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Appalti, Esposito: “Critiche a Codice? Non è colpa di Cantone”

Intervista a Gianluca Maria Esposito, direttore della Scuola Anticorruzione e Appalti nella Pubblica amministrazione dell'Universita' degli Studi di Salerno e docente di diritto amministrativo

Pubblicato:07-06-2018 14:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:14

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ROMA – “Non buttiamo la croce addosso a Cantone che ha fatto il meglio, è il Parlamento che non è riuscito a fare un lavoro veloce come il suo”. Così Gianluca Maria Esposito, direttore della Scuola Anticorruzione e Appalti nella Pubblica amministrazione dell’Universita’ degli Studi di Salerno e docente di diritto amministrativo, commenta le critiche che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha rivolto all’Anac. “Non si può accusare Cantone perché il Codice non funziona- prosegue intervistato dalla Dire- la responsabilità è del Parlamento che si è addormentato e ha tenuto ferma la delega per quasi 2 anni per poi esaminarla in due mesi”. Uno dei freni che il Codice sconta riguarda le norme inattuate, ribadisce il professore, visto che rimanda a regolamenti e linee guida che devono essere adottate: “Da questo punto di vista siamo a metà del guado“. Quindi “ha fatto benissimo il presidente Conte a rilanciare il tema degli appalti”. I poteri di governo e Parlamento sono limitati visto che la delega prevedeva un solo correttivo e questo è stato fatto “un anno dopo, un tempo troppo ravvicinato”. E allora che fare? “Una manutenzione straordinaria senza fermare la macchina perché il sistema dei contratti pubblici sta ripartendo proprio ora”, spiega Esposito.

I 4 nodi da sciogliere 

“Assicurare la massima semplificazione delle procedure; prevedere incentivi per eliminare il contenzioso; recuperare il principio della negoziazione pubblico-privato e della flessibilità. Pubblico e privato– sottolinea il direttore della Scuola Anticoruzione di Salerno- devono collaborare e condividere le soluzioni tecniche”. Infine bisogna pensare alle norme “senza il pregiudizio del reato. Le regole si fanno su misura di un paese e di imprese oneste, non si fanno pensando solo ai corrotti”. Esposito vede sia nel premier Conte che nel numero uno dell’Anac, Raffaele Cantone, “una forte attenzione alle esigenze e alle tutele dei deboli. Quindi ben venga un ‘dualismo’ fra loro, l’importante è che siano concreti”, conclude.


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