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Milano, Pavone attacca su Buenos Aires: “Pista ciclabile frettolosa”

Dalla viabilità alla movida, dagli studentati a San Siro, intervista a tutto campo alla candidata M5s

Pubblicato:07-09-2021 20:07
Ultimo aggiornamento:07-09-2021 20:17
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layla pavone
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di Nicolò Rubeis

MILANO – “Le piste ciclabili in una città come Milano sono fondamentali ed è un bene che ci siano. Ma ci deve essere un piano più strutturato. Molte cose sono state fatte di fretta e di furia, e immagino che la ciclabile di Buenos Aires sia il risultato di una scelta di questo tipo“. La candidata sindaca su Milano del M5S, Layla Pavone, la manager scelta da Giuseppe Conte, in un’intervista a tutto campo alla ‘Dire’, affronta il tanto discusso tema della viabilità cittadina.

Ok le ciclabili, a patto che siano realizzate con buonsenso: “Io stessa uso la bicicletta e anche il monopattino per muovermi- spiega- però se tiri una linea di vernice separatoria e la intendi come ciclabile, mi chiedo quanto può essere sicura una viabilità così“. Per esempio “mi aspettavo che ci fossero dei cordoli a lato della pista- prosegue- le metropoli devono avere un piano definito sulle biciclette. Chi ci va deve avere pochi ostacoli sul suo tragitto e non sentire il rischio del pericolo”.

Anche sui monopattini Pavone ha una sua idea: “Vanno regolamentati- dice- specie se diventano un mezzo abituale. Magari non con la targa, ma con il caschetto assolutamente sì, soprattutto per i minori“. In ogni caso “non sono per un approccio punitivo- va avanti la candidata commentando le multe inflitte dal sindaco di Sesto San Giovanni a chi era sprovvisto di casco sul monopattino– ma non sempre ci sono delle strutture che garantiscono la sicurezza”.


Per Pavone, non è tanto la guerra alle auto che Palazzo Marino dovrebbe portare avanti, quanto una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini affinché capiscano che a volte se ne può fare anche a meno: “Ci sono dei casi in cui la devi usare inevitabilmente– afferma- ma non sempre è necessario. Bisogna però garantire dei servizi che ne disincentivino l’uso. Come i parcheggi, soprattutto per chi arriva dalla periferia o dall’hinterland”.

Infatti “se avessimo un piano parcheggi- continua- che ci metta nelle condizioni di prendere una linea pubblica, un cittadino potrebbe tranquillamente lasciare lì la macchina. Ma deve avere la possibilità di prendere rapidamente i mezzi per arrivare in centro. Ci sono delle aree che in tal senso non sono attrezzate”. Quello che occorre dunque, per la candidata M5s, è “una visione più larga” delle cose, e non improntata solamente “a metterci sempre una pezza”. Pavone riserva un passaggio anche su Atm: “Se guardiamo alle altre città internazionali- commenta Pavone- il biglietto della nostra metropolitana non ha un costo così spropositato”. Chiaro che però “serve controllo- prosegue- ognuno di noi dovrebbe trattare la metro come fosse la propria automobile“. Ma comunque “un servizio pubblico- ribadisce- non potrà mai avere delle tariffe che non siano accessibili alle fasce più deboli che devono essere salvaguardate”.

Pavone arriva dal mondo del digitale (lei stessa si definisce una ‘pioniera di internet’), ed è proprio da lì, secondo lei, che si potrebbe prendere spunto: “Pensiamo al tema dell’intelligenza artificiale- conclude- potremmo magari introdurre dei semafori intelligenti. In termini economici non sono degli investimenti così pazzeschi da fare”. 

MILANO? “MENO SICURA DI ANNI FA”

