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Il sogno della Fiorentina sfuma al 90′, i tifosi: “Così fa troppo male”

Doveva essere una notte epica. Una lunghissima festa. E c'è chi se l'era immaginata fino a tarda notte, fino al rientro dei 'ragazzi'. E invece…

Pubblicato:07-06-2023 23:33
Ultimo aggiornamento:08-06-2023 12:37
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stadio franchi_conference league
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FIRENZE – “Non è tempo per noi” cantava Ligabue. Che un po’ meno poetica, suona in questa maniera: “Così no, fa troppo male. Mai una gioia”. L’hanno detto e pensato in tanti dopo il 2 a 1 di Bowen al novantesimo, quando i supplementari erano a un passo. Trentatré anni dopo la Fiorentina torna a sbattere contro il muro europeo. Ci va vicino, vicinissimo, ma poi finisce all’inferno quando la coppa sembrava a un passo. Invece la Conference League prende la via di Londra. La coppa la alza il West Ham e per i tifosi viola quella del 7 giugno sarà una notte amara, da cerchiare di nero sul calendario.

Dura da digerire. Per ‘la manciata’ di tifosi riusciti a strappare un biglietto e accedere al piccolissimo stadio di Praga; per i 30.000 tifosi dello stadio Franchi a seguire la partita sui maxischermi. Per tutta la città. Per chi c’era anche nel ’90, nell’amara Avellino, e ha visto la Fiorentina di Baggio uscire in lacrime dopo aver perso contro l’odiata Juventus. “Il dolore è lo stesso di allora, non ci si abitua mai”, dice qualcuno uscendo dallo stadio. “Fa malissimo”, perché qui, a queste latitudini, la Viola è una fede. Un sacramento.

Quella “ciliegina sulla torta” a cui pensava tutto il clan viola, dal presidente Commisso a mister Italiano, non è arrivata. Doveva essere una notte epica. Una lunghissima festa. E c’è chi se l’era immaginata fino a tarda notte, fino al rientro dei ‘ragazzi’. E invece… il triplice fischio finale è coinciso con un mesto rompete le righe. Una processione triste fuori dal Franchi, anche se c’è chi non molla: “Amo la mia città, i suoi colori. Per questo non perdo mai”.


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