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SAN MARINO – Rete è nata alla vigilia degli arresti della “tangentopoli” sammarinese che oggi segna un punto di svolta con la sentenza di primo grado del processo sul Conto Mazzini.
Il capogruppo Roberto Ciavatta, intervistato da SMNA, ripercorre gli anni in cui prese avvio quel “piccolo risveglio delle coscienze”, di cui il suo movimento è diventato simbolo e voce prima nelle piazze, poi in Consiglio Grande e Generale, fino ad essere quello che è oggi, ovvero la seconda forza politica del Paese. Ma “il conto Mazzini non è che la punta di un iceberg” per Ciavatta, convinto che “ancora molti dei legami tra politica e affari devono emergere e venir puniti”.
Il capogruppo vira quindi subito sull’attualità: “Ci pare che anche oggi vi siano- manda infatti a dire- atteggiamenti e attività che favoriscono un potentato in particolare, storicamente molto ammanicato con la politica”. Nel mirino Governo e Banca centrale, rispetto cui il civico torna a sostenere come “doverosa” una commissione d’inchiesta sugli “errori plateali” recentemente commessi sul sistema bancario e finanziario. E come il processo Conto Mazzini fu diretta conseguenza di una Commissione d’inchiesta, parimenti l’auspicio del leader di Rete è che “si celebrino altri processi e che la magistratura ci dia dimostrazione di indagare e colpire i corrotti e corruttori ovunque si annidino”. Nell’intervista nessuno sconto viene fatto al “nocciolo duro del governo” che rappresenta, per Ciavatta, “il peggio prodotto dalla malapolitica del Paese”. Il capogruppo di Rete si dice infine convinto che “questo governo cadrà a breve”, ma sarà comunque “troppo tardi per porre rimedio ai danni provocati”.
RETE è nata agli inizi del 2012, nel clima arroventato successivo agli ultimi colpi di coda del vecchio sistema: Gatti era stato da poco Reggente, grazie alla compiacenza della DC e di AP (oggi Repubblica Futura). Quando nel 2013 sono iniziati gli arresti l’abbiamo vissuto come un piccolo risveglio delle coscienze, per questo abbiamo sostenuto la magistratura a spada tratta, a volte anche platealmente. Oggi dobbiamo constatare che alcune condanne sono arrivate, ci auguriamo che vengano confermate in appello e ci spiace che alcuni personaggi se la caveranno senza fare un giorno di carcere.
A mio avviso il conto Mazzini non è che la punta di un iceberg: ancora molti dei legami tra politica e affari devono emergere e venir puniti. Ci pare che anche oggi vi siano –forse inconsapevolmente, forse ingenuamente- atteggiamenti e attività che favoriscono un potentato in particolare, storicamente molto ammanicato con la politica (di una come dell’altra parte).
Una commissione d’inchiesta sugli errori plateali commessi da Banca Centrale e dal governo credo sia doverosa. Ma tale commissione dovrà indagare anche le origini del dissesto del sistema finanziario, e anche in questo caso punire i colpevoli.
Quindi la risposta è sì: mi auguro che si celebrino altri processi e che la magistratura ci dia dimostrazione di indagare e colpire i corrotti e corruttori ovunque si annidino. Anche se si tratta di amici, vicini di casa o persone a cui si è legati sentimentalmente.
Se chiudo il tuo giornale per 3 mesi senza fornirti ragioni, e alla fine ti ritiro la licenza perché non vendi più copie, cosa penseresti? Che ho fatto chiarezza nella tua gestione del giornale o solamente che ho puntato a distruggerti? BCSM persegue scopi che non coincidono con l’interesse del paese. Non lo dico io, lo scrive la magistratura nell’ordinanza che sospende il commissariamento di Asset banca (e cosa accadrà quando anche la LCA verrà dichiarata illegittima?).
Il governo è colpevole nel lasciare che una società partecipata come la BCSM agisca indisturbata facendo scappare milioni di euro dal sistema. Le soluzioni che indica BCSM non sono tali: sono condanne a morte. Se una banca ha problemi patrimoniali, la BCSM dovrebbe fare piani di regolarizzazione pluriennali, non dire “o ti metti in regola entro due mesi oppure salti”. Il sistema va salvaguardato: non significa che non vogliamo punire i responsabili (e responsabili ce n’è in ogni banca, anche in quella che governo e BCSM tutelano silenziosamente), ma semplicemente che non ci abbassiamo al giustizialismo ignorante di chi fa saltare banche come fossero pop-corn.
E’ sempre così: ciò che i dinosauri non possono, lo possono i topolini. Alla DC il paese non avrebbe mai permesso di fare queste forzature. I novelli politici a mio avviso non si rendono conto di cosa fanno sostenendo i propri governanti, che invece un piano in testa ce l’hanno eccome. Una parte della cittadinanza continua ancora a dire: “sono nuovi, lasciamoli lavorare”.
Purtroppo solo alcuni consiglieri sono nuovi (e inesperti), ma il nocciolo duro del governo rappresenta il peggio prodotto dalla malapolitica in questo paese: Podeschi, che dichiara che il suo esempio di politico è Gabriele Gatti, proviene da UpR –il partito del conto Mazzini-, Celli dirigeva il PS di Andreoli, Stolfi e De Biagi e ci prometteva ruoli diplomatici in cambio di voti (Ndr vicenda archiviata dalla stessa magistratura); Renzi, dà voce ai sensi di rivalsa di AP. Temo che quando finalmente questo governo crollerà, e accadrà a breve, sarà oramai troppo tardi per porre rimedio ai danni provocati. Non credo, dicevo, che i suddetti Segretari di Stato siano così stupidi da non capire i danni che stanno provocando a un tessuto fragile come quello sammarinese. Per me lo capiscono, quindi li considero in assoluta cattiva fede.
Abbiamo deciso di non stare con chi per indole e per storia politica ha padrini da fiancheggiare. Gli altri partiti hanno cercato apparentamenti per governare, i numeri ci dicono che se altri avessero evitato di fiancheggiare i fiancheggiatori oggi avremmo un governo libero da ogni potentato. Civico 10 ha fatto la scelta di (come afferma un loro esponente) “sporcarsi di fango pur di governare”. È una loro scelta. Noi siamo fieri di non avere padroni, e non ci interessa essere ininfluenti al governo. Preferiamo opporci a questo sistema che sta mettendo le basi per nuovi processi, verso la classe politica attuale, cui il nostro paese assisterà in futuro. Quando la cittadinanza vorrà liberarsi di ogni potentato, noi saremo lì. Quando i nuovi politici si renderanno conto di “servire” progetti che contrastano con l’interesse del paese, noi saremo lì. Noi saremo un governo di garanzia e unità nazionale, capace di unire invece di dividere come stanno facendo i rancori e l’arroganza dei novelli Savonarola.
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