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Il termovalorizzatore contro Draghi? Conte guarda l’uscita  

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:07-07-2022 19:48
Ultimo aggiornamento:07-07-2022 19:48

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ROMA – Oggi alla Camera il giochetto del M5S di Giuseppe Conte è riuscito grazie al regolamento. Perché sul decreto Aiuti, al cui interno c’è anche il via libera al termovalorizzatore a Roma odiato dai ‘grillini’, hanno confermato solo la fiducia al Governo, mentre il provvedimento sarà votato lunedì prossimo. Visti i numeri, anche se il M5S non dovesse partecipare al voto, il decreto dovrebbe comunque passare con il sì di tutte le altre forze politiche della maggioranza. Ma il giochetto non potrà essere replicato al Senato, dove la maggioranza incontra sempre difficoltà e c’è un solo voto sulla fiducia e il provvedimento.

Se i senatori ‘grillini’, e tra loro c’è forte tendenza anti-Draghi, non parteciperanno al voto di fatto aprirebbero la crisi di Governo. Tra 5 giorni insomma vedremo la ‘resa del Conte’ o la vittoria ancora non si sa di chi. Tra i parlamentari sono pochi quelli che pensano che Conte riuscirà frenare la voglia di menar le mani e che il Movimento uscirà dalla maggioranza di Governo. Garantirà comunque l’appoggio esterno? Vien da ridere. Chiaro che si considera questa mossa come quella capace di riposizionare il M5S in chiave ‘anti’ qualcuno, sperando che basti a frenare la fuga di consensi. Ma non basterà, anzi si rivelerà presto pura illusione, i voti se ne vanno perché erano stati dati per mandare affanculo tutto il sistema politico mentre adesso il M5S si è sistemato. Meglio sarebbe giocarsi la partita con un altro obiettivo politico: quello di far da catalizzatore, da Movimento guida di tutte le micro forze che devono per forza riorganizzarsi a sinistra e che in molti casi hanno temi politici simili. In quel caso la partita verrebbe giocata in una parte dello schieramento che anche il Pd fatica a coprire.

Nel peggiore dei casi, nel caso il prossimo voto politico ripresenti una riedizione del governo dei responsabili e di un Draghi bis, potrebbero rappresentare ed esercitare una forte opposizione. Anche Salvini, leader della Lega, vorrebbe smarcarsi ma non può, i governisti della Lega lo hanno ammanettato e quindi dovrà cercare di forzare lo scontro perché altri, magari il Pd, facciano saltare il Governo. Anche qui speranza vana. In attesa ha sparato parole: “La Lega farà la Lega. Bisogna aumentare stipendi e pensioni, non votare leggi su droga libera o cittadinanza facile” ha detto Salvini ai suoi deputati riferendosi ai dossier che arriveranno in Aula la settimana prossima. “Che il Parlamento voti per la droga libera, con milioni di ragazzi a rischio e baby-gang dilaganti, sarebbe una scelta criminale” ha aggiunto il leader tra gli applausi. “Faremo quello che serve all’Italia, siamo leali e responsabili e tutti ci ricordiamo che droga libera e cittadinanza facile agli immigrati non fanno parte degli accordi di governo”. Alla riunione, hanno fatto sapere dalla Lega, erano presenti anche i ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia.


Per sottolineare che son tutti d’accordo anche se è non vero. Pure Carlo Calenda, leader di Azione, si prepara alla battaglia finale: “Sono convinto che la strategia dei 5 Stelle è far cadere il governo prima dell’estate deve essere chiaro a tutte le forze politiche che i 5 Stelle sono un pericolo per la sicurezza di questo paese. I 5 stelle e Fdi devono essere esclusi dal prossimo governo e spero in un ravvedimento della Lega affinchè capisca che Salvini è ottimo per fare il dj del Papeete ma nulla più” ha detto.

Il Pd di Enrico Letta spera ancora che nel M5S prevalga la ragione e sventola ramoscelli del nuovo Ulivo: “Noi in questo momento siamo impegnati dentro a una maggioranza di Governo che è composita – ha detto Letta- con alleati più vicini, con alleati con i quali stiamo governando insieme. Con il Movimento 5 Stelle continua un percorso di discussione sulle cose da fare… c’è bisogno di un Governo che sia nel pieno della sua forza. Quindi quello che auspico è che la maggioranza sia forte, che il Governo sia in grado di dare le risposte che i cittadini aspettano, noi siamo lì per fare questo. Ecco perché mi auguro e spero veramente che ci sia la possibilità di trovare queste intese nel più breve tempo possibile”. Qualche giorno fa il segretario Letta aveva detto che nel caso la maggioranza si sfasci allora bisognerebbe andare subito a nuove elezioni. Non la pensano così altri Dem: “Se alla fine Conte dovesse uscire dal governo, la legislatura dovrebbe comunque arrivare alla sua conclusione naturale” ha sottolineato il senatore Pd Andrea Marcucci.

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