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Report del Consiglio grande e generale del 6 giugno

Si parla di depenalizzazione dell'interruzione di gravidanza e di tutela della genitorialità

Pubblicato:07-06-2019 17:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23

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SAN MARINO – La depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza e la tutela della genitorialità (e della vita) sono al centro del lungo dibattito che si è sviluppato nella seduta odierna, nell’ultimo giorno di lavori consiliari, con la presentazione in prima lettura di due progetti di legge di iniziativa popolare, a) “Sostegno alla genitorialità ed ai figli nascituri”; b) Norme in materia di procreazione cosciente e responsabile e di interruzione volontaria della gravidanza”.

Il primo Pdl, come spiega la relazione dei promotori, propone “reali soluzioni a tutela della vita della madre e del bambino”, che includono “aiuto economico diffuso a tutti i genitori in attesa della nascita, nel primo anno di vita e lungo tutto il periodo in cui il figlio è nel nucleo famigliare attraverso piccoli interventi economici e aumento delle detrazioni fiscali per le famiglie più numerose”. Ma anche “interventi economici significativi alle madri rimaste sole o senza alcuna capacità reddituale, attraverso un assegno mensile, dalla certificazione della gravidanza al 18 mese di vita”. Sono tutti interventi che “mirano a conciliare la vita della madre e quella del figlio- sottolineano i relatori- che non dovrebbero mai essere messe in contrapposizione”.

Il secondo Pdl “intende tutelare in particolare l’autodeterminazione della donna- spiega la relazione dei promotori- la sua libertà di scelta in ambito sessuale-riproduttivo e la possibilità di interrompere la gravidanza se indesiderata”. E parte dal presupposto che “ovunque vi siano politiche di legalizzazione dell’interruzione volontaria della gravidanza, affiancate da un facile accesso a servizi di pianificazione famigliare, diminuisce nel tempo il ricorso alle interruzioni di gravidanza volontarie”.


Sui due Pdl, interviene il Sds Franco Santi: rispetto quello in favore della genitorialità, ricorda da un lato come esistano già voci di sostegno a riguardo, ma riconosce che “possono essere sicuramente riviste e armonizzate, anche rispetto l’introduzione dell’indicatore Icee per razionalizzare la spesa per il sostegno della famiglia e per dare più supporto a chi effettivamente ne ha bisogno” Sul Pdl sull’interruzione di gravidanza ricorda come l’Aula si sia già impegnata nella direzione di portare un impianto legislativo su questo tema, ma sottolinea l’importanza dell’aspetto informativo e di prevenzione, soprattutto rivolto ai più giovani.

In Aula emergono posizioni pro o contro l’uno o l’altro progetto di legge, ma anche un’orientamento trasversale comune, ovvero il riconoscimento che in entrambi vi siano contenuti interessanti che possono essere integrati in un unico provvedimento. “Sono progetti che possono sembrare di primo acchito opposti e antitetici- spiega infatti Marina Lazzarini, Ssd- in realtà cercano di dare risposte agli stessi problemi, risposte che devono integrarsi e armonizzarsi in un unico progetto, libero da visioni ideologiche, fornendo soluzioni diversificate”. Di qui l’auspicio che i due Pdl “possano arrivare presto nelle commissioni, per poter essere sinergicamente elaborati e possano tornare in seconda lettura in tempi brevi in un unico progetto e senza scontri ideologici”.

Dall’opposizione, Denise Bronzetti, Ps, riconosce che “su entrambi i pdl ci sono modifiche che riterremo utili fare” e si augura che possano essere confrontate tra i vari gruppi politici,“superando le attuali collocazioni dei partiti, maggioranza e opposizione”. Dal Pdcs, gli interventi sono orientati fermamente alla contrarietà rispetto l’interruzione di gravidanza. Teodoro Lonfernini, tuttavia, apre a riguardo: “La depenalizzazione è un percorso che il nostro paese sotto profilo giuridico deve intraprendere, non posso oppormi- manda a dire- non possiamo tollerare che clandestinamente possa avvenire l’interruzione a Rimini, chiudiamo gli occhi in continuazione, di fatto è tollerato, ma non è normale in un paese civile e moderno”.

Prima dell’esame dei due Pdl, il Consiglio affronta una serie di nomine e sostituzioni, iniziate ieri in notturna con la sostituzione del dimissionario Federico Pedini Amati in Commissione Antimafia, con Tony Margiotta, Gruppo misto, e la nomina in tale commissione di Pasquale Valentini a presidente. In mattinata si riprende con la presa d’atto delle dimissioni del Dott. Lamberto Emiliani da Giudice di Terza Istanza in materia Penale. Si passa poi alla nomina di Cda e Collegio sindacale delle Poste: per il Consiglio di Amministrazione sono nominati Andrea Ciavatta, Fabrizia Casadei e Fortunato Bruschi, candidati da Rete, Ssd e Rf, mentra C10 e Pdcs chiedono di soprassedere. Si procede poi anche alla nomina di presidente e Cda dell’Azienda Autonomia di Stato per i Lavori Pubblici: rispettivamente Federico Bartoletti, indicato da Rf, Alessio Faetanini per C10, Domenico Terenzi per Rete, Cesare Biordi per Ssd. Il Pdcs chiede di soprassedere alla nomina. E ancora, tra le nomine all’Odg, anche quella del Cda dell’ Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici: Vincenzo Pazzana per Rf, Luca Morganti per Rete, Alessandro Scarano per Pdcs, mentre Ssd e C10 chiedono di soprassedere.

La sessione si è infine conclusa senza che l’Odg previsto sia stato interamente evaso.

