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VIDEO | Aggredirono ragazzi Cinema America a Roma, arrestati 3 di Casapound

L'aggressione, avvenuta il 16 giugno, fu scatenata da una maglietta 'antifascista' che ha fatto arrabbiare gli aggressori. I tre sono vicini a Casapound

Pubblicato:07-10-2019 09:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47

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ROMA – Tre attivisti romani di Casapound da questa mattina sono agli arresti domiciliari perché ritenuti responsabili dell’aggressione ai danni dei giovani del “Cinema America”, avvenuta alle 4 del 16 giugno scorso. Le indagini della Digos sono scattate subito dopo l’aggressione, accaduta tra i vicoli di Trastevere, ai danni di quattro amici che stavano concludendo la serata dopo aver assistito, in Piazza San Cosimato, alla proiezione di “First Reformed” organizzata dal Cinema America. Gli arrestati si chiamano Matteo Vargiu, Stefano Borgese e Marco Ciurleo.

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A scatenare l’aggressione è stata la t-shirt con la scritta “Piccolo cinema America”, che una delle vittime indossava: il gruppo di aggressori, anch’essi in quelle vie per festeggiare l’addio al nubilato di uno di loro, si è scagliato contro i ragazzi del Cinema America in modo molto violento. “Hai la maglietta del cinema America, sei antifascista, levatela subito e vattene di qua!” avrebbe detto uno dei picchiatori, spalleggiato da un amico, ad uno dei giovani. Ne sarebbe nato così un diverbio degenerato in una violenta aggressione nei confronti dei ragazzi del “Piccolo cinema America”, nel corso della quale Vargiu ha colpito con una bottiglia una delle vittime procurandogli una ferita al volto, mentre Ciurleo, con una testata, ha fratturato il setto nasale ad un altro giovane, il tutto alla presenza di Borgese, organizzatore della serata.


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L’attività investigativa della Digos, grazie alle testimonianze delle vittime e all’analisi dei filmati di videosorveglianza di alcuni negozi, ha consentito di ricostruire la dinamica dei fatti ed identificare tutti i componenti del gruppo degli aggressori, tutti vicini a movimenti politici di estrema destra. I risultati delle indagini, pienamente condivisi dall’Autorità giudiziaria, hanno portato all’emissione di tre misure cautelari degli arresti domiciliari da parte del Gip del Tribunale di Roma Clementina Forleo, su richiesta del pm Eugenio Albamonte.

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L’ORDINANZA DEL GIUDICE

L’appartenenza dei tre arrestati a Casapound è riportata nelle parole del giudice del gip Clementina Forleo, che ha firmato le misure cautelari nei loro confronti. “I tre soggetti- si legge nell’ordinanza- sono già noti per la loro militanza nelle file del movimento di estrema destra Casapound e per essersi resi già in passato responsabili di analoghe azioni”. L’aggressione dell’estate scorsa viene definita “gratuita” e sembra partire a causa delle parole del 38enne Borgese, il più grande tra gli arrestati.

Sarebbe stato lui a pronunciare la frase “Levati quella maglietta, fidati è meglio per te” e poi ad istigare gli altri due giovani ad aggredire le vittime. Ciurleo, il 23enne che poi avrebbe colpito con una testata David Habib, “risulta aver partecipato a varie manifestazioni di piazza indette da Casapound attestandosi nella frangia giovanile del Blocco studentesco”. E’ stato in passato “indagato per vari reati tra cui la violenza privata, il danneggiamento, invasione di edifici, la resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali ed è stato sottoposto a misure cautelari non detentive e tratto in arresto il 6 ottobre 2016 durante uno sgombero”.

Reati simili a quelli in carico a Vargiu, l’altro 23enne arrestato per aver colpito con una bottiglia il volto di Valerio Colantoni. Anche Vargiu risulta essere un militante di Casapound e del Blocco studentesco e già indagato, tra i vari reati, per resistenza a pubblico ufficiale e invasione di edifici.

L’aggressione ai danni di Habid e Colantoni viene definita dai giudici “di particolare allarme sociale essendo speculare di un più ampio disegno di sopraffazione politica nell’ambito di un territorio ritenuto di appartenenza degli aggressori e nel quale la presenza del Cinema America risultava sgradita”. Gli arresti, di tipo domiciliare, sono scattati anche per il rischio di reiterazione. Per i reati di cui sono accusati i tre giovani la pena prevista è di tre anni di reclusione.

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