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Dl agosto, respinto in Senato l’emendamento sulla vertenza Dema

Con l'approvazione sarebbe stato possibile concedere una dilazione dei debiti contributivi che avrebbe reso più che probabile il salvataggio del gruppo operante nel settore aeronautico

Pubblicato:07-10-2020 10:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:00
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ROMA – “Il Senato della Repubblica ha respinto un emendamento presentato dai senatori Matrisciano (M5S) e Laus (PD) attraverso cui sarebbe stato possibile concedere una dilazione dei debiti contributivi in presenza di un accordo di ristrutturazione o di concordato preventivo. Il che avrebbe reso più che probabile il salvataggio del gruppo Dema (settore aeronautico). Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione dell’inconcludenza di un governo a trazione Pd-M5s che in campagna elettorale ha dato vita a sfilate durante le quali ministri, sottosegretari e candidati alla regione hanno garantito che non sarebbe stato perso un solo posto di lavoro e che si sarebbero create le condizioni per salvare la Dema”. Così, in una nota congiunta, i deputati Mauro D’Attis e Paolo Russo di Forza Italia.

Una sciatteria che si consuma, ancora una volta, sulla pelle dei lavoratori e di regioni già in difficoltà occupazionali come la Puglia e la Campania. Proprio per questo abbiamo presentato un emendamento alla Camera dei Deputati con l’obiettivo di offrire una scialuppa di salvataggio al Governo per mantenere gli impegni ancora una volta disattesi. Non è da escludere, però che sul decreto agosto venga posta la fiducia e quindi per salvare la Dema si dovrà varare in extremis un provvedimento ad hoc. Adesso vedremo quanto PD e Movimento 5 Stelle ci tengono realmente al Sud ed alle sorti di tanti lavoratori”, conclude.

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FIM CISL CAMPANIA: “SOLUZIONE VERTENZA È DIVENTATA MIRAGGIO”

“È veramente assurdo che un governo, finita la campagna elettorale, nel momento del fare si gira dall’altra parte mettendo così definitivamente a rischio il futuro di 500 lavoratori e delle loro famiglie. Non basta che già da diversi mesi stiamo attraversando e combattendo una pandemia che non conosce fine, dal punto di vista sanitario. Come se non bastasse oggi arriva l’ennesima offesa per i 500 lavoratori di Dema dei siti di Somma Vesuviana e Avellino”. È quanto sostengono i segretari generali della Fim Cisl Campania e Napoli Raffaele Apetino e Biagio Trapani.

“Siamo stati informati dall’azienda che la soluzione alla vertenza Dema è ormai diventata un miraggio per colpa di un esecutivo di governo che ha stralciato una norma dal decreto di agosto nella fase di conversione in legge nel silenzio assordante di ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro. Una norma di carattere eccezionale ma fondamentale, che avrebbe consentito alla multinazionale Dema e a tante aziende in difficoltà di dilazionare i propri debiti verso l’Inps, in modo da poter continuare a mantenere la propria produzione in Campania e garantire la salvaguardia dei posti di lavoro”. “Non è possibile – proseguono i sindacalisti – che in Italia al ministero dello Sviluppo Economico nessuna vertenza arrivi ad una soluzione positiva, anzi si sommano soltanto alle precedenti. Il ministro Patuanelli e la ministra Catalfo ed i sottosegretari terminate le elezioni non possono far finta di niente 500 lavoratori non sono numeri astratti, ma sono famiglie in preda alla disperazione che da domani rischiano di perdere il proprio posto di lavoro e vedere compromesso per sempre il futuro dei propri figli. Se qualcuno al governo pensa di trattare i lavoratori di Dema e le loro famiglie solo come un contenitore di voti, si sbaglia di grosso. La Fim Cisl insieme a Fiom e Uilm non li lascerà mai soli e li sosterremo mettendo in campo tutte le iniziative che consentono di salvaguardare i posti di lavoro della Dema in Campania. Nella nostra Regione, in Campania, ogni posto di lavoro è un presidio di legalità, e questo lo dovrebbe sapere bene chi oggi è al governo. “Non ci arrenderemo come Fim Cisl a raccogliere le macerie di un disastro industriale, quella di Dema insieme ad altre vertenze sono – concludono Apetino e Trapani – la dimostrazione che non bastano solo i provvedimenti per la cassa integrazione, ma è necessario sostenere le imprese e i lavoratori altrimenti per il Sud è in Campania non ci sarà futuro industriale”.

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