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L’Iss al lavoro su caso malaria; Ricciardi: “Zanzara dall’estero in ospedale mi sembra impossibile”

Al momento gli esperti dell'istituto superiore di sanità stanno completando le analisi per identificare il ceppo

Pubblicato:07-09-2017 16:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:40

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Walter Ricciardi

ROMA – A seguito del decesso per malaria di una bambina di 4 anni, avvenuto il 4 settembre 2017 negli Spedali Civili di Brescia, il ministero della Salute ha avviato un’indagine. Al momento è stato accertato che la causa del decesso è la malaria cerebrale, mentre sono ancora in corso le indagini per identificare l’origine dell’infezione. Lo scenario. Durante il mese di agosto la bambina è stata ricoverata negli ospedali di Portogruaro (13 agosto) e di Trento (16-21 agosto e poi 31 agosto), prima per un episodio di diabete infantile e, il 31 agosto, per quella che si pensava essere una faringite. Il 2 settembre, a seguito di un nuovo ricovero, è stata rilevata la presenza del Plasmodium falciparum (uno degli agenti eziologici della malaria umana) nel sangue della bambina e la piccola è stata trasferita agli Spedali Civici di Brescia, una struttura di riferimento per la cura delle malattie tropicali. Da subito l’attenzione si è concentrata sulla possibilità che l’infezione contratta dalla bambina fosse collegata al ricovero per malaria di alcuni componenti di un nucleo familiare di rientro da una vacanza in Burkina Faso, ricoverati all’ospedale di Trento negli stessi giorni in cui si trovava la piccola. Così in un comunicato l’Iss.

Per verificare l’eventuale presenza di zanzare anofele (Anopheles è il genere responsabile della trasmissione della malattia) negli stessi giorni in cui era ricoverata la bambina, nei giorni scorsi sono state piazzate quattro trappole per zanzare anofele nel reparto di pediatria di Trento. L’esito della ricerca è risultato negativo, tuttavia non si può escludere che ce ne fossero durante il ricovero della piccola. I risultati delle prime indagini di laboratorio hanno rivelato che il parassita responsabile della malaria nella bambina deceduta è dello stesso tipo, Plasmodium Falciparum, identificato nei componenti della famiglia di ritorno dal Burkina Faso.

Attualmente, all’Istituto Superiore di Sanità si sta completando il campionamento necessario per espletare tutte le indagini e valutare quali siano state le vie di trasmissione possibili. Saranno quindi effettuate analisi molecolari in grado di verificare l’identità tra i ceppi da cui è stata infettata la bambina e quella degli altri pazienti ricoverati negli stessi giorni colpiti dallo stesso parassita. Le indagini molecolari richiederanno alcuni giorni perché siano completate Per saperne di più sulla malaria consulta la pagina di informazioni generali su EpiCentro, conclude l’Iss.


RICCIARDI (ISS): SE CEPPO E’ LO STESSO SI APRE SCENARIO DI INCIDENTE OSPEDALIERO

“Stamattina una équipe mista del ministero della Salute e dell’Iss è andata a capire la dinamica, a studiare le caratteristiche delle zanzare locali sulla base di due ipotesi”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, a margine di un evento, tornando a parlare del caso della bambina morta di malaria agli Spedali Civili di Brescia. “La prima ipotesi è basata su un’analisi genetica, perché il parassita che ha colpito la bambina è lo stesso (degli altri due bambini con la malaria, ndr) ma questo non significa che sia identico, perché ci sono varie famiglie. Bisogna fare il test del dna e vedere se c’è coincidenza. Se ci dovesse essere perfetta sovrapponibilità si apre uno scenario di un incidente ospedaliero che naturalmente dovrà poi essere analizzato per capire come sia avvenuto. Non è solo un piccolo frammento di sangue che deve essere passato, deve essere un incidente tale da ripetere artificialmente quello che fa la zanzara, prendere sangue infetto e reinserirlo nella bambina. Ci vuole un atto invasivo“.


“ZANZARA ARRIVATA IN OSPEDALE DALL’ESTERO MI SEMBRA IPOTESI IMPOSSIBILE”

Se così non fosse, invece, “l’ipotesi è quella che ci sia stata una puntura da zanzara- ha continuato Ricciardi-, ma va verificato come si sia stato possibile che sia stata una zanzara anofele italiana, che in Italia è presente ma non è mai stato dimostrato che fosse capace di trasmettere il plasmodio falciparum. Gli altri plasmodi sì, ma questo più pericoloso mai. Oppure si tratta di una zanzara importata, che non è un caso raro, però a questo punto bisogna capire come sia stata possibile che si sia allontanata da un aeroporto, perché normalmente quelle importate non sopravvivono a lungo una volta arrivate in Italia e non vanno molto lontano dagli aeroporti. Non è mai successo che una zanzara si sia spostata così tanto, si può pensare che dall’aeroporto sia stata ‘portata’ con qualche altro mezzo, ma ritengo l’ipotesi impossibile“. Secondo Ricciardi, quindi “la prima ipotesi sarebbe disdicevole, perché sembrerebbe che ci sia stato un incidente ospedaliero, nel secondo caso le inchieste sono particolarmente problematiche. Tutte le altre affermazioni che sono state fatte sono destituite da ogni fondamento, e le conclusioni che si leggono sono sbagliate finchè non saranno concluse le indagini”.

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