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VIDEO | Grande partecipazione al primo Forum nazionale dei Conservatori di Anorc

Un vero e proprio summit fra rappresentanti di aziende, di pubbliche amministrazioni e professionisti della digitalizzazione. L'avvocato Lisi: "È stato un momento di confronto importante, frizzante, interdisciplinare e approfondito tra istituzioni, mercato e professionisti"

Pubblicato:07-10-2021 11:29
Ultimo aggiornamento:07-10-2021 11:50

lisi minenna
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ROMA – Il futuro della conservazione dei documenti informatici in Italia e in Europa, il ruolo del conservatore e i suoi limiti d’azione, il processo di produzione, gestione e conservazione del dato, ma anche l’impatto che avranno le nuove Linee Guida in vigore dal gennaio 2022. Sono solo alcuni dei temi affrontati durante il primo Forum nazionale dei conservatori organizzato da ANORC, un vero e proprio summit fra rappresentanti di aziende, di pubbliche amministrazioni e professionisti della digitalizzazione. L’evento, patrociato da AgID, ANAI, Assintel, Clubti, CDTI, SIT, SOSArchivi è stato presentato dal direttore di ANORC, Alessandro Selam e si è articolato in due sessioni, mattutina, moderata dal presidente di ANORC Professioni, avv. Andrea Lisi, e pomeridiana, coordinata dal segretario generale di ANORC, avvocato Luigi Foglia, che hanno visto una grande partecipazione di pubblico.

Durante la sessione mattutina è andata in onda l’intervista che l’avvocato Andrea Lisi ha realizzato insieme all’ingegner Mauro Minenna, Capo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, in cui è emerso come esista “una diffusa convinzione che lo spostamento nel cloud dei dati li renda intrinsecamente sicuri nel loro contenuto semantico. Un esempio- ha dichiarato Minenna- se ho un certificato in mano, fatto salvo l’abitudine scorretta di dire al cittadino ‘portami tu il pezzo di carta che attesta qualcosa che io dovrei sapere già’, ma anche nel caso in cui lo sappia, come si fa a garantire che quell’informazione resti inalterata, non corrotta nel tempo, non modificata, non trasformata? Noi abbiamo appena emanato le linee guida per il Cloud- ha continuato- abbiamo detto cose importanti su dove e come i dati debbano essere conservati perché andiamo poi a costruire delle architetture che evitano che il cittadino debba portare il ‘pezzo di carta’. Ma se il processo cambia e diciamo al cittadino ‘non ho bisogno del pezzo di carta perché ce l’ho già’ cosa garantisce l’inalterabilità della filiera? È chiaro che esistono varie tecnologie distributed, distributed ledger, blockchain, tante cose che consentono di garantire meglio il processo, ma nessuno di questi ingredienti, da solo, garantisce in modo integro il cittadino’. Per questo “è molto importante il lavoro che fa il conservatore- ha sottolineato Minenna- e per questo è molto importante che ci siano norme ben scritte, moderne, di attraversamento della filiera”.

Nel panel della mattina è intervenuto il notaio Riccardo Genghini che ha parlato del futuro dei documenti “nel momento in cui non è più un documento generato dalla volontà delle parti a costituire la prova ultima e unica dell’accordo, ma è semplicemente una serie di fatti registrati telematicamente a costituire il documento e la prova, senza però che sia realmente generato dai soggetti che interagiscono. Due saranno gli elementi che caratterizzeranno il documento del futuro: l’identità delle parti e la sua conservazione e accessibilità”.


La dottoressa Sabrina Mingarelli, Dirigente servizio patrimonio archivistico e direzione generale degli archivi del Ministero della Cultura, ha voluto invece sottolineare come la sfida sia nella custodia anche del vincolo archivistico tra documenti che parleranno linguaggi diversi: “Lo scenario odierno è di trasformazione e ci pone la necessità di adeguare i nostri strumenti e mettere a disposizione dei nostri uffici periferici, in particolare delle soprintendenze archivistiche e bibliografiche territoriali, degli strumenti che siano adeguati alle nuove sfide che ci si stanno proponendo”.

“Non bisogna innamorarsi dei mezzi tecnologici” è invece l’avvertimento del dottor Gianni Penzo Doria, Direttore dell’Archivio di Stato di Venezia: “se ci innamoriamo di una tecnologia perdiamo di vista il contesto perché non è la tecnologia il cuore pulsante dei problemi dell’archivio e della conservazione, bensì il metodo, il modello concettuale, i metadati di riferimento”.

