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Allarme di Confindustria: “Siamo in bilico tra ripresa e recessione”. Ma Gualtieri replica: “Scenari vecchi”

Nelle previsioni di scenario autunnali del Centro studi Confindustria si rileva "un forte grado di convergenza con la Nadef"

Pubblicato:07-10-2019 09:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:47
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ROMA – “L’Italia è in bilico sulla soglia della crescita zero” tra “ripresa e recessione” e “molto dipende da cosa si farà sull’Iva”, con il rischio di “cadere in recessione in caso di nuovi shock”. Così il Centro studi di Confindustria, nelle sue previsioni aggiornate vede oggi una “Italia in bilico tra ripresa e recessione”. Secondo il Csc a “legislazione vigente e a politiche invariate”, la stima è di un Pil fermo nel 2019 e nel 2020 “crescerebbe dello 0,4%”. Previsioni da aggiornare “alla luce della Legge di Bilancio”.

La dinamica dei consumi delle famiglie italiane va “verso lo zero”, segnala il Centro studi Confindustria. La spesa delle famiglie italiane “è prevista crescere dello 0,3% quest’anno e fermarsi vicino allo zero il prossimo (-0,02%). I consumi delle famiglie sono caratterizzati, “già negli ultimi trimestri, da una dinamica fiacca“. Diversi fattori incidono negativamente sull’andamento dei consumi “di quest’anno e il prossimo”. Tra questi, a legislazione vigente, “l’aumento dell’Iva avrà un impatto negativo sulla dinamica della spesa delle famiglie”, qualora non sterilizzato.

GUALTIERI: “SCENARI PRE-NADEF”

Nelle previsioni di scenario autunnali del Centro studi Confindustria si rileva “un forte grado di convergenza con la Nadef” e ciò “sia tra fattori positivi che negativi, sia sugli interventi necessari a rilanciare la crescita”. Però “sulla struttura dei nuneri base il rapporto ha elementi datati basati su scenari pre Nadef”. Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e Finanze, lo dice intervenendo alla presentazione del rapporto, a viale dell’Astronomia. Il dato sulla crescita “è basato su uno scenario datato, ormai solo teorico, di aumento completo da 23 miliardi dell’Iva e di una totale disattivazione delle clausole tutta in deficit, con effetti su costo debito pubblico”, spiega Gualtieri. Si tratta di due ‘scenari entrambi fortunatamente esclusi dalla Nadef- dice il titolare del MEF- con l’accordo trovato nel governo per disattivare totalmente le clausole di salvaguardia ma non tutto in deficit”.


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