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VIDEO | Andrea Renzi: “In un’era digitale il teatro è un argine, è un luogo dove l’umanità si ritrova”

Pubblicato:07-07-2022 19:37
Ultimo aggiornamento:08-07-2022 11:49

andrea renzi teatro
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NAPOLI – “Questo ‘Camus 2020. Note di lavoro’ è definito dal suo autore, Rosario Diana, un melologo e si compone di un testo che indaga il pensiero di Camus e di una composizione musicale per chitarra sola. Ho trovato questo confronto con lo scrittore e il pensatore francese molto coinvolgente, mi sembra un pensatore di profondità controcorrente in un momento come questo dove siamo un po’ tutti digitalizzati e continuamente in superficie. Proprio per questo mi è sembrato di poter accedere ad un luogo dove si riflette sulle nostre vite, sul senso della vita senza timore in un rapporto molto frontale chiedendosi cos’è la felicità e cos’è l’assurdo che quotidianamente dobbiamo contrastare”. Così l’attore Andrea Renzi presenta alla Dire “Camus 2020. Note di lavoro” lo spettacolo scritto e diretto da Rosario Diana che andrà in scena domani, venerdì 8 luglio, alle 21 al Teatro Dumas-Istitut Francais di Napoli.

“Il testo – prosegue Renzi – è prismatico. Nel senso che interpreto Camus, me stesso, questa è una sorpresa che Diana mi ha fatto e quando ho letto la stesura la prima volta sono rimasto molto colpito, e il pensiero di Rosario che si mette in campo come altro pensatore. Credo che tutto questo possa lasciare agli spettatori un’idea della complessità della nostra identità. Pensiamo sempre di essere unici, monolitici ma noi attori sappiamo che siamo composti da tanti ‘io’ che hanno bisogno di stimoli, di interrogazioni e che le domande ci vengano poste e mi sembra che Camus sia un suscitatore di domande molto, molto prezioso in questo momento”.


“Camus 2020. Note di lavoro”, che si avvale delle musiche originali di Rosalba Quindici eseguite da Ruben Santorsa, è parte di una trilogia di una corposa ricerca che Rosario Diana ha messo in campo per approfondire il tema filosofico del riconoscimento e che si apre alla riflessione umanistica intrecciata ai linguaggi delle arti sceniche. Dopo il primo capitolo dedicato al “Paradiso perduto” di John Milton con l’attrice Valentina Acca e l’analisi delle “Diramazioni da Hegel” con l’attore-regista Lino Musella, la trilogia intitolata “Scene del riconoscimento” si compie con Andrea Renzi.


“Non ho un rapporto assiduo con Camus – confessa Renzi alla Dire – però molti anni fa mi è stato regalato ‘Il mito di Sisifo’, un libro più da pensatore che da romanziere che mi colpì molto. Mi colpì molto questo senso di ricerca continua, infinita, incessante ed è proprio il suo ricorrere a questa immagine mitica, mi sono accorto negli anni, che mi aveva dato energia e la possibilità di non scoraggiarmi e il sapere che siamo sempre alla ricerca di risposte, di senso. Ed è questo l’aspetto che personalmente più mi colpisce”.

Nello spettacolo molto importante è il ruolo che riveste la musica che fa “da contraltare a tutto questo senso che Camus mette in campo e per me vuol dire che sì c’è la razionalità, il pensiero ma c’è qualcosa che va oltre e più felicemente misterioso”. Nessuna paura per Renzi su quella che sarà la risposta del pubblico allo spettacolo perché “il pubblico dopo la pandemia ha dato una risposta generosa di partecipazione agli spettacoli teatrali di diverso tipo, fossero commedie, testi impegnativi, danza o musica dal vivo. È questo un segnale, ovviamente, per la nostra categoria molto rincuorante ma oso dire rincuorante per una parte di umanità. Nel senso che io non ho niente contro la tecnologia e il rapporto digitale però è chiaro che, in questo momento, il teatro può rappresentare un argine e anche un luogo dove l’umanità civile si raccoglie e si incontra. È molto diversa la fruizione in solitudine, alla quale tutti noi ci dedichiamo, da quella insieme agli altri. Cambia il tipo di rapporto, è una relazione vitale”.

Attore di teatro, cinema e televisione Renzi ammette che “la mia casa è il teatro e un certo modo di farlo. Sono stato uno dei fondatori della compagnia prima ‘Falso movimento’ poi ‘Teatri uniti’ e amo molto il teatro come esperienza di ensemble, di gruppo e condivisione di pensieri. Sono convinto, insomma, che l’unione di più corpi e teste riesca a dire vita a qualcosa di più di quello che pensiamo e creiamo in solitudine. Ed è questo che mi affascina dopo tanti anni e che mi fa ancora amare il lavoro in compagnia”.
Renzi a settembre sarà al Teatro Mercadante di Napoli con lo spettacolo di inaugurazione della stagione “Ferito a morte” con la regia di Roberto Andò e poi partecipera, per la regia di Marcello Cotugno, alla messa in scena de ‘La Madre’ di Florian Zeller, “testo molto bello – sottolinea – dell’autore premiato con l’Oscar. Avrò il ruolo del marito della protagonista, Lunetta Savino, che mi intriga molto”.

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