BOLOGNA- Il castagneto di Granaglione, nell’Appennino bolognese, entra nell’elenco nazionale dei boschi dove si studia e si lavora alla conservazione della biodiversità forestale. Il riconoscimento arriva dal ministero della Transizione ecologica, che, di concerto con il ministero delle Politiche agricole e forestali, ha attribuito al castagneto didattico-sperimentale acquistato dalla Fondazione Carisbo nel 2003, la valenza di centro nazionale.
Fino a oggi, i Centri nazionali per lo studio e la conservazione della biodiversità forestale erano solo tre, riconosciuti nel 2002 e gestiti dai Carabinieri forestali (Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo, Bosco Fontana in provincia di Mantova e Peri in provincia di Verona). Dal 18 giugno scorso sono entrati a far parte di questo ristretto gruppo altri cinque centri: l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr-Isps di Torino, il Centro di ricerca foreste e legno del Crea di Arezzo, il Laboratorio semi dell’Università di Firenze, il Centro regionale di Castanicoltura del Piemonte di Chiusa di Pesio e il Castagneto didattico-sperimentale di Granaglione.
Un ecosistema forestale unico, all’interno del paesaggio rurale di interesse storico denominato ‘Corona di Matilde’, che annovera ben 14 tipi di castagno da frutto e quattro da legno, con una parte di bosco monumentale. La cooperativa sociale agricola Campeggio di Monghidoro assieme alla cooperativa agricola Beltaine e alla cooperativa agro-forestale-ambientale Valreno svolgono i lavori di mantenimento dei luoghi durante tutto l’anno, garantendo la produzione di farina derivata dalle castagne e castagne essiccate ad aria trasformate in granulato per la produzione del birrificio Beltaine.
A quest’attività principale si aggiungono la produzione del miele di castagno e la raccolta dei prodotti del sottobosco che crescono in maniera spontanea. Il castagneto, che è interamente recintato, con strutture per l’accoglienza, servizi igienici, locali attrezzati per consumare pasti al sacco, ospita anche progetti, laboratori, eventi, visite scolastiche e turistiche con i percorsi ‘Le ceppaie da frutto’, ‘La sorgiva’, ‘La via del legno’.
Oltre alle attività in corso e che riguardano il mantenimento, si aggiunge un progetto di ricerca avanzata ‘Castagni parlanti’ o ‘Treetalker’, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna: grazie all’applicazione su 48 castagni di sensori che raccolgono e trasferiscono dati importanti è possibile monitorare parametri ambientali e biologici sulla crescita dell’albero, la misura accurata dell’acqua prelevata dal suolo, la misura della quantità di CO2 assorbita e sequestrata dalla pianta, la valutazione del colore delle foglie e lo stato di stabilità dell’albero.
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