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ROMA – “L’ errore sul profilo Instagram relativo alla nascita del Comitato nazionale ‘Neapolis 2500’ evidentemente è del mio social media manager. Per questo ho accettato le sue dimissioni”. Così su X il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, mette la parola fine alla gaffe apparsa sulla card pubblicata sul suo profilo Instagram.
Il Consiglio dei ministri, nell’ambito del decreto di legge Omnibus approvato oggi, ha disposto l’istituzione del Comitato nazionale ‘Neapolis 2500’ al fine di celebrare la storia, la cultura e l’arte della città di Napoli e il suo contributo allo sviluppo del patrimonio storico e artistico della Nazione, nonché alla formazione dell’identità italiana, nella ricorrenza del venticinquesimo centenario della fondazione dell’antica Neapolis da parte dei Cumani. Questa è avvenuta, secondo la tradizione, il 21 dicembre dell’anno 475 a.C.
Così l’annuncio social con uno scatto del ministro della Cultura con alle spalle Napoli, tra l’altro sua città natale. Peccato che, nella card incriminata, la dicitura non parlasse di 2500 anni, ma di 2 secoli e mezzo. Ovvero 250 anni. Il post è diventato virale in brevissimo tempo: quello bastato a far circolare gli screen da un profilo all’altro e al team di Sangiuliano a cancellare. Ormai la frittata era fatta, innumerevoli i commenti e le prese in giro. Così sono arrivate le dimissioni.
“La nascita del Comitato nazionale ‘Neapolis 2500’- ha spiegato oggi Sangiuliano- è un’iniziativa che ho fortemente voluto, caldeggiata anche dal mondo delle imprese, delle associazioni, della cultura e delle professioni. Si tratta di un doveroso riconoscimento alla storia di Napoli, una città che è una delle grandi capitali culturali del mondo e che ha dato un contributo importante a tutta l’umanità. La sua grande tradizione merita di essere riconosciuta in questa ricorrenza significativa mettendo insieme una serie di manifestazioni e appuntamenti che sottolineino il valore di questa città”.
Riccardo Pirrone, social media manager di Taffo, ha risposto al ministro annunciando delle verifiche: “Come presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager, ritengo offensivo scaricare la colpa pubblicamente e unicamente su un dipendente per un errore del genere e per questo addirittura farlo dimettere. Approfondiremo la questione”.
“Mentre il mondo si interroga sull’utilizzo di qualità dell’intelligenza artificiale in Italia viene licenziato un social media manager per un errore che può capitare e che evidentemente non può essere solo suo. Non è la prima volta che si mettono in croce i tanti professionisti della comunicazione digitale, impegnati e presenti nonostante la mancanza di un adeguato riconoscimento professionale, purtroppo ancora assente nel nostro ordinamento. Da anni PA Social è in campo per sottolineare l’importanza di queste figure professionali, la centralità di una comunicazione digitale di qualità, l’utilizzo di servizio al cittadino delle piattaforme digitali, la fondamentale importanza di una riforma di settore con il giusto ruolo per gli esperti in comunicazione e informazione digitale”. Così, sui social, Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social.
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