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Alfano: “Controlli serrati sui finanziamenti agli islamici”

La rispota del Governo all'Isis prevde controlli più stretti, anche attraverso una nuova unità della Guardia di Finanza

Pubblicato:07-08-2016 09:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:58

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AlfanoROMA – Controlli più stretti, anche attraverso una nuova unità della Guardia di Finanza che indaga sui flussi di finanziamento alle realtà islamiche. Poi prosecuzione del monitoraggio capillare dei foreign fighter italiani “uno per uno”. L’allerta che rimane “al secondo livello, quello che precede l’ attacco terroristico”. E un segnale politico forte: “La linea? È quella di non confondere terrorismo e immigrazione“. Infine, l’ appello a ogni singolo musulmano: “Denunciate i jihadisti”. Questa la risposta del governo all’Isis, nelle parole del ministro dell’ Interno, Angelino Alfano, in un’intervista al Messaggero.

L’intervista

Mohamed Khemiri, il tunisino arrestato nel casertano che diceva di essere dell’ Isis “finché vivrò”, era custode della Moschea di San Marcellino e l’Imam aveva partecipato all’ invito alla preghiera in parrocchia. Possibile che nessuno nella comunità si fosse accorto del suo delirio? “Abbiamo già arrestato diverse persone segnalate dalle comunità, c’ è collaborazione tra noi e loro. Ma le comunità possono fare di più. Vuol sapere il paradosso? In un’ interrogazione al Senato sul terrorismo mi è stato obiettato che tutti i jihadisti verrebbero arrestati su segnalazione delle comunità, quindi noi che cosa ci stiamo a fare? Paradosso infondato: le segnalazioni ci sono, ma le comunità islamiche faticano ancora ad avere un atteggiamento di assoluta intransigenza. Anzi, il fatto che sia funzionando l’ attività repressiva può favorire il salto culturale e indurre le comunità a scelte di denuncia radicali”.

Ci sono però comunità importanti come il Caim lombardo che non siedono nei vari tavoli istituiti presso il Viminale, mentre ce ne sono altre moderate ma non altrettanto rappresentative. Com’è possibile? “Ci siamo sforzati di coinvolgere tutte le organizzazioni rappresentative, tali però da avere referenze positive per poterle accogliere al Viminale. Ciò non vuol dire che chi non siede ai tavoli fiancheggi i terroristi, ma proprio la struttura diversa delle comunità islamiche dalla Chiesa cattolica che è una gerarchica, Papa cardinali vescovi e parroci, impedisce di avere interlocutori che rispondano per tutti”.


Quale appello sente di rivolgere alle comunità islamiche in Italia? “Un appello non solo alle comunità ma ai singoli fedeli: denunciate i jihadisti, perché questo è a salvaguardia della vostra libertà di preghiera che lo Stato riconosce, e anche dello stesso Islam, perché chi uccide nel nome di Allah lo fa tenendo prigioniero un Dio e non lo rispetta, né lo venera. Nessun Dio, infatti, autorizzerebbe mai una simile barbarie”.

SOLDI

Quali controlli sui finanziamenti da paesi islamici a moschee-garage? “Noi facciamo parte di piattaforme internazionali condivise anche con gli Stati Uniti per il controllo dei flussi finanziari al terrorismo, abbiamo un comitato di sicurezza finanziaria istituito dopo l’ 11 Settembre, e attraverso il ministero degli Esteri siamo il riferimento di un progetto europeo sul controllo di flussi finanziari che sono in aumento. Le darò una notizia: il comandante generale della Guardia di Finanza ha istituito, in sintonia con direttive nostre e col comitato analisi strategica antiterrorismo, un’apposita unità per il controllo sui flussi finanziari alle realtà islamiche“.

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