“La relazione con l’Europa è un plus per il cammino della conservazione digitale nel nostro Paese” come ha voluto evidenziare la dottoressa Patrizia Gentili, Responsabile del servizio documentale dell’Area trasformazione digitale di AgID. “È il rapporto con l’Europa che sta segnando questa evoluzione nel mondo della conservazione ed è di fatto il filo conduttore di ciò che dovremmo fare nei prossimi anni. Dal confronto con l’Europa sulle Linee guida sul documento informatico sono emerse due osservazioni fondamentali su cui poi stiamo fondando il nuovo mondo della conservazione. Sono stati rigettati la localizzazione dei dati sul territorio nazionale e il processo di accreditamento dei conservatori. Sempre all’interno di questo parere circostanziato ci è stato dato l’input di modificare la norma primaria del processo di accreditamento”, si è intervenuti e adesso “non si parla più di accreditamento, ma si pone l’accento sui requisiti e sui criteri che le fornitura deve avere”.

Eliminato il processo di accreditamento non sono però finiti gli ostacoli alla libera circolazione del dato come spiegato dall’avvocato Luigi Foglia, Segretario Generale di ANORC, nel suo intervento: “Abbiamo dovuto rispondere a quello che ci ha chiesto la Commissione eliminando il costrutto dell’accreditamento, ma abbiamo fatto solo metà del lavoro perché lo stesso articolo 4 del Regolamento Ue 1807 del 2018 prevedeva che entro il 30 maggio 2021 tutti gli Stati membri dovessero comunicare come avevano intenzione di andare a modificare tutte quelle normative che introducevano limitazioni alla libera circolazione dei dati. E gli articoli ricordati del Codice dei beni Culturali, il 66 su tutti, che vieta l’uscita da uno Stato di un archivio quindi dei documenti contenuti e i rispondenti reati, articoli 165 e 174, rappresentano delle limitazioni che lo Stato italiano avrebbe dovuto comunicare all’Europa il 30 maggio scorso. Quindi non è bastato eliminare l’accreditamento perché ci sono dei vincoli ancora forti sulla libera circolazione”.

Anche l’ingegner Andrea Caccia, Socio onorario di ANORC, ha voluto parlare dell’evoluzione nella prospettiva con cui la Commissione europea guarda alla tematica: “si è passati da una concentrazione della Commissione europea solo sugli aspetti del mercato unico a un’estensione anche ad altri valori europei come la privacy. La strategia europea del dato mira a dare all’Europa quella sovranità tecnologica che è uno dei temi fondamentali da considerare. Abbiamo il Digital market Act, il Digital service Act, il Regolamento sull’intelligenza artificiale, il Data governance Act, il nuovo regolamento ePrivacy che dovrebbe entrare in fase finale di negoziazione quindi completerà il GDPR”.

Il confronto è poi proseguito nel corso della sessione pomeridiana, che ha visto riunirsi intorno allo stesso tavolo i referenti di alcuni CAB, Conformity Assessment Bodies, e i professionisti della digitalizzazione iscritti ad ANORC Professioni e i responsabili della conservazione di Pubbliche amministrazioni e aziende. È stata l’occasione anche per fare il punto sullo stato della conservazione in Italia. Un quadro non molto confortante visto che, come ha ricordato la dottoressa Giancarla Porro, Compliance and Digital Office Manager presso Indicom Group “non mancano gli strumenti né le tecnologie, ma mancano le competenze”.

Il bilancio del Forum lo ha tratto il presidente Lisi che ha voluto commentare così l’evento di ieri: “Il Forum dei Responsabili della conservazione è stato un momento di confronto importante, frizzante, interdisciplinare e approfondito tra istituzioni, mercato e professionisti. È ovviamente ancora on line e si può rivedere sulla nostra piattaforma Digeat.it. ANORC ha dimostrato ancora una volta di essere un punto di riferimento per le materia legate alla digitalizzazione e alla privacy. Il momento che mi ha emozionato di più è stata l’ultima parte dell’incontro on line quando i referenti di importanti società che forniscono servizi di gestione e conservazione di documenti informatici si sono tra loro confrontati dimostrando qualità di approccio e maturità acquisiti all’interno della nostra Associazione. Da sempre puntiamo alla qualità e consideriamo informazione e formazione ingredienti indispensabili per poter far crescere il nostro Sistema Paese. Ringrazio tutte le Amiche e Amici che si sono alternati lungo le lunghe pagine del Forum, il vasto pubblico che ci ha seguiti (circa 500 persone totali sono davvero tantissime per eventi del genere) e soprattutto grazie agli enti che hanno patrocinato l’evento e al Team della Digital & Law Department e dello Studio legale Lisi per la professionalità dimostrata. Sono davvero orgoglioso di ciò che siamo e siamo capaci di realizzare”.

La registrazione del forum è disponibile in piattaforma DIG.eat ai seguenti link:
Sessione Mattutina mattutina https://www.digeat.it/web-conferences-cpt/primo-forum-nazionale-dei-responsabili-della-conservazione/;
Sessione pomeridiana https://www.digeat.it/web-conferences-cpt/primo-forum-nazionale-dei-responsabili-della-conservazione-sessione-pomeridiana/.

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