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Arrestato per corruzione il direttore della discarica di Bellolampo a Palermo

Arresto in flagranza per tre persone. La discarica definita dalla commissione regionale Antimafia "simbolo della crisi rifiuti in Sicilia"

Pubblicato:07-08-2020 06:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:44
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PALERMO – Due imprenditori del settore dei rifiuti e il direttore tecnico della discarica palermitana di Bellolampo sono stati arrestati in flagranza per corruzione aggravata. Gli agenti della Direzione investigativa antimafia di Palermo sono entrati in azione nel momento in cui uno dei due imprenditori, Emanuele Gaetano Caruso, 53enne originario di Paternò (Catania), ha consegnato al direttore tecnico della discarica, il 62enne Vincenzo Bonanno, una busta con cinquemila euro in contanti, mentre una successiva perquisizione in un’auto ha portato alla scoperta di altri 13.250 euro. La terza persona in arresto è Daniela Pisasale, 45enne di Sircusa, ma residente a Catania, titolare di diverse società operanti nel campo del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti: la donna è infatti rappresentante della Realizzazioni e Montaggi srl e amministratore unico della Ecoambiente Italia srl, entrambe con sede a Siracusa. Il denaro è stato sequestrato e i tre sono finiti in carcere.
L’arresto dei tre nasce da una indagine della Dia, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, sugli interessi della mafia nel ciclo dei rifiuti: la discarica di Bellolampo, gestita dalla società partecipata del Comune Rap, è stata definita dalla commissione regionale Antimafia “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia”.

ORLANDO: “A BELLOLAMPO TRASFERIREMO TUTTI”

A Bellolampo trasferiremo tutti: non restera’ un solo dipendente di quelli che al momento lavorano in quell’impianto”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, nel corso della conferenza stampa convocata a Palazzo delle Aquile dopo l’arresto di un funzionario della Rap, societa’ che si occupa della gestione del ciclo dei rifiuti, sorpreso dalla Dia mentre riceveva una busta con cinquemila euro in contanti da un imprenditore. “Cambiera’ anche la governance – ha aggiunto Orlando -, proprio per stima nei confronti di chi lavora a Bellolampo e che non e’ coinvolto in queste vicende giudiziarie”. Orlando ha poi annunciato la rotazione “di tutti i dirigenti delle societa’ partecipate” del Comune.

“CACCIAMMO ECOAMBIENTE DA BELLOLAMPO”


“L’arresto di queste ore e’ la conferma di cio’ che denunciamo da tempo: la presenza assolutamente anomala di privati come Ecoambiente nella discarica di Bellolampo“. Cosi’ il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a margine della conferenza stampa convocata dopo l’arresto di un funzionario della societa’ partecipata Rap nella discarica di Bellolampo. Ecoambiente Italia srl e’ la societa’ siracusana amministrata da Daniela Pisasale, una delle tre persone arrestate dalla Dia, che ha lavorato a Bellolampo fino al 31 maggio 2019 per la gestione di un impianto mobile di Tmb. “Ecoambiente e’ stata collocata a Bellolampo su disposizione del governo regionale e con la nostra opposizione – ha aggiunto il sindaco di Palermo -. L’abbiamo cacciata da Bellolampo ma nonostante questo qualche mese fa il dipartimento regionale dei Rifiuti e’ tornato a dire che quando avremo bisogno ci dovremo rivoglere a Ecoambiente”.


PRESIDENTE RAP: “IN AZIENDA NON C’È SPAZIO PER L’ILLEGALITÀ”


“Ribadisco con forza l’appello a tutti i lavoratori e i partner di Rap: non c’e’ spazio per lavorare nell’illegalita’ ne’ per ammettere comportamenti impropri. Chi ha lavorato in maniera impropria e’ conveniente per lui presentare le dimissioni”. Ad affermarlo e’ stato il presidente di Rap, societa’ partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti nel capoluogo siciliano, Giuseppe Norata, a margine della conferenza stampa convocata dopo l’arresto di un funzionario dell’azienda nella discarica di Bellolampo. “La citta’ merita una societa’ pubblica che viva e operi nella legalita’ – ha aggiunto Norata -. Un problema legalita’ interno all’azienda? Le trenta persone licenziate non possono infangare migliaia di lavoratori onesti della Rap”.

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