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Aifi compie 63 anni: le nuove sfide della fisioterapia di prossimità

“Se guardiamo alla nostra storia non possiamo che osservare con orgoglio il cammino percorso”, dice il presidente Simone Cecchetto

Pubblicato:07-06-2022 13:38
Ultimo aggiornamento:07-06-2022 13:43
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ROMA – L’Associazione Italiana di Fisioterapia compie 63 anni: dall’8 giugno 1959 – data di nascita della prima associazione, che al tempo era di rappresentanza professionale – sono trascorsi decenni e la disciplina ha avuto uno sviluppo vertiginoso (in termini di ricerca scientifica, di complessità in diversi ambiti clinici, di sviluppo formativo, di capacità manageriali e di realizzazione di nuovi modelli organizzativi) delle risposte complessive ai bisogni di salute, a volte anche anticipandoli.

“Se guardiamo alla nostra storia non possiamo che osservare con orgoglio il cammino percorso, fondato sulle solide radici del nostro passato”, dice Simone Cecchetto, presidente AIFI, “Si tratta di una storia professionale e scientifica ricchissima che ci porta oggi a diffondere le migliori risposte ai bisogni dei cittadini proprio in quell’ottica di qualità diffusa e prossimità territoriale richiesta in modo così preciso dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Ma oggi il SSN cosa chiede a tutte le discipline sanitarie ed in particolare alla fisioterapia? “Interventi di prossimità, fisica o digitale, basati sulle migliori evidenze fornite dalla letteratura scientifica”, risponde Cecchetto, “valori che sono al centro degli obiettivi associativi già precisati nello Statuto AIFI in completa assonanza con il dettame della Legge Gelli-Bianco”.


Obiettivi che nello specifico sono: produrre, adattare, aggiornare Linee guida e Buone prassi nei diversi campi di interesse della Fisioterapia e della Riabilitazione; validare e diffondere nuovi modelli operativi efficaci ed efficienti in Fisioterapia; offrire supporto tecnico-scientifico alle Istituzioni pubbliche e private nella programmazione sanitaria e sociale; promuovere la formazione in fisioterapia, sia di base che continua che specialistica; sviluppare attività di supporto dei soci per il miglioramento della loro pratica clinica; collaborare con associazioni di cittadini e con enti e istituzioni pubbliche e private negli interventi di programmazione sanitaria e sociale, in particolare per attività di prevenzione ed educazione e per lo sviluppo di nuove risposte ai bisogni di salute.

“Grazie a chi ci ha preceduto nella storia di AIFI, grazie alle sezioni territoriali, ai nostri GIS/NIS e agli organi associativi, grazie all’impegno di tanti a tanti livelli (clinico, universitario, manageriale), oggi possiamo dire con i fatti che la Fisioterapia non è solo riabilitazione, ma anche prevenzione, valutazione, cura, abilitazione, palliazione e diventa una componente fondamentale nel gestione delle disabilità persistenti e progressive secondo le logiche del Chronic Care Model”, conclude il presidente AIFI, “quando il ministro Speranza afferma che gli interventi del PNRR debbono ruotare attorno alle tre parole chiave di prossimità, innovazione e uguaglianza, delinea una sanità di prossimità che per buona parte del mondo della Fisioterapia è già quotidianità e che necessita, quindi, di esser conosciuta e valorizzata all’interno delle azioni attuative del cosiddetto DM71. Come abbiamo anche dimostrato, peraltro, recentemente all’interno di Exposanità, dove abbiamo presentato modelli innovativi che sono già realtà per le future case della comunità, per l’assistenza domiciliare, per le COT, gli ospedali di comunità, gli hospice grazie anche al dialogo continuo con le altre discipline. Una sfida che intendiamo approfondire ancor di più nel nostro prossimo Congresso Nazionale, che si terrà a Palermo nel prossimo autunno”.

Appuntamento, quindi, dal 28 al 29 ottobre a Palermo con AIFI, dove per i vari ambiti della Fisioterapia, in dialogo anche con altre discipline, verranno presentate e approfondite tante esperienze e prospettive verso una Fisioterapia di prossimità.

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