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Allarme smog nelle regioni padane: ora gli assessori bussano a Cingolani

Le Regioni rivendicano quanto fatto “fin dal 2005” per combattere l'inquinamento, ma "le nostre azioni non bastano per i nuovi limiti"

Pubblicato:07-10-2021 18:05
Ultimo aggiornamento:07-10-2021 18:06
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MILANO SKYLINE
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BOLOGNA – Busseranno alla porta del ministro alla Transizione ecologica Roberto Cingolani gli assessori all’Ambiente di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto: sul tavolo l’allarme smog in pianura padana, alla base delle sanzioni Ue per la qualità dell’aria. Riuniti a Venezia per la conferenza di Mid Term del progetto europeo Life PrePair, gli assessori annunciano che per chiedere un maggiore impegno del Governo andranno in delegazione a Roma ad esporre le loro richieste. Le Regioni rivendicano quanto fatto “fin dal 2005” per combattere lo smog.

Le misure attuate, si legge in una nota diffusa dall’Emilia-Romagna, “hanno già contribuito al pieno conseguimento dei limiti annuali di Pm10 in tutto il bacino padano e ad ottenere il dimezzamento del numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero”. Questo sforzo però “avrebbe richiesto un necessario ulteriore incremento nell’ambito del Pnrr”. A questo proposito, gli assessori “segnalano l’estrema contrarietà al mancato inserimento nell’ambito degli interventi di finanziamento del Pnrr del progetto interregionale per il miglioramento della qualità dell’aria con interventi quantificabili in due miliardi di euro”. Questo “evidenzia la scarsa attenzione a livello nazionale sul tema, già più volte sollecitata”.

Rilevata anche l’assenza di rappresentanti politici del Governo al convegno, gli assessori “hanno ribadito -confortati anche dalle evidenze scientifiche dei dati raccolti durante il lockdown- che le azioni che le Regioni possono mettere in campo non sono sufficienti a rispettare i limiti sempre più stringenti che potrebbero essere adottati a livello europeo nell’ambito della revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria. L’assenza di traffico veicolare nel periodo marzo-aprile 2020, non ha diminuito in modo sostanziale il livello delle polveri: è necessaria quindi un’azione integrata e contemporanea su tutti i settori verticali che contribuiscono alle emissioni inquinanti, ovvero traffico, biomasse, agricoltura e energia, ma anche tra i diversi attori istituzionali”. Non solo. Gli assessori regionali, “alla luce delle nuove linee guida sulla qualità dell’aria dell’Oms e, pur condividendo la necessità di una progressiva riduzione dei limiti, hanno inoltre sottolineato l’importanza di una valutazione preventiva della possibilità di conseguimento per evitare di definire limiti che non siano tecnicamente raggiungibili”.


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