Di seguito un estratto degli interventi odierna al Comma 20
a) Progetto di legge di iniziativa popolare “Sostegno alla genitorialità ed ai figli nascituri” (presentato dal Signor Manuel Ciavatta ed altri) (I lettura)
b) Progetto di legge di iniziativa popolare “Norme in materia di procreazione cosciente e responsabile e di interruzione volontaria della gravidanza” (presentato dalla Signora Vanessa Muratori ed altri) (I lettura)

Mariella Mularoni, Pdcs, dà lettura della relazione del comitato promotore del progetto a)
“Le istanze di una parte della società civile ed il recente dibattito politico sul tema della vita nascente e della genitorialità hanno più volte messo in luce una profonda difficoltà di approccio, di reali soluzioni e di capacità di conciliare la tutela della vita della madre a quella del proprio bambino che, in quanto persone – e ancor più, in quanto unite dal più radicale legame di sangue ­ meritano ogni sforzo utile da parte dello Stato.
Rispetto alla prima questione, tale proposta di legge nasce proprio con la volontà di superare ogni condizionamento ideologico, scegliendo quali strumenti utili alla definizione dei tempi e delle situazioni la competenza medica. A questo proposito, non sfugge come sia proprio il personale medico ad essere chiamato in causa sia per certificare lo stato di gravidanza necessario per l’ottenimento dei sussidi economici, disposti proprio per la presenza di una nuova vita nel nucleo famigliare. Lo stesso vale per la definizione dello stato di grave e attuale pericolo di vita della madre, e per l’opportunità o meno di intervenire proprio a salvaguardia della sua vita, anche quando questo possa causare la morte indiretta e non voluta del figlio. Intervento che, tuttavia, dovrà essere fatto solo su espressa volontà della madre che, come accaduto in altre circostanze divenute note in Italia, potrebbe anche rifiutare preferendo la sopravvivenza del figlio, qualora possibile .

Per quanto riguarda il secondo aspetto, reali soluzioni a tutela della vita della madre e del bambino, vengono offerte in varie e differenti circostanze. Aiuto economico diffuso a tutti i genitori in attesa della nascita, nel primo anno di vita e lungo tutto il periodo in cui il figlio è nel nucleo famigliare attraverso piccoli interventi economici e aumento delle detrazioni fiscali per le famiglie più numerose. Interventi economici significativi alle madri rimaste sole o senza alcuna capacità reddituale, attraverso un assegno mensile dalla certificazione della gravidanza al18 mese di vita. La volontà espressa è proprio quella di sostenere in ogni modo la storia di queste due vite­ della madre e di suo figlio – valore incalcolabile per la storia di ogni Paese.
Come si può notare, già questi iQuesto vale a maggior ragione, qualora da esami diagnostici vengano, vengano rilevate problematiche per il feto. Se è vero che una persona in sedia a rotelle non è meno persona di chi cammina, la disabilità non può essere motivo di discriminazione sul valore della vita di un bambino. In tal senso, questa legge prevede l’obbligo da parte dei medici di informare i genitori su tutte le soluzioni possibili, utili a tutelare la vita del bambino nascituro.
Qualora madre e padre, non si trovino, o non si sentano, nelle condizioni di riconoscere e
prendersi cura del proprio figlio, è definita la possibilità di lasciare il figlio alla cura del personale ospedaliero, decretandone immediatamente lo stato di adottabilità.

Qui di seguito vengono illustrati i singoli articoli per una maggior chiarezza,
L’art.l, Promozione della genitorialità e della vita nascente, riafferma chiaramente il valore della genitorialità e della vita del bambino, anche nascituro, che lo Stato si impegna a sostenere e promuovere fin dal suo inizio, attraverso interventi di carattere sociale ed economico a favore della famiglia.
L’Art.2, Sussidio per ogni figlio nato, istituisce un nuovo Fondo, a favore dei bambini nati, dal quale verrà versata mensilmente alla famiglia, dalla nascita del bambino fino al compimento del primo anno di età, un sussidio di 100€, per contribuire alle maggiori spese derivanti dalla presenza del figlio neonato all’interno del nucleo famigliare.
L’Art.3, Sostegno economico alla madre in gravidanza e puerperio in stato di necessità economica, definisce la corresponsione alle madri gestanti, rimaste sole e senza il sufficiente sostegno economico, di un assegno mensile fino a 1056,83€ da parte del Fondo Assegni Familiari, a partire dalla certificazione della gestazione del figlio nascituro, fino al compimento del 18esimo mese dalla nascita del bambino. I criteri per la definizione di tale stato di necessità economica sono gli stessi adottati dal Fondo Straordinario di Solidarietà per la corresponsione degli aiuti alle persone più in difficoltà, previsti dalla legge gente.
L’Art. 4, Estensione corresponsione assegni famigliari, modifica il Decreto 15/1962, a sostegno delle famiglie e delle madri in gravidanza, anticipando la corresponsione degli assegni famigliari, che oggi vengono corrisposti dalla nascita del figlio, già dal mese in cui viene certificata medicalmente la gravidanza, che attesta la presenza di una nuova vita nel nucleo famigliare. L’Art.5, Bonus 3° figlio e assistenza autonoma ai famigliari non autosufficienti, modifica parzialmente la legge tributaria n. 166/2013, raddoppiando la quota di esenzione fiscale dal 3° figlio a carico, ad ulteriore sostegno delle famiglie che, avendo un numero di figli rilevanti, si trovano di fronte a maggiori spese per la loro crescita ed educazione, ed un ulteriore sgravio per le famiglie che scelgono di assistere un familiare non autonomo, appartenente al proprio stato di famiglia, e avente come sussidio il solo assegno di accompagnamento.
L’Art. 6, Promozione del volontariato a favore della vita, dispone la promozione delle associazioni di volontariato che sostengono la vita nascente, consentendo la possibilità di una presenza all’interno deIl’I.S.S. e la stipula di convenzioni e sinergie con i servizi sociali delle realtà limitrofe, al fine di creare una rete di aiuto e sostegno, a favore delle madri in gravidanza.
L’Art. 7, Grave pericolo di vita della madre, definisce la modalità per accertare, attraverso il parere di un’equipe medica dell’Istituto Sicurezza Sociale, le situazioni in cui una donna gestante possa considerarsi in una situazione di pericolo grave e attuale per la propria vita.
L’Art. 8, Intervento a tutela della vita della madre, definisce che l’intervento medico o la terapia eseguita a tutela della vita della madre, che non ha per oggetto la diretta soppressione della vita figlio ma che può causarne indirettamente la morte, come conseguenza secondaria non voluta, non si può configurare come aborto volontario e, pertanto, non può essere sanzionato a norma di legge.
L’Art. 9, Libertà di scelta a favore del figlio nascituro, conferma la libertà da parte della madre che si trova in grave pericolo di vita, di poter scegliere se accettare le cure utili e necessarie per potersi salvare, o rifiutare a favore della vita del proprio figlio. In caso di donna minorenne, la famiglia dovrà confermare tale scelta. In caso di disaccordo tra le due volontà, il giudice tutelare dovrà intervenire garantendo l’espressione della vera volontà della madre.
L’Art. l0, Informazioni terapeutiche per la salute del bambino, definisce l’obbligo da parte dei medici di fornire ai genitori tutte le informazioni utili, a fini terapeutici, per la salvaguardia della vita e della salute del figlio nascituro, qualora le diagnosi prenatali rilevino malformazioni o malattie durante la gravidanza.
L’Art. 11, Affidamento della prole alla struttura sanitaria, offre a chi, per ragioni di necessità o difficoltà personali non voglia riconoscerne la maternità o la paternità, la possibilità di affidare al personale ospedaliero il figlio nato, senza incorrere nelle sanzioni penali riguardanti lo stato di abbandono, garantendo anche la possibilità di partorire nell’anonimato.
L’Art. 12, Stato di adattabilità, rafforza il valore dell’art.9 conferendo immediatamente lo stato di adottabilità al figlio non riconosciuto da almeno uno dei genitori.
L’Art. 13, Reati contro la privacy, mira a garantire ulteriormente la privacy delle madri gestanti e dei figli nati e non riconosciuti per le ragioni suddette

