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Summer School Dire, come comunicare la lotta alla mafia

Per il terzo appuntamento ospiti Danilo Sulis, Alessio Pasquini e Rachele Giacoletti

Pubblicato:07-07-2021 15:22
Ultimo aggiornamento:07-07-2021 15:23

summer school lotta alla mafia
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ROMA – ‘Comunicare la lotta alla mafia’ è stato l’argomento della terza, tra le cinque giornate, della Summer School firmata Dire e diregiovani.it. Tre gli ospiti di questa mattina: Danilo Sulis, amico di Peppino Impastato e presidente di Rete 100 passi; Alessio Pasquini, giornalista e portavoce del senatore Pietro Grasso; Rachele Giacoletti, studentessa del liceo scientifico ‘Galilei’ di Palermo e speaker radiofonica a Radio 100 passi.

Sulis è stato co-fondatore di Radio Aut con Peppino Impastato: “Conobbi Peppino ai tempi della scuola- ricorda- ci accomunava la passione per la musica. Insieme abbiamo dato vita al circolo Musica e Cultura e alla radio, entrata poi a fare parte della storia con l’uccisione di Peppino per mano mafiosa”. Danilo Sulis ha ripreso il percorso interrotto con la fondazione di Radio 100 passi, sorta in via Carducci, a Palermo, da un bene confiscato alla mafia, e collabora con scuole di tutta Italia per diffondere la cultura della legalità a contrasto delle mafie, affermare i valori della Costituzione, promuovere, difendere e praticare l’informazione libera ed indipendente. “Peppino è la figura più amata dalle nuove generazioni, quando lui parlava di mafia, non lo faceva nessun altro, tranne i sindacalisti assassinati nelle piazze. Lui usava la radio per la sua lotta contro la mafia, con uno stile unico, fu probabilmente l’uso dell’ironia, dello sberleffo contro i boss mafiosi, primo fra tutti Badalamenti, a condurlo alla morte”. “Parlare di mafia può sembrare una cosa lontana per i ragazzi– conclude- ma la viviamo ogni giorno, con minacce ed estorsioni che colpiscono la gente comune. Servono tante piccole formiche che, nel quotidiano, facciano i loro 100 passi uniti, nella stessa direzione”.

Un progetto ambizioso e complesso che, di pari passo alla radio, vede nascere tanti progetti, tra cui: Radio 100 passi TV, il giornale online ed il movimento 100 passi media network e la realizzazione di Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). La sede della radio è stata assegnata dal ministero dell’Istruzione al liceo ‘Galilei’ di Palermo e gli studenti imparano a fare radio. Tra loro, Rachele Giacoletti, studentessa quattordicenne: “Ho fatto esperienza come speaker radiofonica con un progetto scolastico- testimonia- e mi ha dato tanto. Ma non solo, con la radio collaboriamo alla realizzazione iniziative e presidi, ultimo quello del 9 maggio per la ricorrenza della morte di Impastato”. Da anni, il liceo siciliano coinvolge gli studenti in progetti sulla lotta alla legalità: “Abbiamo collaborato con il centro Pio La Torre– aggiunge Rachele- con Libera, abbiamo incontrato ed intervistato giornalisti impegnati nella lotta contro la mafia, non ultimo Paolo Borrometi”.


Alessio Pasquini ha raccontato ‘Stories di mafia’ di Pietro Grasso, il progetto su Instagram (@pietrograsso), in cui il senatore, che aveva lavorato a fianco di Falcone e Borsellino, si rivolge alle nuove generazioni con brevi video su tutto quello che ha imparato nei suoi anni di lotta alla mafia. “Quando Pietro Grasso è diventato presidente del Senato- interviene- era da poco finito il suo mandato come Procuratore nazionale antimafia e, già da magistrato, aveva una particolare attenzione per le scuole. Abbiamo lavorato sul linguaggio istituzionale per renderlo funzionale alle nuove generazioni, attraverso i social”. Un modo di raccontare la lotta contro la mafia che, come ha sottolineato Alessio Pasquini, ha portato una quantità enorme di ragazzi a seguire la pagina Instagram di Grasso per ascoltare storie che non conoscevano. “Non solo storie di grandi personalità già note- precisa- ma fatti di cronaca non da tutti conosciuti, come la strage di Pizzolungo. La sfida è stata raccontare queste storie in pochi secondi, senza banalizzarle”. Il giornalista parla, inoltre, del libro ‘Paolo Borsellino parla ai ragazzi’ con l’indroduzione di Pif: “Durante il lockdown nazionale, abbiamo lavorato alla sua pubblicazione. Si tratta di un libro in cui l’impegno è stato quello di raccontare senza omissioni o semplificazioni, l’importanza di una battaglia durata anni, che ha comportato tante vittime, togliendo la retorica dell’eroe alle storie di uomini e donne comuni. Preti, magistrati, poliziotti, politici, giornalisti che hanno combattuto contro la mafia con impegno, passione, professionalità”.

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