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Il presidente ucraino Vladimir Zelensky auspica che la Cina usi la sua influenza sulla Russia per porre fine al conflitto. “Quanto accade può portare alla terza guerra mondiale, ed evitarlo dovrebbe essere una priorità per tutti i leader”, ha spiegato Zelensky, che sottolinea come lo scontro in atto non sia semplicemente un problema per l’Ucraina, ma una questione globale. “Questa è una guerra in Europa, potrebbe estendersi fino ai vostri confini”, dice in un’intervista al Financial Times. Il leader ucraino esclude una situazione di stallo per il suo paese. “Abbiamo perso troppe persone per poter semplicemente cedere il nostro territorio”, dice ribadendo che il suo obiettivo e’ riconquistare il controllo del proprio territorio.
Scontro tra Russia e Italia, dopo le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitry Medvedev contro l’Occidente. “Vogliono la morte per noi. E finché sarò vivo farò il possibile perché spariscano”, ha detto l’ex presidente russo a proposito degli occidentali. Dura la replica del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che parla di affermazioni inaccettabili che preoccupano fortemente. “Non è un segnale di dialogo o un’apertura verso un cessate il fuoco ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace”, dice il titolare della Farnesina. Per l’Italia le parole del vicepresidente del consiglio di sicurezza russo allontanano la ricerca della pace da parte di Mosca.
L’Italia continuerà a crescere nel prossimo biennio, ma meno rispetto a quanto previsto prima della guerra in Ucraina. Nel 2022 il Pil salirà del 2,8%, e dell’1,9% l’anno successivo. Le stime sono dell’Istat che questa mattina ha pubblicato un rapporto sulle prospettive dell’economia. Sui prossimi mesi, però, pesa la grande incertezza legata allo scenario internazionale. L’inflazione, a maggio, si è attestata quasi al 7% e secondo l’Istituto di statistica dovrebbe continuare a correre nei prossimi mesi per poi calare nel 2023, sempre che si stabilizzi la quotazione delle materie prime e del petrolio. Al sistema dei prezzi è collegato anche il problema della perdita del potere d’acquisto degli stipendi.
Accordo raggiunto in Europa sul salario minimo. Dopo una notte di trattative, Parlamento e Commissione europei siglano l’intesa sulla direttiva che imporrà a tutti gli Stati membri di affrontare il problema del lavoro povero. La direttiva non prevede l’obbligo di introdurre un salario minimo in tutti i Paesi, ma stabilisce procedure per assicurare l’adeguatezza dei salari minimi laddove esistono. “Le nuove regole proteggeranno la dignità del lavoro“, ha commentato la presidente Ursula von der Leyen. Per il ministro Andrea Orlando l’accordo raggiunto a Bruxelles consente di avere delle coordinate all’interno delle quali le parti sociali possono iniziare a fissare dei paletti per rendere meno povero il lavoro e contrastare il dumping contrattuale. Il Movimento 5 stelle parla di un “accordo storico” e chiede ora di applicare la direttiva “a tempo di record”. L’Italia è tra i sei Stati che ancora non hanno un salario minimo legale.
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