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Sanità, Ateneo Ferrara apre le porte a specializzandi Titano

Dopo Reggio Emilia-Modena e la Cattolica di Roma, anche l'Università di Ferrara accoglierà gli specializzandi in Medicina

Pubblicato:07-10-2016 13:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:09

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ateneo_sm_ferraraSAN MARINO – Per i futuri medici sammarinesi si aprono le porte di una terza prestigiosa università italiana. Dopo l’Ateneo di Reggio Emilia-Modena e la Cattolica di Roma, anche l’Università di Ferrara mette infatti a disposizione per i laureati in Medicina, sammarinesi o residenti, posti riservati nelle sue scuole di specializzazione. All’ospedale di Stato è stata infatti siglata oggi la relativa intesa tra il segretario di Stato alla Sanità, Francesco Mussoni, e Roberto Ferrari, capo del dipartimento medico dell’università ferrarese, alla presenza del preside della Facoltà di medicina e chirurgia, Massimo Bonora. Non vi sono limiti nel numero di posti riservati, spiega Mussoni. “Dipenderanno- precisa- dalla programmazione che l’Iss farà nei prossimi anni sui giovani sammarinesi che possono formarsi e specializzarsi in ambito medico”.

Nel dettaglio, San Marino si impegna sul piano finanziario al trattamento spettante al medico in formazione specialistica, per una somma fissata, nel primo anno, in circa 25 mila euro, in 26 mila per gli anni successivi. “Per noi formare cardiologi è un piacere e un onore- spiega Ferrari- la nostra è una scuola specialistica aperta, i nostri specializzandi ‘girano’ in altri ospedali e mi piacerebbe facessero stage anche qui”. L’accordo, sottolinea poi, riguarderà tutte le specialistiche interessate: oltre cardiologia, altri fiori all’occhiello dell’offerta ferrarese sono, per esempio, medicina interna, oncologia, geriatria ed emergenza-urgenza. La collaborazione tra tra la facoltà di Medicina, in particolare Cardiologia, e la sanità sammarinese si arricchirà infine di un progetto di “cooperazione scientifica, formativa, professionale e di ricerca”. In questo ambito, il cardiologo lancia la proposta di far diventare San Marino “lo Stato della prevenzione”. Basterebbe, spiega, creare un database con la “carta del rischio” di ciascun sammarinese.


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