Fabrizio Perotto, Rf, dà lettura del comitato promotore del Progetto b)
“La proposta di legge parte dal presupposto che vi sia un diritto, per donne e uomini, alla procreazione cosciente e responsabile. Diventare genitori, per le enormi responsabilità che comporta, dovrebbe essere il più possibile una scelta personale consapevole, voluta, progettata. Il progetto di legge ritiene che lo Stato abbia un ruolo importante nel promuovere per tutti l’educazione sessuale-affettiva, la pianificazione famigliare e la rimozione degli ostacoli di natura culturale e lavorativa che ancora oggi penalizzano le donne che scelgono di diventare madri. In questa ottica le interruzioni volontarie di gravidanza non vanno proibite, ma prevenute.
È importante essere consapevoli, qualunque sia la propria concezione etica-religiosa in proposito, che ovunque vi siano politiche di legalizzazione dell’interruzione volontaria della gravidanza, affiancate da un facile accesso a servizi di pianificazione famigliare, diminuisce nel tempo il ricorso alle interruzioni di gravidanza volontarie. La legge intende tutelare in particolare l’autodeterminazione della donna, la sua libertà di scelta in ambito sessuale-riproduttivo e la possibilità di interrompere la gravidanza se indesiderata. La donna deve potere farlo in sicurezza, nel pieno rispetto della privacy e con le modalità che le arrechino il minore disagio. Con il crescere dello sviluppo fetale, questo diritto all’autodeterminazione viene condizionato alla certificazione di pericoli per la salute fisica e psicologica della futura madre, alla presenza di gravi malformazioni del feto, al fatto che la gravidanza sia frutto di stupro o incesto. Qualora la prosecuzione della gravidanza ponesse la donna in grave pericolo di vita, l’interruzione di gravidanza potrebbe avvenire in qualsiasi settimana di gestazione.
Questo progetto di legge si pone agli antipodi rispetto all’attuale codice penale che prevede la prigionia per la donna che decidesse di interrompere la gravidanza, non facendo alcuna eccezione al divieto assoluto di interruzione volontaria di gravidanza, senza considerare quindi neppure le condizioni in cui è avvenuto il concepimento, né la situazione della madre, né la presenza di gravi malformazioni nel feto. Colpevolizzando la donna, lo Stato ha finora omesso di accompagnare le proprie cittadine in difficoltà e rinunciato a conoscere l’entità e le motivazioni di un fenomeno lasciato alla clandestinità. Non tutte inoltre hanno le risorse personali ed economiche per ottenere agilmente assistenza oltre confine e il “fai da te” in questo ambito può avere esiti drammatici. Questo progetto di legge ha rispetto per il sentire della donna, per la sua volontà, per i suoi progetti esistenziali, per le sue condizioni di vita e di salute, vuole aumentarne la consapevolezza ed i diritti in ambito sessuale­ riproduttivo, non la criminalizza, non le impone alcun supposto ruolo naturale, né la subordina ad un superiore finalismo”.

