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Coronavirus, pediatri: “Andamento bifasico su bambini e ragazzi”

Lo dichiarano i pediatri Marco Cattalini e Antonella Meini in una intervista pubblicata su 'Pediatria', la rivista ufficiale della Societa' italiana di pediatria (Sip)

Pubblicato:07-07-2020 10:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:36
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ROMA – “Nella Clinica Pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Brescia abbiamo osservato un andamento bifasico nelle caratteristiche dei bimbi che sono venuti alla nostra osservazione per Covid-19″. Lo dichiarano i pediatri Marco Cattalini e Antonella Meini in una intervista pubblicata su ‘Pediatria’, la rivista ufficiale della Societa’ italiana di pediatria (Sip).

“Nel primo periodo di picco dell’epidemia dal 7 marzo alla meta’ di aprile- spiegano i pediatri- abbiamo ricoverato 32 bambini con tampone positivo per SARS-CoV-2 e quadro clinico ‘classico’ con sintomi respiratori (febbre, tosse, dispnea) o gastrointestinali (diarrea, vomito, inappetenza, dolore addominale) da lievi a moderati e un quadro radiologico di polmonite interstiziale. Solo 2 bambini, di un mese e un anno di vita, hanno necessitato di ricovero in terapia intensiva dove sono stati sottoposti a ventilazione non invasiva. Tutti i bambini sono stati dimessi dopo un decorso privo di complicanze di rilievo. Dal 14 aprile, in un secondo periodo- proseguono- abbiamo osservato 16 bambini con caratteristiche cliniche del tutto diverse dal gruppo di bambini ricoverati precedentemente, in parte simili alla malattia di Kawasaki atipica“.

I segni e i sintomi “piu’ comuni” rilevati dai pediatri sono stati “febbre elevata persistente, rash cutaneo polimorfo, congiuntivite eritematosa, cheilite, dolori addominali, diarrea, adenomesenterite, artralgie, meningismo associati a segni bioumorali e ecocardiografici di miocardite o pericardite. Otto bambini hanno presentato un fenotipo infiammatorio acuto particolarmente grave all’esordio con sintomi multisistemici tanto che in 3 casi sono stati ricoverati inizialmente in terapia intensiva pediatrica”. Gli esami di laboratorio “evidenziavano iposodiemia, ipoalbuminemia, elevati indici di flogosi, D-dimero e Troponina. In nessun caso l’ecocardiogramma ha mostrato aneurismi/dilatazioni delle coronarie. Nessuno di questi 16 bambini- ricordano i pediatri- apparteneva al gruppo precedente di ricoverati per polmoniti interstiziali SARS-CoV-2 positive. Due soli bambini su 16 sono risultati positivi al tampone nasofaringeo per SARS-CoV-2, ma tutti avevano storia familiare di contatto con parenti conviventi affetti da Covid-19. Gli anticorpi specifici anti SARS-CoV-2 sono stati eseguiti a 8 pazienti e sono risultati positivi in 7. L’eta’ media era compresa tra 1 e i 15 anni, 8 femmine e 8 maschi”.


Sebbene non sia stato possibile dimostrare inequivocabilmente l’associazione causale tra il virus SARS-CoV-2 e quest’ultima entita’ clinica, Cattalini e Meini spiegano sulla rivista ‘Pediatria’ che “la storia familiare positiva per Covid-19, la positivita’ della sierologia in alcuni dei pazienti testati e l’alta frequenza in zone ad alta endemia di SARS-CoV-2, indicano un ruolo di questo virus“.

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