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Confesercenti: “Crollano i lavoratori indipendenti, -514 mila dal 2008”

ROMA - Fino a qualche anno

Pubblicato:07-10-2017 09:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:46

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ROMA – Fino a qualche anno fa l’Italia era considerata il Paese dei piccoli imprenditori, ma forse, dopo dieci anni di crisi, non è più così. Mentre infatti l’occupazione dipendente è tornata a crescere, raggiungendo e superando i livelli registrati prima della recessione, “i lavoratori indipendenti continuano a sparire. Dal 2008 ad oggi abbiamo perso circa 514mila tra commercianti, artigiani, lavoratori in proprio ed altri professionisti: un calo del -8,7% che annulla di fatto la ripresa registrata dai lavoratori dipendenti nello stesso periodo”. A lanciare l’allarme sul lavoro indipendente è Confesercenti, che a partire dai dati Istat ne ha tracciato la dinamica seguita nel decennio della crisi.

Confesercenti evidenzia “un percorso totalmente difforme da quello dell’occupazione dipendente: mentre questa, dopo lo shock iniziale, inverte la tendenza già dal 2011, con un rafforzamento della ripresa a partire dal 2014, i lavoratori indipendenti rimangono invece al palo, diminuendo per quasi tutto il periodo preso in esame”. Il tutto “con la prospettiva di ridursi ancora: nel secondo trimestre del 2017 gli indipendenti sono già a quota 5.363.000, in calo di ulteriori 84mila unità rispetto allo scorso anno”.


Il crollo degli autonomi coinvolge praticamente ogni tipo di profilo professionale, segnala Confesercenti. Calano i titolari di attività imprenditoriali in senso stretto (-10mila, per una flessione del 3,2%). Più che decimati anche i lavoratori in proprio, sia con dipendenti che senza, che nel 2017 sono complessivamente 3,182 milioni, sono circa 453mila in meno (-12,7%) rispetto al 2008.

Dall’apocalisse del lavoro indipendente non si salvano nemmeno i coadiuvanti familiari, che si riducono di oltre il 21% per circa 84mila posti in meno rispetto al periodo precedente alla crisi. Crescono invece – ma appena di 34mila unità, pari ad una variazione del 2% – le altre categorie: liberi professionisti, soci di cooperativa e collaboratori.

“Dai dati emerge con chiarezza la situazione di crisi in cui si trova ancora gran parte del tessuto imprenditoriale italiano. Una crisi così forte da annullare gli ottimi progressi ottenuti sul fronte dell’occupazione dipendente”, commenta Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti.

“Ditte individuali, piccoli imprenditori e lavoratori in proprio hanno sempre caratterizzato fortemente la nostra economia e, nonostante il calo, gli indipendenti costituiscono ancora circa un terzo (30,3%, era il 34,1% nel 2008) del lavoro italiano, responsabile del 20% circa del nostro Pil. Nonostante l’evidente importanza ‘sistemica’ degli indipendenti, però, si registra la mancanza di un piano di intervento per il loro rilancio occupazionale- prosegue Bussoni- sono forse figli di un dio minore”.

Già da qualche anno “chiediamo che venga messo in campo un JobsAct anche per loro: la nostra proposta è di creare un Testo Unico del Lavoro Indipendente, che preveda – fra gli interventi più urgenti – tassazione e contribuzione agevolata per i primi tre anni di attività delle nuove imprese, tutele del reddito in caso di inattività temporanea o di cessazione di attività per crisi di mercato- aggiunge Bussoni- Ma serve anche uno sforzo in più per la formazione continua, assolutamente necessaria in un mondo sempre più competitivo”.

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