Franco Santi, Sds Sanità
Per quanto riguarda il primo progetto e l’introdurre ulteriori sostegni per promuovere e consolidare la genitorialità, credo sia sicuramente obiettivo nobile da perseguire e degno della massima attenzione, considerati poi i dati degli ultimi anno che ci parlano di un calo importate della natalità nel nostro Paese. Interrogarsi su quali possono essere le modalità per invertire un tendenza preoccupante è un dovere da parte di tutti. Dovremmo però ampliare in maniera importante il raggio della nostra riflessione su questo tema, non è solo l’aiuto economico e l’aspetto legato a una possibile difficoltà economica, ma è una questione secondo me molto più profonda che riguarda la capacità relazionale delle coppie e le difficoltà che la nostra società evidenzia in modo sempre più palese rispetto alla parcellizzazione delle famiglie e agli impegni di costurire un progetto di vita comune. Il contesto prevede già tantissime voci di aiuto e sostegno, è necessario riflettere maggiormento sulle possibilità di intervento che possono essere sicuramente riviste e armonizzate, anche rispetto l’introduzione dell’indicatore Icee per razionalizzare la spesa per il sostegno della famiglia e per dare più supporto a chi effettivamente ne ha bisogno.
Rispetto al secondo progetto di legge, anche questo degno di massima attenzione, da un punto di vista politico, sociale e culturale credo sia giunto il momento di intervenire su questo tema. In Aula ci sono stati diversi pronunciamenti che hanno dato un mandato preciso per l’impianto legislativo sull’interruzione di gravidanza. Credo si debba lavore molto per evitare questa situazione estrema, per costruire una consapevolezza da parte di tutti su cosa significhi portare avanti una gravidanza e perchè ci sia massima informazione a riguardo. Questa considerazione ci porta a valutare la necessità di intervenire in questo senso sia sull’impianto normativo, sia nel poter dare supporto informativo e culturale – in particolare ai giovani- e d’altra parte, in caso di libertà di scegliere di dare seguito alla gestazione, poter avere la possibilità di farlo con serenità. E’ necessario un grande investimento dal punto di vista preventivo a partire dalle scuole e dalle agenzie culturali. Marina Lazzarini, Ssd
I due Pdl di iniziativa popolare sono entrambi preziosi e importanti. Ringrazio i cittadini che hanno partecipato e che si sono impegnati nella loro presentazione. Sono progetti che possono sembrare di primo acchito opposti e antitetici, in realtà cercano di dare risposte agli stessi problemi, risposte che devono integrarsi e armonizzarsi in un unico progetto, libero da visioni ideologiche, fornendo soluzioni diversificate. Il primo Pdl ha come finalità la promozione della genitorialità e individua strumenti di sostegno economico fin dalla gestazione e anche per gli aspetti sociali, in caso di malformazioni fetali e sulla possibilità di non riconoscere il figlio nato e di darlo in adozione. Questo Pdl non tocca l’aspetto dell’interruzione di gravidanza, né la scelta della madre, che può anzi immolarsi per il nascituro.
Il secondo Pdl affronta invece il tema della gravidanza cosciente e responsabile e della sua interruzione. Punta molto sulla prevenzione di gravidanze indesiderate, su contraccezione e campagne informative che comprendono anche informazioni sulle malattie a trasmissione sessuale. Tutti temi importantissimi per una reale consapevolezza della procrazione. Sottolinea poi la necessità di far valere i diritti della madre lavoratrice. Si occupa infine dell’interruzione volontaria della gravidanza, depenalizzandola e normandola in modo complessivo. Interruzione è sempre un dramma.
A San Marino non ci sono dati in merito, ma non significa che a San Marino non ci siano state donne che hanno ricorso all’interruzione, in clandestinità. Lo Stato si è lavato le mani, le ha lasciate sole. Oggi si sta evidenziando poi un altro fenomeno che tocca anche il nostro Paese, la riduzione delle nascite. Oggi si vive in uno stato sfavorevole alla natalità. L’età delle madri si sposta in avanti per la difficoltà di conciliare vita materna e lavoro, per le difficoltà economiche. Auspico che gli strumenti previsti nel primo Pdl siano attentamente considerati, auspico poi che i due Pdl possano arrivare presto nelle commissioni, per poter essere sinergicamente elaborati e possano tornare in seconda lettura in tempi brevi in un unico progetto e senza scontri ideologici.

Pasquale Valentini, Pdcs
Non vorre che per quanto dichiariamo di non volere un approccio ideologico, poi ci si riempia comunque nei discorsi di ideologia.
C’è stata una trasmissione recente di Smrtv, in cui si è dato spazio a due mamme. voglio parlare in particolare della mamma di Brian, giovane motociclista che avuto un gravissimo incidente che lo ha portato a rischiare la vita e ora è praticamente per larga parte del corpo paralizzato. Le è stato chiesto di parlare di quando ha ricevuto la brutta notizia, e lei raccontava che nel vedere il figlio portato via in barella, il figlio le ha detto con un fil di voce ‘ in questo giro mi sono rovinato’. La risposta della donna è stata: ‘Brian sei vivo, nessun problema, insieme affrontiamo tutto’. Chi di noi non vorrebbe per sé questa esperienza, in un momento della vita in cui ci fa dire che ci siamo rovinati? Chi non vorrebbe avere qualcuno che ti dice di stare tranquillo perché sarà al nostro fianco? La vita è fatta di tante cose, anche di dramma e malattia. Era più ragionevole che questa mamma dicesse ‘sì non vale la pena vivere così, ti aiuto a farla finita’. Io vorrei altro, vorrei che ci sia chi mi accompagnasse ad affrontare le difficoltà della vita. Non c’è esempio giustificabile che mi porti ad elimare la vita di un altro per affrontare un mio problema. Eventualmente, solo se si dovesse scegliere tra la mia e la tua vita. Sono contento che il Segretario Santi abbia sostenuto che i due temi non sono affrontabili, se non affrontando le crisi delle difficoltà di legame attuali. Dobbiamo fare in modo che chi si assume la responsabilità di una relazione procreativa vada sostenuta e che non si debba ricorrere ad altra soluzione. Si parlava di 90 mila aborti l’anno in Italia, 90 mila bambini non nati, vi sembra una cifra da minimizzare? C’è bisogno di una cultura del legame, non dell’assenza di relazione, questa è una società di persone sole che non riescono ad affrontare il dramma della vita.

