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Censis: “In Italia 8,5 milioni di donne fanno sport, ma resta il divario di genere”

Il divario di genere è ben esplicato dai numeri: gli italiani che fanno sport, in modo saltuario o continuativo, sono quasi 20 milioni e di questi oltre 8,5 sono donne

Pubblicato:07-06-2023 16:04
Ultimo aggiornamento:07-06-2023 16:05

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ROMA – Senza donne che lavorano e senza donne che fanno sport, l’Italia non cresce o non lo fa quanto potrebbe. Ecco perché aumentare il numero delle praticanti non è solo un tema di giustizia sociale e di pari opportunità, ma deve essere anche una questione di sviluppo e interesse nazionale. Il divario di genere, infatti, è ben esplicato dai numeri: gli italiani che fanno sport, in modo saltuario o continuativo, sono quasi 20 milioni e di questi oltre 8,5 sono donne (il 43,3% del totale). E’ solo uno dei dati inseriti nel Rapporto del Censis dal titolo ‘Donne, lavoro e sport in Italia. Per la crescita dei territori e del Paese‘. Lo studio è stato discusso nel Salone d’Onore del Coni in occasione della presentazione del progetto di sostenibilità sociale realizzato da Fondazione Lottomatica e Fijlkam, la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, che si esprime con il progetto ‘Fight like a girl’ per favorire la diffusione della pratica sportiva al femminile in alcune aree più svantaggiate del Paese.

Dalla ricerca si evince come il 29,2% delle donne con più di tre anni pratica almeno uno sport (venti anni fa era il 23,3%), e di queste 6,5 milioni (il 21,8%) lo fanno con continuità (venti anni fa era il 15,7%). Restano ancora escluse da questa pratica di massa 12 milioni di donne (40,6% del totale). “Lo sport promuove i valori di inclusione, cooperazione e rispetto ma purtroppo, anche in questo ambito permangono, talvolta, disparità e squilibri di genere che occorre eliminare attraverso una pluralità di azioni”- ha spiegato il vicepresidente vicario del Coni, Silvia Salis, che poi ha aggiunto: “Dove il talento delle donne non è adeguatamente valorizzato o considerato o è, peggio ancora, umiliato, le conseguenze pesano sulle loro vite e sulla società nel suo complesso, che si trova a dover fare a meno di risorse preziose per capacità e competenze. Quello delle donne, e delle donne che fanno sport, è un contributo fondamentale alla crescita dei territori e di tutto il Paese”.

LE DONNE TRA SPORT E LAVORO

La donna che fa sport – dice il Censis – non sta solo meglio nel fisico e nella mente, ma è anche meglio inserita nella società: lavora, studia, guadagna più di chi non fa esercizio fisico, ed è più moderna, in quanto aderisce a stili di vita e modelli di comportamento più evoluti e sostenibili. Le sportive possiedono titoli di studio più elevati di chi fa una vita sedentaria: il 26,9% è laureata e il 36,5% è diplomata, contro – rispettivamente – il 9,7% di laureate e il 27,3% di diplomate che non praticano sport. La donna che fa attività motoria non solo studia di più, ma lavora anche di più. Tra le over quindicenni che fanno sport, il 49,8% è occupata, il 17,6% è una studentessa e il 13,4% è casalinga. Tra chi non fa sport prevalgono le casalinghe, che sono il 34,3% del totale, seguite da pensionate (24,2%) e occupate (24,2% del totale), mentre le studentesse sono solo il 4,6%.


“Siamo davvero felici di questo accordo tra Fondazione Lottomatica e Fijlkam- il commento dell’amministratore delegato di Lottomatica, Guglielmo Angelozzi– L’impegno per lo sport e per l’uguaglianza di genere caratterizza tutte le attività e l’identità di Lottomatica, del cui impegno sociale la nostra Fondazione è espressione sociale. In questo senso, il Rapporto Censis offre le informazioni e le analisi di contesto utili per capire a che punto siamo e che cosa fare per abbattere ogni forma di barriera. Dobbiamo garantire massima uguaglianza anche nello sport che rappresenta uno strumento prezioso di empowerment e di emancipazione”.

TERRITORI E DIFFERENZE

La quota delle praticanti è pari al 36,3% del totale delle donne con più di tre anni nel Nord-Est, al 34% nel Nord-Ovest, al 31,9% al Centro e precipita al 19,7% nel Sud e nelle Isole. A livello regionale, si va dal 50,4% di praticanti nel Trentino-Alto Adige, al 13,4% in Calabria, preceduta da Sicilia (17,4%), Campania (17,7%) e Basilicata (17,9%). La correlazione tra pratica sportiva e occupazione è evidente se si osserva la graduatoria regionale costruita in base al tasso di occupazione femminile, che è quasi coincidente con quella delle praticanti. A fronte di un tasso medio di occupazione femminile che in Italia è del 51,1%, a livello regionale si va da un massimo del 66,2% in Trentino-Alto Adige a un minimo del 30,5% in Sicilia, preceduta dalla Campania, dove il tasso di occupazione femminile è al 30,6%, e dalla Calabria con il 31,8%.

“Lo sport è veicolo di benessere, inclusione e modernità. I dati dimostrano che le sportive lavorano di più e meglio di chi non fa sport, stanno meglio con sé stesse e con gli altri e adottano stili di vita più moderni e sostenibili”, commenta infine Anna Italia, responsabile di ricerca Censis. “E nei territori dove sono di più le donne che fanno sport, c’è anche più lavoro e maggiore sviluppo”.

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