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Pronti per il ritorno a scuola? Preparatevi (anche) dormendo bene

Se si dorme troppo poco i rischi aumentano sia per i bambini piccoli che per gli adolescenti: si va dal deficit di attenzione all'obesità e perfino al fumo

Pubblicato:07-09-2015 09:08
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:32

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ROMA – Con settembre si ritorna a scuola e si ripresentano le solite difficoltà nello svegliare i ragazzi al mattino. “Il sonno è ancora una delle più rilevanti componenti per il loro sviluppo intellettuale. Tuttavia i giovani italiani dormono troppo poco e questo non è solo un fatto privato, ma un problema di salute pubblica che le famiglie e le istituzioni, comprese quelle scolastiche, non possono sottovalutare o, ancor peggio, ignorare”: a lanciare un preoccupato allarme è il prof. Francesco Peverini, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus, alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico, lamentando che “la percentuale di studenti che non acquisiscono un sonno sufficiente (due su tre) è rimasta stabile dal 2007 (fonte Youth Risk Report 2013) e purtroppo non sembrano profilarsi miglioramenti spontanei all’orizzonte”.

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Secondo Peverini ‘una efficace contromisura per la perdita cronica di sonno da parte degli studenti più giovani, con molteplici potenziali benefici per quanto riguarda la salute fisica e mentale, la sicurezza e lo stesso rendimento scolastico potrebbe essere uno slittamento dell’avvio dell’orario scolastico, come diverse ricerche hanno ormai dimostrato. Tuttavia, ha riconosciuto, “almeno in Italia cambiamenti dell’orario scolastico con un inizio che vada oltre le 08:30 del mattino sono impensabili perché incidono sulle abitudini delle famiglie oltre che sulla stessa organizzazione del lavoro, della scuola e dei trasporti”. Dopo aver ricordato che “il sonno è un importante fattore di successo in classe, elemento che non dovremmo disprezzare, come ha ribadito pure un documento programmatico sul sonno e sull’orario scolastico degli adolescenti americani, pubblicato dall’American Academy of Pediatrics”, il prof. Peverini ha messo in evidenza “quanti elementi possano condizionare negativamente la capacità degli studenti di ottenere un sonno sufficiente e ristoratore'”.


Secondo l’esperto, “ad una sempre più frequente carenza cronica di sonno dei nostri giovani, inevitabilmente si associano, data l’età dei soggetti, i cambiamenti fisiologici associati alla pubertà, possibili scelte di vita delle famiglie, esigenze e decisioni accademiche”. Se appare inattuabile la modifica degli orari d’avvio delle lezioni, cosa resta da fare? Secondo il direttore scientifico della Fondazione, “per ottimizzare il sonno degli allievi, è molto meglio sollecitare i docenti delle scuole elementari, medie e superiori a svolgere programmi di formazione che prevedano un deciso coinvolgimento delle famiglie, attraverso gli studenti stessi, al dovere di ottenere per i propri figli livelli ottimali di sonno, ossia 8-10 ore per notte a seconda dell’età dello studente. Il fabbisogno medio di sonno di un bambino delle elementari, infatti, arriva anche a 10-11 ore; quello di un adolescente a 9-10 ore. Purtroppo l’esperienza quotidiana e numerosi studi scientifici testimoniano una drastica riduzione di questo fabbisogno nel mondo industrializzato ed una cronica contrazione delle ore di sonno”. Il prof. Peverini ha inoltre esortato ‘gli operatori sanitari che trattano gli adolescenti a cominciare ad educare ragazzi e genitori sull’importanza di un sonno adeguato per il mantenimento della salute e del benessere. Ne ricaverebbero enormi benefici non solo i giovani e le loro famiglia ma lo stesso Sistema Paese’. Ma quali sono le conseguenze della privazione del sonno per i più giovani? Il prof. Peverini ha tratteggiato un quadro allarmante caratterizzato da “paradossale iperattività, scarsa capacità di apprendimento e quindi deficit di attenzione nei più piccoli, mentre negli adolescenti si determina obesità, stanchezza, sonnolenza e talora depressione, ridotta capacità di consolidamento della memoria, fumo di tabacco, fino ad un aumentato rischio di assunzione o abuso di sostanze farmacologicamente attive”.

Ci sono però soluzioni semplici che l’esperto ha indicato “per stimolare una maggiore attenzione a questi problemi e aiutare ad avere un approccio meno problematico alla questione”:

– Pianificare gradualmente una buona durata di sonno notturno. Ossia cominciare l’anno scolastico dopo aver disciplinato il sonno dei ragazzi almeno una settimana prima dell’inizio della scuola. “Non potremmo ottenere nulla in una sola notte” ha precisato il medico.

– Restare coerenti con gli orari stabiliti anche durante il fine settimana, quando sia i genitori che i ragazzi sono tentati di far molto tardi la sera per poi illudersi di recuperare tutto il mattino successivo, cosa che non potrà avvenire il lunedì.

– Cercare l’aiuto della luce al mattino perché attraverso una più vantaggiosa produzione di melatonina facilita a resettare l’orologio interno (ritmo giorno-notte) segnalando alla corteccia cerebrale che è il momento di essere svegli, regolando anche meglio l’assunzione di cibo.

– Ricordare che è altrettanto importante svolgere attività fisica durante il giorno, per giungere ‘stanchi’ la sera al momento di addormentarsi. “È un documentato meccanismo fisiologico che ci porta ad addormentarci più facilmente la sera”, ha detto l’esperto. – Non permettere che i bambini assumano bevande contenenti caffeina oltre un certo orario. La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, rendendo sì un po’ più attenti ma quasi sicuramente insonni.

– La tecnologia non è un tabù, ma troppa luce da schermi retro-illuminati (tv, computer, tablet, telefonini) incrementa l’attività elettrica del cervello di un giovane, l’esatto opposto di quello che dovrebbe accadere prima di andare a dormire. La luce può inoltre “confondere” la naturale produzione di melatonina.

– Non impiegare rimedi farmacologici per aiutare i ragazzi a dormire. “È invece importante parlare con il medico quando gli sforzi per ottenere un buon sonno sembrano fallire”. Ma il tasto su cui batte l’esperto ricercatore è quello dei “pericoli di un sonno insufficiente, fenomeno ormai piuttosto comune e diffuso tra i giovani studenti. Esso è associato a diversi rischi per la salute, troppo frequentemente ignorati sia dai genitori che dagli insegnanti. Il più rilevante è il sovrappeso: dormire meno accentua la produzione di ormoni che stimolano l’appetito. Bambini privati di un sonno corretto e ristoratore mettono in evidenza un peso corporeo maggiore rispetto a coetanei con un sonno più regolare. È evidente quanto, nei più giovani, il sovrappeso sia recentemente aumentato di pari passo con la costante riduzione delle ore di sonno”, testimonianza del riscontro, già negli adolescenti, di rischi per patologie ben più gravi, come elevata pressione arteriosa, insulino-resistenza, alterazioni del colesterolo e del quadro metabolico generale” conclude il comunicato della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno onlus.

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