Pierluigi Zanotti, Rf
Nella situazione dell’aborto si trovano concretamente donne e famiglie con un bagaglio di sofferenza e solitudine davanti a cui le nostre parole sbattono con la loro rilevanza e questa attenzione ai protagonisti del dramma deve essere la nostra fonte di riflessione.
Sono contro l’idea di sopprimere un embrione perché sono convinto che esso sia una persona e non si può sopprimere una persona per risolvere i problemi di un’altra. Questo punto di partenza però non chiude qualsiasi discussione sul tema e non nascondo vari aspetti controversi. Dobbiamo ragionare tutti con mente aperta, senza ideologie e granitiche certezze, e lo dico prima di tutto a me stesso, ma vivo con sofferenza discutere una norma che fa diventare colui che oggi è strutturato come persona un oggetto da eliminare, il soggetto più debole di questo dramma è quello meno tutelato. Non possiamo liquidare l’argomento con due battute, dicendo che con questa legge si passa dall’oscurità del medioevo ai diritti. Nella relazione alla legge si dice che si intende tutelare l’autodeterminazione della donna e rivela un approccio opposto a quello che ho appena esposto. Altra frase: colpevolizzando la donna, lo Stato ha omesso di accompagnare le cittadine in difficoltà e rinunciato a conoscere le dimensioni di un fenomeno relegato alla clandestinità. Questo è vero. Nei paesi con la legge sull’aborto il fenomeno è diminuito, controllato, l’attuale far west qui a San Marino non aiuta, poi chi non può abortire qui, può farlo andando poco lontano a Rimini, nascondendo il fenomeno. Una legge è necessaria, ma è su quali basi sia costruita che fa la differenza. L’articolato a mio avviso presenta delle problematiche. Già All’articolo 1, per esempio, non vi è nulla a sostegno della gravidanza e della legge nascente, la procreazione cosciente e responsaible per questa legge significa mettere al mondo se si ritiene di potercela fare da solo, lo Stato ti aiuta in caso a non fare nascere. L’articolo 2 parla di politiche per la prevenzione, è una norma molto statalista, viene depennata la partecpazione delle associaizoni, tutto è gestito dallo Stato. Il sostegno alla gravidanza vuole essere gestito solo dallo Stato. L’Articolo 3 parla solo di ‘informare genericamente’, non si dice come, chi, con quali investimenti. (…) Le criticità non sono accuse o barricate ideologiche, ma piste di lavoro per migliorare il progetto. Ragioniamo, collaboriamo, ma non fissiamo dogmi. Non perdiamo la capacità di ricercare un aspetto più umano ed esistenziale del problema.

Marco Nicolini, Rete
Gli argomenti come l’aborto sono vissuti come esser parte di una tifoseria o simbolo del proprio status politico. E’ sbagliato per i pro-vita etichettare come senza morale chi la pensa diversamente da loro, come pure è sbagliato considerare moralista chi si è schierato dall’altra parte del fronte. Io sono contro l’aborto. Non ho dubbio alcuno che qui siamo tutti contrari all’aborto, entrambe le leggi puntano soluzioni per avere meno aborti, anche quella che propone la depenalizzazione dell’interruzione gravidanza. Spero che in commissione si prenderà il buono di entrambe per arrivare a un testo migliore e più condivisibile. Attendo emendamenti e il passaggio in commissione. Compito della politica è prendere decisioni, sono certo che il mio voto di parlamentare indipendente andrà verso la legge che depenalizzerà con certezza l’aborto.

Luca Santolini, C10
Si può affrontare questo tema con i numeri, che quasi sempre dimostrano il tutto e il contrario di tutto, o da un punto di vista più filosofico o etico. In ballo ci sono diritti e libertà inconciliabili di due esseri umani. Oggi sono pienamente convinto che il feto sia vita, sono però pienamente convinto parimenti della necessità di regolamentare e depenalizzare l’interruzione di gravidanza, nonchè di renderla disponibile gratuitamente dall’Iss ai suoi assistiti. Per me non sono affatto due cose in antitesi. Difendo il diritto di madre a non portare avanti la gravidanza o il diritto di quella vita- qualunque essa sia- a svilupparsi e diventare essere umano? Una soluzione razionale per rispettare entrambi i diritti non esiste. Il feto non può scegliere per sé, come accade come per il fine vita, ma nessuna legge può obbligare un essere umano a sacrificare il proprio corpo per crescere una vita senza la sua volontà. Bisogna prendere coscienza che una soluzione razionale non c’è, la legge non può prendersi la briga di eliminare un diritto, si può lasciare piena libertà di coscienza a chi per tutta la vita dovrà sopportare le conseguenze di una scelta che sarà solo sua.
Non appoggio il sostegno ideologico dato alla legge sul sostegno alla genitorialità. Ritengo terribile come è scritto l’articolo 7, per cui una donna a rischio di vita dovrebbe trovare tre medici e aspettare che si mettano d’accordo per salvarle la vita. E’ terribile. Nonostante questa impostazione data, e nonostante pensi anche io che non bastino sussidi economici per invertire la tendenza alla natalità, credo alcuni contenuti di queste due leggi si debbano fondere. È inacettabile uno Stato che si gira dall’altra parte. In questa legislatura la politica di San Marino ha dimostrato già la capacità di dialogo su questi temi- sulle unioni civili, sul fine vita- e sono convinto che saremo capaci di tirar fuori dalla polvere questo tema che per troppo tempo è stato tenuto sotto il tappeto, e di portare in Aula una legge di iniziativa popolare che è già da tempo nei cassetti.

