – Abbiamo da qualche parte sul pianeta un mare pulito? “In realtà le microplastiche e le nanoplastiche sono veramente dappertutto a partire dai poli, si fermano nei ghiacciai, e poi si sciolgono i ghiacciai, come sta succedendo, e arrivano al mare. C’è un trasporto un po’ dappertutto, perché micro e nano vuole dire molto piccolo, quindi sono trasportabili non solo con l’acqua, ma anche con l’aria”. È la risposta di Maria Cristina Lavagnolo, docente di Ingegneria ambientale e della salute all’Università di Padova, che coordina il laboratorio allestito alla Barcolana di Trieste in collaborazione con AcegasApsAmga (gruppo Hera) come progetto di educazione ambientale per far conoscere ai ragazzi l’entità del problema della plastica che silenziosamente ha avvolto il pianeta.

“CI SONO TELESCOPI CAPACI DI VEDERE LE MICROPLASTICHE”

“Le microplastiche sono prodotte dalla disgregazione delle plastiche che arrivano da comportamenti sbagliati che abbiamo noi a terra. Il mare non fa altro che recepire quello che noi gli offriamo”, spiega Lavagnolo. E continua: “Abbiamo voluto offrire una possibilità ai giovani di sperimentare quante ce ne sono e in che modo possiamo renderle visibili attraverso i microscopi. Quando noi guardiamo con degli speciali microscopi riusciamo a identificare le tipologie di plastiche che sono nel mare”.


I pezzettini di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri sono un problema di inquinamento globale che riguarda ogni comparto dell’ambiente, per i quali la scienza e la tecnologia stanno sviluppando sistemi di filtraggio per limitarne la diffusione. Ma poi ci sono anche le nanoplastiche, spiega la professoressa. “Le microplastiche si disgregano ancora di più in pezzettini ancora più piccoli, entrano nella catena alimentare, ma soprattutto entrano nel nostro corpo. Nanoplastiche sono addirittura state trovate nel nostro cervello e in alcuni dei nostri organi fondamentali”, conclude Lavagnolo.


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