Milano “è una città meno sicura di qualche anno fa. Ci vorrebbe un po’ più’ di controllo a livello territoriale, in giro vedo pochi vigili. Un tempo ce n’erano di più”. Ne è convinta la candidata sindaca del M5S su Milano Layla Pavone. Oltre alla sicurezza, un altro punto sul quale stanno insistendo gli sfidanti di Giuseppe Sala, su tutti il frontman del centrodestra Luca Bernardo, è quello relativo alla disabilità. “Non lo scopre certo Bernardo che a Milano ci sono barriere architettoniche- dice Pavone- ora vengono fuori questi slogan che lasciano il tempo che trovano”. Per la candidata pentastellata questo è il momento “di trovare soluzioni”, per le quali “un disabile, o un anziano visto che ce ne sono molti a Milano, abbia la possibilità, per esempio, di recarsi in un centro unico dove trovi tutte le risposte che gli occorrono”. Specie perché “spesso c’è una decentralizzazione di tutti quelli che sono i servizi e questo, per un esempio, rappresenta un moltiplicatore di difficoltà“. E comunque occorre pensare anche “a livello di quartiere”. Un disabile, infatti, “non può andare in centro per avere delle risposte ai suoi problemi- conclude- è l’amministrazione che deve andare incontro alla popolazione. Bisogna investire sull’assistenza”.

“BASTA CEMENTO, RIQUALIFICARE SAN SIRO”

“La valutazione sulla ricostruzione di San Siro si può fare, ma in quel quartiere c’è poco verde. Si tratta di un impianto che deve essere riqualificato, ma con un piano che non preveda solo l’introduzione di centri commerciali o altro cemento”. Non poteva mancare un passaggio sul futuro dello stadio Meazza, “il tempio dei milanesi”, come la stessa Pavone lo definisce: “Come lo possiamo trasformare?- si chiede la candidata- l’amministrazione non è ancora riuscita a risolvere questo tema. Dal mio punto di vista la rigenerazione ha a che fare con il consumo di suolo, visto che Milano ha un bassissimo numero di metri quadrati verdi per abitante e si posiziona a metà della media nazionale”. Quindi, invece “di pensare a un piano dove c’è solo cemento- conclude- potremmo pensare a una ristrutturazione utilizzando lo spazio che abbiamo”.

“SERVONO STUDENTATI NEI QUARTIERI”

Milano è una città che non ha sviluppato un’accoglienza per gli studenti, abbiamo una serie di aree dismesse che potrebbero essere riqualificate e messe a disposizione per degli studentati”. Parlando con la ‘Dire’, la candidata sindaca del M5S su Milano, Layla Pavone, affronta anche il tema degli affitti spesso troppo cari per i giovani che arrivano in città per studiare. “I ragazzi- dice ‘la pioniera di Internet’- non vogliono per forza stare in centro. Dobbiamo riuscire a trattenerli dandogli delle prospettive anche di carattere culturale. Negli anni ’80 ricordo una Milano effervescente, oggi invece la musica è sparita dalla città. Uno studente deve vivere e mangiare a condizioni non impossibili. E poi dobbiamo nutrire la creatività delle persone”. Anche perché “Milano non può e non deve essere una città per ricchi- aggiunge- così come Londra non lo è, ma anzi è una metropoli che valorizza il talento”. Se si guarda al centro, il capoluogo lombardo “è molto bello- conclude- ma non si può tenere in considerazione solo quella fascia. La città è costituita da quartieri che stanno fuori dal centro che secondo me non sono stati considerati abbastanza”. 

 “GIUNTA SALA PUNITIVA SU MOVIDA

“Ho avuto la sensazione che su certe cose l’amministrazione non avesse, in questi anni, un atteggiamento inclusivo ma quasi punitivo”. A grandi linee, è questo il giudizio espresso alla ‘Dire’ dalla candidata sindaca del M5S su Milano Layla Pavone, in relazione a questi anni di gestione della città targati Giuseppe Sala. “Faccio un esempio- prosegue- a Milano non ci sono più i cestini, sono spariti e non è normale. Un piccolo caso, ma che dimostra come alcune cose vadano cambiate”. Su questo argomento “si potrebbe iniziare a metterli anche per fare la raccolta differenziata, informando poi i cittadini su come farla al meglio. Di cestini dovrebbero essercene una miriade”. Ultimamente poi, per Pavone si poteva gestire meglio la questione movida, con le ordinanza tanto discusse (specie l’ultima per i quartieri di Porta Venezia, quella che regolava l’asporto e l’uso del vetro, ndr) “che sono state fatte- va avanti- non aprendo una discussione costruttiva con gli attori coinvolti. Poi dopo, le proteste l’amministrazione ha aperto al confronto, per me però non si gestiscono così le cose”. In ogni caso “non si può criticare a prescindere- conclude- perché amministrare Milano non è facile. Ma ci sono delle cose che si possono rivedere”.

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