Denise Bronzetti, Ps
Il fatto che arrivino due Pdl con due approcci così diversi, conferma che il tema trattato sia indubbiamente divisivo e fa i conti con la cultura di un paese e con la sua storia. Un aproccio è decisamente laico e l’altro dal retaggio più religioso. Ci dice anche quanta attenzione c’è su questi temi e sta dicendo all’organo legislativo di occuparsene. Ancora una volta la cittadinanza si dimostra più pronta del Consiglio grand e generale. Da entrambe le proposte c’è stato uno sforzo notevole di ricomprendere aspetti che girano attono una interruzione di gravidanza. Concordo con chi ha sostenuto che forse sarebbe stato il caso di mettere insieme alcuni aspetti contenuti nell’una e nell’altra legge, una delle sintesi possibili, e che ci possa dare l’opportunità di tenere in considerazione aspetti non ricompresi nell’una e nell’altra proposta.
Per la sensibilità del Ps, per noi vale la libertà di scegliere dell’individuo, in questo caso della donna. Posso essere personalente contraria all’aborto, ma la mia contrarietà non può valere per tutte le altre donne e per tutti gli altri cittadini che si trovano a di fronte a decisioni così devastanti.
Il tema dei diritti deve essere affrontato in questa maniera. Su entrambi i pdl ci sono modifiche che riterremo utili fare, mi auguro le modifiche possano essere confrontate con i vari gurppi politici superando le attuali collocazione dei partiti, maggioranza e opposizione. Se concordiamo che qui si scuotono coscienze personali, non esistono indicazioni delle singole forze politiche come queste. Fabrizio Perotto, Rf
Compito dei consiglieri non credo sia quello di imporre la nostra visione personale sulla società che noi rappresentiamo tutta. Non accetto chi pensa che la propria visione personale debba essere dominio di pensiero della nostra società. Questo argomento è divisivo in società e in ambito politico. Le basi elettorali e la nostra gente credo siano molto più avanti delle posizioni anche strumentali delle forze politiche. Parto dalla parola ‘ipocrisia’, la scelta che mi ha fatto propendere per legiferare in merito, è il fatto che San Marino su questo argomento si è sempre fatto trasportare dall’ipocrisia. San Marino non ha mai pensato di legiferare in merito perché siamo all’intero di un paese dove l’aborto è legge da decenni. Noi non abbiamo mai voluto legiferare in merito perché le nostre donne hanno sempre potuto scegliere di andare in Italia a interrompere la gravidanza. Inutile che continuiamo a raccontarci che a San Marino non deve esserci legge a riguardo, perché sappiamo benissimo che chi vuole procedere va in cliniche private in Italia, in silenzio e clandestinamente, avendone le possibilità economiche. Mi piacerebbe San Marino si spogliasse dall’ipocrisia ed entrasse nel merito della questione, andando incontro a tutte le esigenze, ma affrontandola in modo onesto. Personalmente non affronterei mai una interruzione di gravidanza, ma da consigliere credo la mia visione non debba essere una scelta dominante per la società.

Marianna Bucci, Rete
Mi compiaccio di ascoltare il dibattito in cui l’aria sembra sia cambiata in quest’Aula rispetto a qualche anno fa, perchè è cambiata la consapevolezza nlela cittadinanza. Noi oggi abbiamo la possibilità di confrontarci in un modo che in passato non era mai avvenuto. Oggi abbiamo due pdl che mettono sul piatto due visioni completamete opposte, due pdl di iniziativa popolare di chi si dice a favore dell’interruzione di gravidanza e chi vuole invece che lo si continui a punire come reato. Mi sono voluta concentrare sui punti che accomunano i due pdl: in primis l’obiettivo di tendere a una Repubblica ad aborti zero. Esseer favorevole alla depenalizzazione non significa volere un approccio leggero e superficiale. Il Pdl a firma Ciavatta individua in un sussidio economico la soluzione per evitare l’interruzione dell’aborto. Ma l’ndigenza economica può essere una delle causa, non la sola. Non agisce sulle condizioni lavorative e su tanti altri aspetti per tutelare i neogenitori. Si è perso gran tempo a condurre una battaglia ideologica che non solo non ha centrato l’obiettivo, ma l’indifferenza dimostrata dallo Stato non è servita nemmeno a mitigare il fenomeno. Chi vuole abortire a San Marino lo ha fatto e lo fa senza possibilità di valutare altre opzioni. Nell’altro Pdl l’aborto è extrema ratio, e lo Stato deve esserci in un mometo di necessità di supporto per la donna, si pone fine ad uno Stato latitante che si limita ad apporre un divieto e abbandona i suoi cittadini, uomini e donne. Nell’altro Pdl, in particolare all’articolo 6, si parla di favorire l’azione di volontariato pro-vita all’interno dell’Iss, è inopportuno riproporre una proposta giò bocciata in un’istanza d’arengo. Se una donna vuole rivolgersi ad un’associazione privata, libera di farlo, ma non è possibile che l’Iss istituzionalizzi questa cosa, si tratta di volontari, non significa che abbiano le competenze per farlo.

