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Patrick Zaki da diciotto mesi in carcere, Noury (Amnesty International): “Un tempo doloroso, dall’Italia strategia inconcludente”

"Il governo italiano assuma iniziative concrete per favorirne la scarcerazione", dichiara alla Dire il portavoce di Amnesty International

Pubblicato:07-08-2021 17:09
Ultimo aggiornamento:07-08-2021 18:51

patrick zaki
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ROMA – Patrick Zaki è arrivato al diciottesimo mese di detenzione arbitraria, illegale, senza processo né possibilità di difendersi. Per lui, chiuso nella sua cella del carcere di Tora, questi diciotto mesi sono stati un tempo lentissimo di angoscia, di dolore fisico, di sofferenza mentale. Continuiamo a chiedere alle autorità egiziane che sia scarcerato perché non c’è nessun motivo per tenerlo in prigione, se non una inaccettabile persecuzione politica. Continuiamo a sollecitare il governo italiano ad abbandonare la sua strategia inconcludente, basata su silenzio, cautela, dialogo, e ad assumere finalmente iniziative concrete come ha chiesto anche il parlamento per favorire la scarcerazione di Patrick”. Così all’agenzia Dire il portavoce di Amnesty international Riccardo Noury, in occasione del diciottesimo mese di detenzione preventiva dello studente dell’Università di Bologna. Zaki, iscritto a un master in studi di genere, è stato arrestato nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2020 all’aeroporto internazionale del Cairo perché accusato di aver pubblicato dei post su Facebook atti a destabilizzare lo stato, accusa che lui ha sempre respinto.

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