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Incendio sul Gran Sasso, il WWF: “Servono più controlli nei parchi”

ROMA - "Quanto accaduto a Campo Imperatore

Pubblicato:07-08-2017 16:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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ROMA – “Quanto accaduto a Campo Imperatore nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo, tra sabato e domenica, purtroppo, non è che l’effetto di una visione distorta di uno sviluppo che non nasce dalla tutela, ma da uno sfruttamento senza limiti dei nostri tesori naturali. Una deriva che rischia di accentuarsi con la riforma della Legge quadro sulle aree protette in discussione al Senato”, alla quale il Wwf – che lo scrive in una nota – e altre associazioni ambientaliste, da più di un anno, si oppongono.

“È assurdo che al posto di difendere le normative di tutela, gli amministratori, e non solo quelli locali, chiedano deroghe in nome di un fantomatico sviluppo della montagna che, invece, non può essere la riproposizione di quello selvaggio che ha denaturato tanta parte delle coste italiane”, dice l’associzione del Panda.


“I Parchi nazionali nascono per la conservazione della biodiversità animale e vegetale, per promuovere attività di educazione, formazione e ricerca scientifica, per la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agrosilvopastorali e tradizionali- dice il vicepresidente del Wwf Italia Dante Caserta- Nulla che possa giustificare la presenza senza regole di 30.000 persone in una delle aree più delicate e protette del Parco del Gran Sasso. Non si può definire salvaguardia delle attività agrosilvopastorali una ‘falsa rappresentazione’ di una fiera della pastorizia: non vi è alcuna azione educativa nel tollerare comportamenti indecenti e pericolosi”.

Per qualcuno i parchi sono purtroppo diventati solo un ‘brand’ per aumentare il richiamo di un turismo insofferente alle minime regole non della conservazione, ma della decenza e quanti sollevano dubbi su questa visione vengono tacciati di integralismo”, prosegue – che conclude: “Il danno nel Parco del Gran Sasso ormai è fatto e l’auspicabile punizione dei colpevoli non potrà restituirci praterie e boschi distrutti dalle fiamme. Per far sì che simili disastri e altri comportamenti indecenti non si verifichino più, è necessario modificare l’approccio alla gestione di specie e habitat che sono unici al mondo. Questo è l’obiettivo da perseguire sin da subito e l’unica risposta possibile: far sì che d’ora in avanti la natura e i Parchi siano rispettati, valorizzati e mai più violentati”.

Il Wwf chiede ai Parchi “di esercitare il proprio ruolo vietando, come spesso non è stato fatto sino a oggi, iniziative inconciliabili con la tutela dell’ambiente”. E chiede ai Carabinieri Forestali, conclusa ormai la fase della riorganizzazione, “di tutelare al 100% il territorio: non è concepibile, ad esempio, che a Campo Imperatore in poche settimane si siano susseguiti due ‘assalti’ nell’indifferenza generale e che nessuno sia stato multato per aver scambiato prati d’alta quota per un parcheggio”.

L’associazione chiede inoltre alla Regione Abruzzo “di restituire forza, dignità e organici alle Polizie provinciali, svilite da una riforma bocciata dalla stragrande maggioranza degli italiani, ma sin qui rimaste nel limbo, quasi ci fosse una precisa volontà di favorire la deregulation”.

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