Teodoro Lonfernini, Pdcs
Questo dibatitto va oltre alla dimensione prettamente politica. Non voglio rappresentare una tifoseria, su base di valori e pricipi ed etiche che hanno importanza più alta rispetto a qualche fanatismo che si manifesta nell’una o altra parte. Mi ha colpito l’intervento del collega Valentini, ma anche quello del collega Santolini. Condivido, se mesciamo alcuni contenuti dei due Pdl avremo un testo migliorativo. Per la prima volta sdoganiamo argomenti che in quest0Aula e nel Paese non sono mai stati sostenuti.
Se io dovessi intraprendere un ragionamento personale, da padre di tre figli quale sono, la mia etica e moralità, il mio senso della vita e di genitore, non avrei mai potuto accetare la scelta di una interruzione. Sono un grande sostenitore della vita, come mia scelta personale. Ma non posso essere colui che impone ad altri altre circostanze. Se non condivido la pratica abortiva, non posso neanche pensare che un paese civile e moderno sia ancora fermo a un concetto di penalizzare giuridicamente chi deve invece intraprendere tali percorsi. La depenalizzazione è un percorso che il nostro paese sotto profilo giuridico deve intraprendere. Non possiamo tollerare che clandestinamente possa avvenire l’interruzione a Rimini. Chiudiamo gli occhi in continuazione. Di fatto è tollerato. E’ normale in un paese civile e moderno? Non posso oppormi a percorso di depenalizzazine in paese civile e moderno.

Jader Tosi, C10
Non è possibile fare paragoni. Posso dire ‘io sono per la vita’, ma se un giorno mi dovessi trovare di fronte a certe situazioni, non so se lo sarei ancora. So però che vietare a qualcuno di fare una scelta è sbagliato per legge, che una società degna di essere chiamata civile deve avere la possibilità di affiancare le persone in un percorso difficile, non con chi ha dogmi e ragioni proprie, ma persone in grado di accompagnarla in quel percorso. Perché l’aborto non è una cosa semplice e lascia solchi. Persone che ti accolgano senza avere la verità in tasca. Quando voterò sarà per la depenalizzazione di questa pratica.

Vanessa d’Ambrosio, Ssd
Viviamo in un’epoca in cui i diritti umani e civili sono particolarmente fragili. C’è un’ondata a livello globale di nuovi divieti che vanno a minare diritti che si ritenevano ormai dati per certi e acquisiti. Vediamo negli Usa con leggi che rendono di nuovo reato l’aborto. Il vice Alto commissario per i diritti umani Onu sostiene che le leggi che limitano l’aborto sono una forma di tortura e violenza di genere. A San Marino siamo ancora un passo indietro: se fatto fuori dal territorio, l’aborto, va tutto bene, qua dentro ci nascondiamo ancora nell’ipocrisia di avere questo reato penale che è una oscenità.
L’aborto è scelta dolorosa, se si decide di arrivare lì deve esserci uno Stato che tuteli la donna e la coppia a intraprendere anche questo percorso, la deve tutelare a livello di sicurezza sociale, privacy e tutela della dignità, non possiamo essere marchiate come difettose o criminali. Sono orgogliosa che l’Aula stia dibattendo su entrambi i Pdl, in entrambi ci sono elementi positivi da poter integrare, come diceva la collega Bucci, l’aria è cambiata. Se la scelta è interruzione di gravidanza, deve essere fatta in totale sicurezza, senza essere macchiati da qualsivoglia onta e nel rispetto della privacy e in modalità che si arrechi al minimo il disagio per la donna. E’ arrivato il momento per San Marino di fare questo passaggio, parliamo di legalizzare e riconoscere l’interruzione di gravidanza qui, quando nel resto del mondo si assiste a un ritorno al passato. L’approccio deve essere quello di prevenire, non di vietare. Sul Pdl a sostegno della genitorialità, al netto degli articoli 1-7-8 che non posso convidivere come impostazione, anzi come donna leggendoli mi sono sentita umiliata- ci sono elementi che possono integrare forme di tutela economica a sostegno di famiglia e genitorialità, magari collegati all’Icee, e ampliando ed estendendo il padre nei congedi parentali. I progetti si possono in parte integrare, ma serve un passaggio culturale e politico di depenalizzare l’aborto e riconoscere una fase di informazione e prevenzione. Dall’altro si può andare a supporto di politiche per le nascite che sono positive.

Mariella Mularoni, Pdcs
I due Pdl di iniziativa popolare hanno entrambi ad oggetto la tutela di madri, ma con approcci diversi e in antitesi. Il Pdl ‘norma sull’interruzione di gravidanza’ ha una impostazione che smentisce il principio contenuto nella dichiarazione dei diritti- che la madre ha diritto all’assistenza di protezione in comunità- lasciandola invece sola di fronte alla soluzione ‘facile’ di sopprimere il bambino con l’aborto. Non condivido questa impostazione di aborto libero e gratuito, non è una risposta ai problemi che possono derivare da gravidanze indesiderate, sopprimendo un feto non si tutelano le donne e si favorisce l’autodeterminazione. La vita nascente va difesa fin dal suo concepimento e la tutela della vita nascente è un diritto, siamo di fronte a un essere umano e il suo primo diritto è il diritto alla vita, al di là della libertà della donna, in gioco è l’esistenza stessa di un essere umano, il più indifeso, che ha diritto di essere tutelato. Compito dell’istituzione è intervenire per trovare l’equilibrio tra diritti di madre e figlio, non posson trovarsi in contrasto. Sopprimere uno non costituisce uguaglianza.
Sul pdl sostegno di madri e figli nascituri si concretizza la difesa del tema della vita e si avanzano soluzioni concrete come il sostegno economico con sussidi per figli per il primo anno di vita e aiuti a madre sole e senza reddito. Importante poi è potenziare i centri di aiuto e supporto delle donne in queste situazioni, in associazione anche a iniziative in ambito scolastico volte al sostegno della vita. Il mio invito è che si superino ideologie per un confronto tra tutte le forze politiche per migliorare entrambi i Pdl e trovare soluzioni condivise e giuste per favorire maternità e vita.

