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Basta prelievi di bambini: l’appello delle ‘Madri in rivolta’ a Draghi e ai ministri

La lettera sarà consegnata al prefetto di Roma con un sit in di protesta lunedì 12 luglio alle 10.30

Pubblicato:07-07-2021 16:46
Ultimo aggiornamento:07-07-2021 18:25
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madri in rivolta
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ROMA – “Chiediamo che cessino immediatamente i prelevamenti forzati dei bambini” e “alla ministra dell’Interno di attivarsi con urgenza per verificare la legittimità delle procedure dei prelevamenti dei minori” e ancora “il mandato professionale dell’operato delle Forze dell’ordine, nonchè l’abrogazione del primo comma della Legge 54 del 2006 e che rientrino presso le madri tutti i bambini che sono stati sottratti contro la loro volontà ed in nome di una non riscontrabile sindrome o comportamento ‘alienante‘”. Queste le richieste che le ‘mamme coraggio’ e le ‘madri in rivolta’ hanno espresso in una missiva che consegneranno al prefetto di Roma lunedì 12 luglio alle 10.30 in un sit in di protesta che si terrà in via IV novembre 117/A. La lettera è stata indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese; alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, alla ministra della Famiglia e Pari Opportunità, Elena Bonetti; al ministro del Lavoro Andrea Orlando e al ministro della Salute, Roberto Speranza.

Come donne e cittadine di questo Stato prendiamo parola sul dibattito in corso sulla cosiddetta violenza istituzionale contro madri e bambine/i, avendo in diversi anni di osservazione e riflessione analizzato tutti i risvolti e le dinamiche di questo grave fenomeno, tornato al centro delle cronache con, tra gli altri, il caso Laura Massaro e quello dei fratellini di Cuneo e nell’ultima settimana con ben due sottrazioni violente dei bambini di Pisa ed Assisi” dichiarano le mamme accusate di alienazione parentale.

“La politica- scrivono nella lettera- individua nella Sindrome di alienazione parentale (Pas) e nella disapplicazione della Convenzione di Istanbul le principali cause dei gravissimi provvedimenti contro il legame tra i bambini e le loro madri considerando, quindi, che questo fenomeno sia limitato ai casi in cui bambini e donne siano vittime di violenza domestica, abusi o maltrattamenti come specificato nel documento in 7 punti in occasione della scorsa manifestazione del 17 giugno scorso a Roma a Montecitorio ‘Sui bambini non si PASsa’. Consideriamo questa lettura inefficace, incapace di rendere ragione di tutto un fenomeno che non si riduce solo all’ambito giuridico dei tribunali civili e per i minorenni e tantomeno alle situazioni di violenza e maltrattamenti familiari conclamati. La legge 54 del 2006 crea situazioni di vera e propria vessazione anche nelle separazioni cosiddette consensuali laddove i padri interpretano il ‘diritto’ potestativo come una feroce arma di controllo e minaccia, con omissione di atti dovuti, controllando le più semplici libertà di movimento di madri e figli con relativa minaccia di fare ricorso ai servizi e/o al tribunale. Noi- continuano- individuiamo infatti nella legge 54 del 2006, in particolare nel primo comma del primo articolo, riguardante la bigenitorialità e l’affido condiviso, la causa della reintroduzione e legittimazione del principio patriarcale della Patria Potestà”.
In un altro passaggio si affronta la questione anche guardando ad altri Paesi europei. “In tutta Europa e in tutti i paesi più sviluppati si è diffuso in questi anni lo stesso fenomeno della sottrazione violenta dei bambini alle loro madri accusate di ostacolare appunto la bigenitorialità, frutto di una male interpretata parità che cancella la specificità della differenza femminile e del legame materno, presumendo la spartizione di un onere genitoriale e rendendo equivalenti le figure materna e paterna. Stabilisce in astratto e a priori che la bigenitorialità rappresenti il maggior interesse del minore offrendo un appiglio per la squalifica di qualunque parola e volontà resa dai minori in sede di ascolto”.


Altro tema spinoso e contestato quello per cui “l’affido condiviso si possa attuare con una spartizione materiale e prestazionale della responsabilità genitoriale” riporta ancora la lettera appello. “La persecuzione istituzionale- continuano le mamme- che mira a conciliare genitori secondo un astratto modello ideale di famiglia separata è diventata una gravissima e inaccettabile ingerenza nella vita privata delle cittadine e dei bambini, una manipolazione e, questa sì, alienazione di vissuti, volontà e libertà fondamentali, arrivando perfino a multare le donne che cercano di difendersi. Prendiamo quindi le distanze da chi intende sorvolare su queste considerazioni individuando solo nella Pas e nella disapplicazione della Convenzione di Istanbul i motivi dei gravi provvedimenti presi dai tribunali del nostro paese contro i bambini e le loro madri. La Pas è lo strumento con il quale la giustizia- concludono- trasferisce nell’ambito della sfera psichica la valutazione di quei comportamenti che andrebbero valutati per le oggettive vessazioni a cui madri e figli sono stati sottoposti“.

Hanno sottoscritto l’appello: Collettivo Donne In-Curanti, MaternaMente, MovimentiAMOci Vicenza, Collettivo femminista radicale Luna Rossa, Comitato Madri Unite contro la violenza istituzionale.

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