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Crolla palazzina a Torre Annunziata, Rafanelli (Cnr): “In Italia manca la percezione del rischio”

Se si fossero "letti" i segnali in tempo la palazzina poteva essere sgomberata per tempo "e oggi non ci sarebbero stati dispersi ma solo persone in salvo"

Pubblicato:07-07-2017 13:34
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:30

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crollo_torre_annunziataNAPOLI – “In Italia non abbiamo la percezione del rischio, non diamo importanza alla manutenzione degli edifici. Una volta costruito pensiamo resti lì per secoli. Non è vero. Intanto bisogna vedere come è stato costruito. L’esempio tragico è la casa dello studente de L’Aquila. Il terremoto c’è stato, è vero, ma l’edificio è crollato in modo anomalo perché il calcestruzzo era depotenziato e i ferri non erano adeguati. Infatti, la magistratura indaga. Diciamo, pure, che qualcuno ha voluto risparmiare” sui lavori.

Così all’Agenzia Dire, intervistato sul crollo della palazzina di Torre Annunziata avvenuto all’alba di stamane, Claudio Rafanelli dell’istituto di acustica e sensoristica ‘Orso Mario Corbino’ del Consiglio nazionale delle ricerche (Idasc-Cnr).

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“Il rischio, in quel caso del terremoto, è remoto e ci si dice sempre ‘ma dai, non capita’ poi quando accadono le tragedie uno si pente di aver risparmiato quei soldi perché poi non ha più il bene”.


Ma non è solo questo, spiega ancora il ricercatore. “C’è, poi, il fatto di non saper valutare bene i segni premonitori come le crepe sui muri, l’umidità eccessiva nelle parti basse degli edifici. Quest’ultimo fattore, ad esempio, potrebbe voler dire che c’è un’infiltrazione potente di una falda o di un torrente che è stato coperto negli anni e su cui poi si è costruito. Sono tutti segnali che dovrebbero allarmare un proprietario e spingerlo – conclude Rafanelli – a chiamare un tecnico per farli valutare”.

Oggi, prosegue il ricercatore, “ci sono strumenti, tecnologie, sensori e metodologie che possono dare indicazioni di queste patologie anche mesi prima che accada la tragedia. Poi questa, semmai, avviene comunque ma uno è pre-allertato”.

Nel caso di Torre Annunziata, ad esempio, se si fossero “letti” i segnali in tempo la palazzina poteva essere sgomberata per tempo “e oggi non ci sarebbero stati dispersi ma solo persone in salvo”.

di Giuseppe Pagano, giornalista professionista

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