Sandra Giardi, Rete
Il Pdl ‘norme su interruzione di gravidanza’ pone accento sul fatto che nella nostra piccola Repubblica l’interruzione di gravidanza è ancora punita con il carcere. Dall’articolo 1 emerge lo scopo dei promotori che non è certo spingere le donne ad abortire. Il primo articolo del Pdl parla di disposizioni per la prevenzione delle gravidanze indesiderate perché si giunga a una gravidanza cosciente e responsabile. Si lascia il diritto di interrompere la gravidanza, affinchè non ci si trovi da sola a scegliere. La raccolta firme per il Pdl ha avuto risposta celere della cittadinazna che ancora una volta ha dimostrato di essere più pronta della politica stessa nell’affrontare queste tematiche come sul Pdl sulle unioni civile. L’Aula già nel 2014 aveva provato a farci uscire dalla legge in vigore oggi, ma quel pdl è ancora fermo in qualche cassetto. Questo ‘ostruzionismo’ non ci ha permesso di rilevare dati su interuzioni di gravidanza. Abbiamo messo la testa sotto la sabbia. Non abbiamo risolto il problema e non abbiamo potutto mettere in campo norme a tutela delle donne e delle loro scelte. Per quanto riguarda il Pdl presentato da associazioni laicali della diocesi, questo impone l’accento su sostegno economico e assistenziale. Alcuni articoli sono condivisibii, alcuni già presenti in territorio, altri sono discutibili. La parte a sostegno della maternità non può comunque escludere quella sulla scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza, rispetto cui questo pdl non si discosta dalla legge attuale. Entrambi i pdl meritano un confronto in commissione, saranno emendati, credo ci sia ancora la necessità di confrontarsi con i presentatori dei due pdl.

Mimma Zavoli, C10.
Questo tema -delicatissimo che coinvolge la sfera di diritti delle persone-è necessario che abbia tutta quella forza di approfondimento per giungere al licenziamento di norme in maniera laica. Lo Stato deve poter fornire a tutti i suoi cittadini norme e condizioni che consentano protezione dei diritti e rispetto delle diversità, come citato dalla nostra legge costituzionale. Ritengo le due proposte siano assolutamente importanti e dimostrino come la cittadinanza sia pronta e presente su una tematica difficile, questa capacità di affrontare questi temi in Aula ritengo però sia dovuta anche a una certa maturità raggiunta in questa sede.
Sono contrarissima per quanto mi riguarda all’aborto, ma credo il mio Stato possa vedere ricomprese donne con altra visione e necessità, che attraversano difficili momenti della vita, donne che non vogliono ‘eliminare un problema’, ma che si interfacciano con il proprio Stato. Non significa disconoscere le istanze di chi quella vita la difende fin dal suo concepimento. La nostra forza qui dentro dovrà essere quella di allontanarci dalla nostra condizione personale per approdare a una normativa rispettosa ad entrambe le istanze. Ci sarò modo di confrontarci nei successivi passaggi istituzionali e sono sicura, questa volta, questa possibilità ci sia, e non ce la possiamo negare.

Marco Gatti, Pdcs
La tutela della vita umana, fin dal suo inizio, è approccio religioso o laico? Io penso sia di entrambi. La tutela della vita fin dal suo inizio, che fa parte della nostra carta dei diritti, credo non abbia un approccio laico o religioso, ma abbia un approccio comune. Il valore sociale della maternità è un approccio laico o religioso? Penso sia anche questo un approccio comune. Stranamente in un pdl questi due concetti sono stati eliminati, come mai? Credo siano il punto di partenza di discussione su questo tema: la tutela della vita umana fin dal suo inizio e la tutela del valore sociale maternità. Credo dovremmo tutelare al meglio i diritti di ciascuno. Il fine della legge è quello di far sì che i diritti siano tutelati e soprattuto quelli del più debole e a maggior rischio, da qui nasce la legge. Concordo con Valentini, bisogna lavorare sulle relazioni, obiettivo deve essere di non lasciare le persone sole. Credo sia i primo obiettivo di una comunità, perché le scelte, anche le più difficili, diventano sopportabili nel momento in cui non sono affrontate da soli. La legge viene dopo il lavoro sulle relazioni, è frutto dell’obiettivo che si pone una comunità. Un feto è un bambino, dal mio punto di vista nell’ambito del diritto è il soggetto più debole, ora la legge dal mio punto di vista dovrebbe tutelare il bambino e garantirgi il diritto alla vita. Discutiamo su quando inizia la vita, ma dal momento in cui inizia, non si può mettere in discussione questo.

Giovanna Cecchetti, Gruppo Misto
Questi due pdl possono sembrare in totale antitesi, ma sono entrambi importanti progetti di legge. Noi siamo stato laico e dobbiamo essere in grado di affrontare questi temi con approccio laico e distaccato. Il primo pdl prevede aiuto economico per famiglie in attesa di un bambino, purtroppo però questo pdl ribadisce all’articolo 7 il concetto che la donna può abortire solo in caso di rischia di vita, senza considerare le modalità di concepimento, se sia incesto e sotto violenza, lasciandole solo la libertà di morire, rimananendo di fatto uno Stato medioevale e oscurantista. E lo dicono fuori di qui. Bisogna avere il coraggio di affrontare materia scevri di ideologie e nel rispetto altrui. Si stima infatti che 20 donne all’anno in silenzio e da sole nella vergogna procedono a interrompere la loro gravidanza, una scelta che invece non va giudicata ma ascoltato se si vuole effettivamente aiutare le donne in questo frangente e se si vogliono trovare soluzioni per salvare una vita. Sono scelte sofferte e senza il giusto supporto medico possono portare gravi conseguenze. Come si possono intercettare queste donne se rischiano – come oggi- il carcere?

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